Italia bella, Umanamente

Le trombe del giudizio e il carrello della Coop


Misurare il livello di civiltà di una popolazione è semplice.
Basta un eurino. O anche 50 centesimi.

E così, si arrivò un bel giorno al Giudizio Universale.
Fu una mezza delusione, da un certo punto di vista.
Cioè, non tanto nel merito. Quanto a scenografia.

Perché fu esattamente come ce lo si aspettava. Niente colpi di scena, niente sorprese, niente di inaspettato: le sette trombe, i quattro cavalieri, il sole fermo in mezzo al cielo, e insomma l’intero copione a cui il catechismo ci aveva già preparati da secoli.
La vita sulla Terra si fermò, e tutti i viventi si ritrovarono insieme, fianco a fianco, nel più grande assembramento che DPCM ricordi.

Gli arcangeli con la spada di fuoco si disposero tutto intorno al Sacro Tavolo della Commissione, dove sedevano, solenni, Dio Padre, il Figlio, San Pietro, e la Madonna – non tanto perché fosse necessario il suo parere, ma per una antica accusa di mancato rispetto delle quote rosa.

“Allora,” tuonò il Creatore “cerchiamo di fare silenzio e stare tranquilli. Dichiaro ufficialmente aperto il Giudizio Universale. Sono qui presenti al mio fianco eccetera eccetera, beh questo lo sistemate dopo, d’accordo? Adesso cerchiamo di darci una mossa.”
I quattro evangelisti, chini sulle loro pergamene, annuirono silenziosamente.

“Popoli della Terra,” riprese il Padre Celeste “è alfine giunto il momento che i profeti vi hanno preannunciato da secoli. E anche mio Figlio, qui.”
Gesù chinò leggermente la testa, con un sorriso. Ci fu qualche timido applauso.

“Senza altri preamboli, quindi, cominciamo immediatamente il Giudizio. Abbiamo già perso fin troppo tempo, e vorrei finire entro sera.”

Dall’immane platea umana si levò un mormorio confuso. Entro sera? Con otto miliardi di persone da giudicare?

Dio notò la perplessità della moltitudine, ma prima che potesse profferir parola (il che avrebbe tra l’altro messo in discussione la propria onniscienza) San Pietro si chinò verso di lui, e gli bisbigliò rispettosamente qualcosa all’orecchio.
“Ma certo, entro sera!” ripetè a gran voce il Signore. “Avere l’eternità a disposizione non è una buona ragione per buttare via il tempo!

San Pietro tornò a sussurrare qualcosa. L’umanità trattenne il fiato.
“Otto miliardi o sette o sei, cosa vuoi che cambi!” tuonò Colui Che È. “Sono troppi. Non possiamo mica ascoltarli uno per uno. Te lo immagini che supplizio? E gli ultimi? Trascorrerebbero l’eternità in attesa. E poi figurati: i ricorsi, le impugnazioni, gli appelli. Non se ne parla nemmeno. Saranno… quante? Duecento, duecentodieci nazioni? Andiamo per nazione.”

Ci fu un boato. Otto miliardi di bocche, sedici miliardi di polmoni esplosero all’unisono. Un giudizio universale per nazione? L’Onnipotente stava forse scherzando?
Gli arcangeli si strinsero intorno al Sacro tavolo, con le spade sguainate.
Per un istante la Celeste Commissione temette il peggio.

Poi, dalla folla emerse un uomo vestito di bianco. Gli angeli lo riconobbero, e lo lasciarono passare.
L’uomo salì sul palco.
“Altissimo. Altissimi…” iniziò, chinando contrito la testa.

“Dài, dài, taglia i convenevoli,” fece Elohim “Non vorrai mica protestare anche tu, eh? Il mio best boy.”
L’uomo allargò le braccia, nel gesto tanto familiare a molti di quegli otto miliardi: “Padre nostro che fino a poco fa eri nei cieli,” esordì “sia fatta la Tua volontà. Però vorrei umilmente far notare che nei Sacri Testi non si è mai accennato a un giudizio universale per nazione. Al contrario, si è sempre sottolineato il valore individuale della scelta e dell’arbitrio. Come dice San Paolo…”

“Numero uno,” lo interruppe il Creatore, “quando sono stati redatti i Sacri Testi, eravate sì e no un paio di milioni di anime. Tutta un’altra faccenda.
Numero due, i Sacri Testi ve li siete scritti voi, mica ve li ho dettati io. Mi avete fatto vedere sì e no le bozze. Anzi, l’ultima volta che se ne è parlato è stato con Mosè, e io ero rimasto a due tavole di pietra in tutto. Sul resto, io non rispondo.”

Il Papa mosse la bocca come un pesce. Non ne uscì parola.

“Numero tre,” concluse Yahweh “mi sembra che mettere in discussione le scelte dell’Onnipotente sia di pessimo gusto. Oltre che un filino blasfemo. Vogliamo continuare su questo tono?”

L’uomo chinò la testa, sconfitto. E così fecero gli altri otto miliardi.

Yeovah continuò: “E poi giudicare popolo per popolo è profondamente logico. Non avete mica vissuto isolati in compartimenti stagni. Siete dei popoli, delle comunità. E nelle comunità bisogna aiutarsi l’un l’altro: correggere chi ha delle mancanze, aiutare chi è rimasto indietro. A cosa serve atteggiarsi a santi, se poi non ci si impegna per migliorare anche gli altri?

Tra la folla, parecchie migliaia di asceti e di monache di clausura svennero come fichi maturi.
Ma l’Altissimo proseguì: “Come disse anche George Clooney in un vecchio film, ‘Certo, uso stereotipi. Fanno risparmiare tempo.’ Proseguiamo, dài.”

Gabriele, il capo di stato maggiore degli angeli, cominciò con urla e ampi gesti a suddividere la folla: “Forza, genti. Allora, samoani di qua, afgani di là. Americani fermini lì, decidiamo noi. Palestinesi e curdi tranquilli un attimo, adesso vediamo se avanza del posto.”

Ma Dio non sembrava soddisfatto. Mentre guardava l’umanità suddividersi per nazione, crollò ripetutamente il capo, rischiando più volte di far cadere il triangolo d’oro.
“Però non ci siamo, non ci siamo ancora. Il criterio, Pietro, ci manca il criterio,” sussurrò a bassa voce al suo luogotenente. “Anche se li dividiamo in duecento gruppi, poi in base a che criterio li giudichiamo?”
Gli altri al Sacro Tavolo annuirono gravemente.

“Guarda quelli. Ci sono dentro alcuni dei miei musicisti preferiti. Ma ci sono anche i nazisti.
E quelli? Ci sono dentro torturatori vili e sanguinari, ma hanno anche Diego Armando Maradona.
E quegli altri? Hanno prodotto dei formaggi straordinari, ma non usano il bidet.
Come si fa? Chi si deve salvare?”

Mentre la cernita proseguiva, apparve improvvisamente una lingua di fuoco in forma umana che attraversò come una meteora il cielo, e andò a sedersi al Sacro Tavolo.
Alcuni degli astanti più giovani la confusero con la Torcia Umana dei Fantastici Quattro.

“Ragazzi, scusate il ritardo,” disse il nuovo arrivato.
“Fai con comodo,” disse Dio “è solo il giorno del Giudizio Universale. Avevi altri impegni?”
“Rinnovo le mie scuse,” disse il nuovo arrivato “le trombe mi hanno confuso. Credevo fosse la finale dei mondiali.”
“Un Giudizio non è un Giudizio senza lo Spirito Santo,” sospirò Gesù “e il tuo spirito finora ci era davvero mancato.”
“Beh, ora sono qui,” disse. “Che mi sono perso?”
“Te lo raccontiamo dopo,” disse San Pietro “Piuttosto, dacci la tua opinione: in base a quale criterio tu salveresti le nazioni degli uomini?”
“Ah, andiamo per greggi, allora? Buona idea. Ci spicciamo prima.”
“Sì, ma tu come giudicheresti un popolo, nella sua interezza?”
Lo Spirito Santo non ci pensò un attimo: “Beh, è ovvio. La civiltà. I popoli che hanno dimostrato un livello più alto di civiltà meritano il paradiso. Gli altri, gli incivili, il fuoco eterno.”
Dio Padre lo squadrò con sguardo ammirato. “A volte dimentico che sei parte di me. Hai davvero uno spirito pratico.”
“Santo, vecchio mio, Santo” lo corresse l’interpellato. “Passo voce ai profeti?”

Con un rapido corrivoce, i profeti vennero informati della Sacra Scelta e la diffusero ai quattro venti.

Immediatamente, da un punto remoto si udirono grida di giubilo.
“Sono gli svedesi, quelli?” disse Dio.
“Proprio loro,” rispose il Figlio, “Sembrano convinti di avercela fatta. Aspetta che gli chieda conto dello stato in cui si riducono durante i weekend.”

“E quelli là che ballano?”
“Egiziani. Ehilà ragazzi, bellissime la Sfinge e le piramidi, niente da dire. Ma negli ultimi millenni mi pare non siate andati molto oltre i diving center sul Mar Rosso, no? E poi tutti quegli attentati, le torture, e i burka…”

Anche gli svizzeri stavano esultando.
Ma la Sacra Commissione sanzionò che strade ordinate e parchi senza cartacce non danno abbastanza punti salvezza per controbilanciare copertura di evasori fiscali, finanziamento del traffico di armi e riciclaggio internazionale.

La delegazione del Vaticano non provò nemmeno ad avanzare richieste. Anzi, gli arcangeli con la spada dovettero faticare non poco a tenerli lontani dai cherubini nudi e cicciottelli che si aggiravano tra i mortali.

Uno dopo l’altro, insomma, i popoli della Terra furono costretti a ricredersi. Più o meno tutti tendevano a considerarsi meravigliosamente civili. E invece, tranne rarissime eccezioni, ad una elementare disamina sembrava evidente che, pur con tutti quei millenni a disposizione, quanto a civiltà non erano poi riusciti a combinare granché.

E fu infine il turno degli italiani. “Scelta difficile, molto difficile,” convenne all’unisono tutta la Commissione. “Ci vorrebbe il cappello di Harry Potter.”
“Beh, ragazzi, questa è la gente che ha partorito l’Impero Romano e il Rinascimento,” disse Gesù “Direi che quanto a civiltà non sono secondi a nessuno.”
“Hanno anche partorito il fascismo, la mafia, la camorra, la ‘ndrangheta, la sacra corona unita e il SISDE, se è per questo.”
“Va bene, ma sono quelli di Michelangelo, Leonardo, Galileo, Galvani e Marconi.”
“Anche quelli di Caligola, delle leggi razziali, della trattativa Stato-Mafia, e del Cantagiro.
“D’accordo, però vogliamo mettere: il Pantheon, la reggia di Caserta, le ville di Palladio?”
“E allora gli ecomostri, i ponti pericolanti, le vele di Secondigliano, e la raccolta porta a porta?”
“Ma Portofino, Capri, Alberobello?”
“Casal di Principe, terra dei fuochi, Montecitorio.”
Insomma, la discussione pareva destinata ad impantanarsi.
Imputati difficili, gli italiani. Picchi vertiginosi di virtù, e baratri osceni di vizio e corruzione.

Lo Spirito Santo, nel frattempo, pareva essersi appisolato. “Oh!” gli sibilò Gesù, con una gomitata nel costato.
Lo Spirito saltò su di soprassalto. “Finito?” disse.
“Ma che finito. Ci siamo piantati. Gli italiani.”
“Oh,” disse lo Spirito. “Sangiovese, gelato al pistacchio, Milo Manara: promossi. Voto di scambio, cementificazione selvaggia, Nino D’Angelo: bocciati. Giudizio complessivo: bocciati.”
“Dài, seriamente,” disse Gesù “servono criteri un po’ più robusti.”

Lo Spirito Santo si stropicciò gli occhi, ora perfettamente sveglio. “Un principio di civiltà universale?” disse “Uno che misuri il livello di civiltà dei singoli individui, magari lasciando perdere eventuali luci e ombre del passato – di cui, a noi come ai trader di Wall Street, non potrebbe fregare di meno?”
“Beh… sì!” fece in coro la Commissione.
“E allora non c’è niente da inventare,” disse lo Spirito. “Il Principio esiste da sempre. Dovreste conoscerlo anche voi: è la Regola Aurea del Carrello del Supermercato.”
Ci fu un frenetico incrocio di sguardi divini. Qualcuno perplesso, qualcuno sbalordito, qualcuno rassegnato. Tutti, indistintamente, smarriti.

Ma prima che chiunque potesse profferir verbo, il Verbo appunto disse:
“Avete presente, no? Uno va al supermercato, parcheggia, si prepara l’eurino o il mezzo eurino, e poi va a prendere il carrello.
In un paese di persone civili, tutti i carrelli sono vuoti, sgombri, puliti. Chi usa il carrello prima di te, se è una persona civile, quando lo svuota rimuove tutto quello che c’è dentro: la spesa ovviamente, ma anche scontrini, volantini, fazzoletti, guanti usati e sacchetti sporchi.”
La Sacra Commissione non potè far altro che convenire.

“Ma se invece” tuonò lo Spirito “chi usa il carrello prima di te è un incivile e un merdone (sì Madame, “merdone” si può dire il giorno dell’Apocalisse) se è un merdone incivile, dicevo, lascia dentro al carrello tutto il suo pattume. Chissenefrega, pensa, perché dovrei prendermi la briga IO di buttare la sporcizia nel cestino? Che poi il cestino di solito è lì, a pochi centimetri. Ma saranno cavoli di chi viene dopo. Io qui ho finito, pensa l’incivile, arrivederci e a quel paese tutti quanti.”

La sacra Commissione, colpita, si scambiò sguardi carichi di approvazione.

“A questo punto è facile,” proseguì lo Spirito” si va a fare un giro in quanti più supermercati è possibile, e si vanno a vedere i carrelli. Se sono tutti vuoti e puliti, quel posto è frequentato da gente civile. Altrimenti, la percentuale di carrelli con dentro spazzatura e residui rifletterà esattamente la percentuale di inciviltà di quella comunità. Se si supera, per dire, il cinquanta per cento, non c’è dubbio che quella sia gente incivile.”

“Trenta per cento” propose Gesù.

“Dieci per cento” rilanciò la Madonna.

“Ma no, anche novanta per cento va bene”, disse Dio, con un tono insolitamente tranquillo. “Voglio essere buono. Mi basta che ci sia un essere civile su dieci per salvare tutto il popolo. Gabriele, manda le legioni. E dotale di pallottoliere.”

Il resto lo sapete anche voi.
Le legioni angeliche tornarono dalla loro ricognizione in brevissimo tempo.
Con un boato tremendissimo, la terra sotto agli italiani si spaccò in due, e li risucchiò nelle viscere della terra.

Discussione

3 pensieri su “Le trombe del giudizio e il carrello della Coop

  1. Ciao Grande Cervello all’incontrario! A parte la premessa un po’ prolissa (era per calmare i nervi, nevvero?) CONCORDO. Li ammazzerei i MERDONI, insieme a quelli con la mascerina sotto il naso e a quelli che si appiccicano, ai frettolosi (da novembre qui solo spesa da singoli, però ci sono le coppiette sbadate…) che siccome hanno tre cose tu che ne hai 300 visto che fai una spesa alal setitimana DA SOLO, devono passare per primi…rompendo i maroni…ma io ho digrignato i dentini…e arruffato il pelo…zitto lontano e aspetti, come ho aspettato io…ODDIO mi sono allargata… Un abbraccio.

    Piace a 1 persona

    Pubblicato da dani2005dani | 22 marzo 2021, 11:51 am
    • Ciao cara! La premessa è prolissa perché io sono un essere fondamentalmente prolisso (e il lockdown non ha aiutato in questo senso), e poi perché era un pezzo che, mentre svuotavo con aria schifata i carrelli dai leftover altrui mi pregustavo una bella punizione biblica.

      Comunque non c’è niente da fare. Non riesco a esprimermi in modalità tweet. Anzi, adesso che mi hai pungolato con alcune delle squallide usanze sorte con la pandemia (di cui si sarebbe potuto fare a meno), mi vien voglia da scriverci su. Un paio di volumi dovrebbero bastare, eheheheh. 🙂
      A presto!

      "Mi piace"

      Pubblicato da niarb | 22 marzo 2021, 12:15 PM
  2. I tweet non servono per spiegare, troppo corti, e portano al litigio. Meglio la prolissitudine o la prolissità oppure il prolissismo. Twit e basta vuol dire idiota in inglese…quindi W GLI ESSERI PROLISSI E SPIEGOSI. Non so se mi sono spiegata a sufficienza…

    Piace a 1 persona

    Pubblicato da dani2005dani | 22 marzo 2021, 12:29 PM

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