Sapete cosa succederà? Io sì.
Sul tavolo dei governanti degli Allegri Anni Venti c’erano svariate pesche mature su cui lavorare: pandemia, guerra, siccità, inquinamento, diseguaglianze, inflazione, crisi economica. Praticamente l’abecedario dell’apocalisse.
Ma quei governanti, che erano molto saggi (“di alto profilo”, usava dire) preferirono concentrarsi su un Moloch ben più spaventoso: il rischio di scomparsa della libera concorrenza.
…ma no, cosa avete capito? Non sto parlando degli ipermercati e della grande distribuzione accusata di far fallire i negozi di famiglia, o dei presunti soprusi delle multinazionali hi-tech , Big Pharma e Big Oil. Qui si parla di cose serie.
Uno degli obiettivi prioritari del governo dei migliori, infatti, fu abbattere lo scandaloso privilegio di quelle avide famiglie che per decenni avevano goduto di concessioni esclusive per lo sfruttamento dei litorali italiani. Intere generazioni di bagnini malvagi che si erano succedute senza vergogna nella gestione di mosconi e piadine, tagliando fuori le povere multinazionali dal lucroso mercato dell’intrattenimento estivo.
Detto fatto. Mentre pestilenze, carestie, guerre, povertà e… no, le cavallette ancora no [al momento in cui scrivo, N.d.A] continuavano a impazzare indisturbate, le concessioni vennero bandite in aste pubbliche.

Il bagno McDonald’s ha la forma, guarda un po’, di un hamburger. La sua principale attrattiva è che, a differenza del Bagno Teresa che c’era al suo posto la scorsa estate, gli ombrelloni e i lettini non si pagano. In compenso, al bar non c’è modo di avere una piadina: solo BigMac, StrizChicken, FatManz e TurboMilkShake. Anche la Coca Cola è gratis, ma se però sei uno zuccone e vuoi una mezza minerale, preparati a pagarla quanto un magnum di Mathusalem millesimato.
Il bagno Virgin Active invece costa un botto, però mette a disposizione fantasmagoriche attrezzature ginniche da spiaggia che sembrano pezzi di astronave. La spiaggia è un andirivieni di personal trainer ambosessi biondochiomati che ogni dieci minuti cercano di scrostarti dal lettino per una mezzoretta di bilancieri, squat o tapis roulant. Al terzo rifiuto, sono autorizzati, tra gli strepiti della folla, a tirarti un gavettone di Gatorade.
Il bagno Apple iBeach è tutto bianco. Tutto. Anche la sabbia.
Gli sdrai sono collegati in modalità wireless con il GeniusBar. Se i sensori del tuo lettino registrano un calo di peso a causa all’eccessiva sudorazione, ti viene automaticamente servita una bevanda isotonica. Se i sensori dell’ombrellone registrano il passaggio di una nuvola, si accende una lampada a ultravioletti compensativa. Se i sensori del vicino registrano un improvviso picco di solfuri, significa che hai mollato un peto e la MacHostess ti servirà una tisana probiotica al riso bianco.
Durante la tua permanenza alla Apple iBeach potrai ascoltare in streaming tutta la musica che vuoi, e giocare con i tablet incastonati nel tavolino dell’ombrellone.
All’uscita, ci penserà il tuo iPhone a far la spia, e sul tuo conto ApplePay verranno silenziosamente addebitati lettino, ombrellone, tisane, ore di gioco, e la bomboletta di spray iPuzz necessaria per deodorare lo sdraio in cui hai soggiornato.
Il bagno Philip Morris Extensis Experience, al contrario, è gratuito, e pare sia molto bello. Dico pare, perché non l’ho mai visto. È di fianco al mio, ma è perennemente immerso in una densa nuvola di fumo (rigorosamente atossico, cancerofugo e certificato) che lo rende simile a un copia & incolla della nebbia ferrarese nel bel mezzo di un litorale tersissimo.
Il bagno Red Bull è tempestato da megaschermi in alta risoluzione che ti propongono a ritmo incessante video mozzafiato di imprese al limite – gente che si lancia a corpo libero da satelliti suborbitali, pazzi che si fiondano giù da montagne con la tuta alare, piloti che sfrecciano con la loro Formula 1 su laghi ghiacciati, pendolari che si infilano in tangenziale tra le cinque e mezzo e le sei di sera.
È un bagno molto adrenalinico. Le formose Beach Assistant in hot pants blu e oro serpeggiano tra i bagnanti servendo a getto continuo la caratteristica bevanda megaenergetica a base di caffeina, taurina, e una dozzina di altri eccitanti assortiti. Per cui non è raro che tra gli ospiti del bagno, che a mattina hanno già assunto una quantità di sostanze psicotrope che potrebbe mandare su di giri una nazione di medie dimensioni, scoppino all’improvviso risse, attacchi di isteria collettiva, e tentativi di sodomia di gruppo.
Anche il bagno Hard Rock Cafè è gratuito, se ce la fai. Se ce la fai a reggere musica a 26 teradecibel dall’alba al tramonto. Camerieri e baristi sono sordomuti certificati, idea assai scaltra che ha portato a due straordinari risultati in campo giuslavoristico: massimo impiego di categorie protette, e riduzione significativa di infortuni (di tipo acustico) sul lavoro. (Il bagno è infatti sponsorizzato dal Ministero del Lavoro, con il vostro otto per mille.)
C’è un altro bagno che mette musica a manetta: il bagno Radio Italia Deejay 105 RTL Kiss Kiss Montecarlo.
È un bagno gestito in cooperativa dalle principali emittenti radiofoniche italiane. Non essendosi messi d’accordo su chi mette la musica, però, ogni bagnante è libero di scegliere. Ciascun ombrellone è dotato di casse acustiche da 200 Watt e di un subwoofer sotto allo sdraio che quando parte il giro di basso ti spara a mezzo metro da terra. Che se hai appena fatto il bagno, ti asciuga pure.
La porzione di spiaggia compresa tra il bagno Hard Rock Cafè e il bagno Radio Italia Deejay 105 RTL Kiss Kiss Montecarlo, curiosamente, in principio non aveva riscosso l’interesse di nessun altro Sea Beach Service Provider (tr. it: bagnino). La pubblica amministrazione, sconvolta, era lì lì per arrendersi e dichiararla spiaggia libera.
Poi, all’ultimo momento, è arrivata l’offerta di un altro importante service provider, e ora in tutte le porzioni di spiaggia italiane comprese tra il bagno Hard Rock Cafè e il bagno Radio Italia Deejay 105 RTL Kiss Kiss Montecarlo svettano orgogliose le insegne argentee del bagno “Sentiti-In-Vacanza” Amplifon.
C’è anche un altro bagno – stavo quasi per dimenticarlo – assolutamente gratuito. È il Nespresso Sand, frequentatissimo dalle celebrità TV, con open bar per le bevande della casa (e solo quelle). È bello, elegante, fashion… ma con tutta la caffeina che si manda giù in una giornata si rischia di sbriciolarsi il sistema nervoso cazzooooo!!
Devo dire la verità? All’inizio questa idea delle multinazionali sul bagnasciuga non mi piaceva per niente.
Poi, un po’ alla volta, ho imparato ad apprezzarla. Vabbé, fine delle piadine, del dialetto, dei ping pong, del tabellone dei gelati, e degli annunci con l’altoparlante per i genitori distratti.
Fine dei nomi scemi tipo Bagno Gigetto, Stella Azzurra, Conchiglia D’Oro, Cavalluccio Innamorato, Sogliola Ghignante, Corallo Tarallo e Delfino Cretino.
Ma vuoi mettere? Gadget, gratuities, free drinks, VIP pass, e merchandise. Un altro pianeta.
Ora, c’è un solo problema. Ho messo insieme otto terabyte di foto “social” delle vacanze. Ma ora, riguardandole tutte insieme, non ricordo più se le ho scattate in Sardegna, in Versilia, a Sanremo, in Salento, sulla riviera romagnola, o all’Idroscalo.
Ma forse non dovrei mettermi di questi problemi. Come diceva Jacques Cousteau (o era Christine Lagarde?) con il decreto concorrenza, da quest’anno, non ti preoccupare.
Stessa spiaggia, stesso mare.
Ehi, che razza di storia è questa?! Io sono iscritta al tuo blog e sono anni che non ricevo notifiche e adesso passo per caso e ci trovo un bordello di post nuovi!
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