Sì, lo so che può parere blasfemo parlare di pandemia con toni leggeri in un momento in cui c’è un sacco di gente che soffre o sta morendo, e un altro sacco che si sta facendo in sedici per tenere in piedi quello che resta della civiltà occidentale.
Però, nei meandri oziosi della mente in quarantena di un appassionato, si annida di questi tempi un pensiero fastidioso. Ma porca vacca, allora tutti questi anni di fantascienza non sono serviti proprio a niente?
Il grande Isaac Asimov raccontava che John W. Campbell, il suo leggendario mentore, era solito portare le palme delle mani a una ventina di centimetri le une dalle altre, nella posizione del pescatore che dice “lo giuro, era grosso così”, e dire: “Qui dentro c’è tutta la letteratura mondiale.”
E poi, allargando le braccia a mò di gabbiano, “E questa è la fantascienza.”
Ed è così. Perché la fantascienza non è soltanto una marmellata di astronavi e imperi galattici. Spesso è uno scandaglio nelle profondità dell’animo umano, o nei labirinti del tempo. A volte si esercita ad immaginare le ere più remote del passato e del futuro, e altre volte gioca a stravolgere l’oggi, cammuffandolo da domani.
[La fantascienza NON è, per la cronaca, quel pallosissimo polpettone che ci propinano sceneggiatori deficienti a base di inseguimenti senza senso e sparatorie interminabili, di norma in città sgangherate in cui la gente si scalda intorno a falò, ma le pistole laser sono sempre miracolosamente cariche.]
La fantascienza è quindi l’interlocutore più titolato per provare a immaginare il futuro. E, soprattutto, per provare a immaginare come andrà a finire.
Negli anni, di ipotesi ne sono state fatte montagne. Che però, a guardarci bene, alla fin fine possono essere agevolmente raggrupate in non più di otto scenari fondamentali:
(1) Morte entropica dell’Universo (o, alternativamente, collasso e nuovo Big Bang).
(2) Fine del mondo di stampo mistico, con la divinità di turno che si stufa e decide che è ora di resettare.
(3) Scontro con asteroide, buco nero, sole, o altro grosso corpo contundente.
(4) Sconvolgimento generale del pianeta – terremoti, tsunami, alluvioni, radiazioni, eruzioni, tornadi, nuova era glaciale, e analoghe amenità.
(5) Invasione aliena.
(5bis) Variante della precedente: risveglio di bestioni dormienti, solitamente dalle profondità degli abissi o del sottosuolo.
I gran finali di questo genere Asimov li chiamava Catastrofi del Primo, Secondo e Terzo Tipo: quelle gigantesche, apocalittiche, globali.
Ma ci sono anche le Catastrofi del Quarto e Quinto Tipo, quelle in scala più piccola. Quelle che senza sbriciolare completamente il pianeta potrebbero comunque provocare la fine dell’umanità, o perlomeno darle una bella sberla. In sostanza:
(6) Guerra nucleare totale.
(7) Nube tossica o radioattiva / inquinamento alle stelle / cambiamento climatico.
(8) Pandemia.
Su tutti questi scenari cinema e letteratura si sono esercitati con la massima prolificità immaginabile.
I romanzi e i film dei generi 1-5 sono indubbiamente i più divertenti. Direi quasi rilassanti: se è arrivata l’Apocalisse, c’è poco da fare. Tanto vale mettersi l’anima in pace e godersi la fine sorseggiando prosecco.
Gli scenari 6, 7 e 8 sono invece molto più disturbanti. Perché lì, invece, le responsabilità sono tutte, indiscutibilmente, della razza umana.
Sulla possibilità che si scateni una guerra nucleare totale (scenario 6) è già stato detto tutto. E non solo dalla fantascienza: l’argomento ha monopolizzato la politica estera planetaria dal 1945 al 1989. Per oltre quarant’anni sono state elaborate strategie, tattiche, e protocolli. Sono stati costruiti bunker e rifugi. Sono stati realizzati sistemi di filtrazione di aria e acqua e magazzini a prova di radiazioni. E siamo tutti molto contenti che tutta questa roba non sia mai stata necessaria, e che presumibilmente ora marcisca in mezzo ai vermi nelle profondità del sottosuolo.
Lo scenario della catastrofe ambientale (scenario 7) è stato invece la rockstar tra gli anni ’70 e l’inizio del 2020. Con risultati però assai più deludenti. Tanti anni di dibattito hanno messo d’accordo i leader mondiali su pochissime cose:
- Se esplode una centrale nucleare, evitare latte e verdura.
- Le auto elettriche magari non serviranno a ridurre le emissioni nocive, però sono molto fighe.
- Inalare particolato va bene, ma solo a giorni alterni.
- Le sedicenni svedesi dovrebbero andare a scuola, e non in giro per vertici planetari.
- Speriamo che piova spesso – ma soltanto in orario di apertura fabbriche, non certo nei weekend.
E infine, lo scenario numero 8, le pandemie.
Qui, invece, scontiamo un lapsus planetario.
La pandemia è arrivata, e ha colto tutti di sorpresa.
Non, come era prevedibile, gli sbrindellati politici italiani.
Non, come era immaginabile, gli avidi tecnocrati europei.
Non, come si sperava inimmaginabile, gli azzeccagarbugli litigiosi della NATO,
ma TUTTO lo stramaledetto establishment mondiale.
Tutti quanti beccati da questa crisi a braghe calate, con indosso intimo femminile, e il giornaletto delle pornoavventure di Peppa Pig sulle ginocchia.
E passi per noi italiani, da sempre sfanculati perché maestri del carpe diem e dell’improvvisazione ad oltranza. Ma che dire dei cosiddetti fenomeni dell’organizzazione: americani, tedeschi, giapponesi, scandinavi?
Anche loro: tutti con la puzza al naso, e le braghe alla caviglia.
Tutti a far triste sfoggio di facce sorprese, reazioni scomposte, provvedimenti contradditori, e totale dimostrazione di assenza di un qualsivoglia tipo di preparazione.
Dice: beh, ma è uno di quegli eventi che non ti aspetti.
In effetti, per aspettarselo sarebbe stato necessario leggere uno delle centinaia di saggi e testi scientifici che ne parlano profusamente. Una bella pizza.
Certo, avrebbe aiutato anche dare un ripassino alla letteratura: dal “Decameron” di Boccaccio, alla “La maschera della morte rossa” di Poe, il “Diario dell’anno della peste” di Defoe, “La peste” di Camus, “La storia della colonna infame” nonché i “Promessi Sposi” di Manzoni, la “Diceria dell’untore” di Gesualdo Bufalino o “Cecità” di Saramago, per dirne qualcuno.
Ma leggere testi del passato è notoriamente una perdita di tempo. La Storia non si studia per trarne idee per il futuro, figuriamoci. Al massimo, per guadagnarsi il triangolino giallo in Trivial Pursuit.
E poi stavamo parlando di fantascienza. Ecco, forse qualche romanzo di fantascienza forse avrebbe potuto metterci sull’avviso. Ad esempio: “Andromeda” di Michael Crichton, “Il morbo bianco” di Frank Herbert, “Inferno” di Dan Brown, “Nemesi” di Philip Roth, “Zona uno” di Colson Whitehead, più un paio d’altri che cito nelle due sezioni seguenti, per evitare doppioni.
Una menzione a parte merita “Abisso” di Dean Koontz (1981), in cui si parla di un virus letale che colpisce l’uomo e che è stato creato in un laboratorio cinese, nella città di Wuhan. Oops.
Ma se i libri vi annoiano, ci sono sempre i film, come per esempio: “28 giorni dopo”, “Contagion”, “Inferno” (doppione!), “Io sono leggenda”, “It comes at night”, “La città verrà distrutta all’alba”, “L’esercito delle 12 scimmie”, “Light of my life”, “L’ombra dello scorpione”, “Mimic”, “Rec”, “Resident Evil”, “The Road”, “Train to Busan”, “Ultimo rifugio: Antartide”, e naturalmente “Virus letale”, che quanto a titolo direi che potrebbe bastare anche solo lui.
E se poi i film vi sembrano finire troppo in fretta, ci sono le serie TV: “12 Monkeys” (doppione!), “Between”, “Containment”, “Helix”, “I sopravvissuti” (originale del 1975 e remake del 2008:, vale doppio), “Pandemia Globale”, “Swamp Thing”, “The Last Ship”, “The Rain”, “The Strain” (doppione!), “The Walking Dead” e “Fear The Walking Dead”.
Si potrebbe scavare oltre, ma credo possano bastare.
Insomma, la letteratura e la fantascienza qualche timido segnale lo hanno mandato.
Più di così, voglio dire, cosa volevate, il maestro Yoda che ci sveglia tutti, uno per uno, ogni singola notte, a bastonate in fronte?
“Stupido umano tu sei. Per pandemia preparando non ti stai.”
Quello che fa davvero girare gli zebedei è come mai, tra tutti i brillantissimi e potentissimi e pagatissimi leader mondiali, prepararsi per un’epidemia non sia venuto in mente a nessuno.
Voi, non so. Io non riesco a darmi pace.
E allora, in questa sconcertante dimostrazione di dilettantismo planetario, non resta che rimboccarsi le maniche, e provare a rimettere l’ovetto, adesso che è bello sparso sul pavimento, un’altra volta dentro al suo guscio. E provare a ri-incollarlo con l’Attak.
Perché, mi sussurra un uccellino (sì, quello dell’uovo, bravi) che se anche riusciremo a portare il culo fuori da questa epidemia, purtroppo non sarà l’ultima.
Oltre al Covid-19, ci sono là fuori altri ottocentomila virus circa, che dagli animali aspettano impazientemente di essere trasmessi all’uomo (fonte: Focus 21 marzo 2020, n.329, pag. 47).
Per cui la prossima sarà altrettanto terribile, sicuramente diversa, e ugualmente inaspettata.
Cerchiamo quindi di non farci cogliere un’altra volta impreparati.
Facciamoci furbi. Cominciamo con meno calcio e meno reality show, e magari un po’ più di storia e di fantascienza.
E un attimo di pazienza. Tra un giorno o due, vi darò tutti i dettagli sul piano che (la prossima volta) ci salverà.
Per il momento, restate a casa.
Citazioni da Isaac Asimov, “Catastrofi a scelta”, 1979 e Isaac Asimov, “Io, Asimov”, 1979.
Il numero della rivista “Focus” è citato nell’articolo
Hai lasciato una montagna di documentazione da studiare, come al solito. Per il momento grazie per il flashback ultraquarantennale, ai tempi della mia passione, ereditata dal fratello maggiore, per gli Urania. Potrei aggiungere al tema “Il giorno dei Trifidi” di John Wyndham, oppure “Nebbia” di James Herpert, che non parlano di pandemie, ma di qualcosa di molto simile.
Mi segnalano anche “Spillover”di David Quammen, ma un certo amico mi ha seppellito di documenti su MES, Debito Pubblico, BCE ed amenità simili che non potrò leggere altro per le prossime settimane.
Ad maiora 🙂
PS: L’ombra dello Scorpione di Stephen King è uno dei suoi capolavori, secondo forse solo a It.
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No no no, niente da studiare questa volta. E soprattutto: niente da leggere, tranne forse “Catastrofi a scelta” che è sempre un grande classico. Soprattutto, NON leggere “Io, Asimov”. Per farlo, devi esser davvero innamorato del grande vecchio. Per il resto (non so se si capisce dalla foto), è un libriccino che, se te lo porti in campeggio insieme alla Bibbia e al “Signore degli Anelli”, puoi star tranquillo che la tenda non ti vola via.
Devo ammettere che non ho letto nè “L’ombra dello scorpione” nè “It”, ma a questo punto me li metto in lista pandemia. Grazie per la dritta!
E attento agli amici che ti seppelliscono di documentazione da studiare. Sono dei disadattati che hanno già stordito con le loro manie tutti i poveretti che frequentavano abitualmente…
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Grazie Niarb. Avrei voluto scriverlo io questo post. Da quando avevo 10 anni leggevo ASIMOV. Vedi tu, poi ho continuato e anche tanta letteratura (ho appena finito LA PESTE, volevo farci un post, non ho tempo purtroppo).
La fantascienza sin dagli anni quaranta ha cominciato a presagire questi scenari. La scienza sin dagli anni cinquanta ha cominciato a parlare di tutte le interferenze tra i disastri umani e l’ambiente che ci circonda. AMBIENTE dal latino LAMBIRE ovvero che ci circonda, e senza il quale, senza la sua altissima biodiversità e ecosistemi terrestri e acquatici, l’atmosfera che ci difende dallo spazio, non esisteremmo. semplicemente. Tutto quello che ricaviamo per mangiare e vivere e progredire, lo estraiamo dalla Natura. Senza rispetto. Ah, volevo dirti che i virus sconosciuti sono almeno un milione e settecentomila, sei stato ottimista…
Consiglio questo articolo.
https://ilmanifesto.it/covid-19-non-torniamo-alla-normalita-la-normalita-e-il-problema/
Tutto vero, tutto scientifico, non servono complottisti che vedono come sta accadendo adesso, contro l’UE (molte ragioni, sbagliato il metodo, sempre all’interno del neoliberismo, io non riesco più a seguire le follie e le spiegazioni sempre più lontane da una esamina scientifica dei cosiddetti economisti), contro i vaccini (questo è un mondo senza vaccini, dovrebbero esserne felici o no?), quelli contro chiunque pur di non usare il cervello. Elenco lungo, non ho voglia.
Concludo con questo video di Steve Cutts che credo di averti inviato (chiedo scusa) almeno altre 3 volte, ma ora come ora da guardare, per la sua profonda saggezza.
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Di fantascienza ne ho letto a tonnellate in gioventù. Devo dire che è stata formativa.
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Allora te l’aspettavi una pandemia, vero? Eh? Vero?
(Fammi contento, dimmi di sì…)
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Non posso farti contento completamente ma mi aspettavo, e mi aspetto ancora, qualcosa di inimmaginabile dal volgo. La pandemia ci assomiglia molto. E mi aspetto ancora un crollo della rete, un virus informatico che faccia strage di router o dns o roba così da mettere in crisi tutto il resto. La pandemia attuale in confronto sarebbe una bazzeccola.
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A dire il vero mi aspetto un simil scenario descritto da Roberto Vacca nel suo “medioevo prossimo venturo” che non mi sembra che tu abbia citato fra i testi di SF sul tema.
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Hai ragione! Non l’ho citato perché lo considero un saggio (il libro, non Roberto. Cioè, anche Roberto naturalmente), e sui saggi non ho approfondito. Comunque è vero, citazione d’autore la tua.
L’unico romanzo di Vacca che ho letto è “Dio e il computer”, e lì c’è dentro un bel po’ di robina interessante, ma niente pandemie.
Però ho scritto anch’io da qualche parte (dove? boh, mi verrà in mente) che eventuali terroristi davvero cattivi e spietati non dovrebbero perder tempo ad assaltare ambasciate o farsi esplodere su aerei di linea. Gli basterebbe minare qualche ripetitore cellulare scelto bene, e aspettare con calma l’esplosione dell’apocalisse sorseggiando orzata sprofondati in poltrona. Sono d’accordo con te: gli effetti di un “internet down” farebbero sembrare la pandemia di Covid-19 poco più che una brezzolina fastidiosa.
Poi c’è un altro tipo di apocalisse, ancora più semplice, che secondo me funzionerebbe da dio. questa.
Scegli un po’ quella che ti convince di più, che poi ci organizziamo.
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