“E così capisce, dottore, ho sentito come un Ford Transit che mi faceva manovra nell’intestino, e non sono riuscito a trattenermi. Sono esploso. Ho vomitato tutto.”
“Mh. Tutto?”
“Tutto tutto. Una scena apocalittica. All’improvviso la sala da pranzo di mia zia sembrava uno di quei paesini liguri dopo l’alluvione. Non immagina l’imbarazzo.”
“Immagino, immagino. Che peccato.”
“Peccato? Che disastro, vorrà dire. Solo a pensarci mi torna un conatino… Ma mi dica, dottore, sono grave?”
“Dicevo ‘peccato’ pensando a tutto quel cenone di Natale sprecato così, sul tappeto e sulla tappezzeria.”
“Ma che cenone di Natale? Dottore, quello è stato l’episodio della settimana scorsa. Qui parliamo del pranzo di capodanno.”
“Si, vabbè, pranzo, cenone. Qui quello che conta è che lei ormai non riesce più a tener dentro niente.”
“Niente, dottore, niente”.
“Eppure non è da ieri che si ripetono questi episodi. Io però glielo ho già detto cosa deve fare, se vuole star bene.”
“Ma dottore, io seguo i suoi consigli alla lettera.”
“Mh. Quindi quando mangia tiene rigorosamente la televisione spenta?”
“Spentissima, dottore. Al massimo su un canale di cartoni animati, per i bambini.”
“Cartoni animati, eh? Siamo sicuri?”
“Sicurissimi, dottore. Glielo posso giurare. Ne sono fuori. Ho smesso.”
“Insomma, non guarda più i telegiornali?”
“Glielo ho detto. Sono pulito.”
“Neanche un pochino di TG2?”
“Assolutamente no!”
“Uno scampolino di TG4?”
“Dottore, mai, mi creda.”
“Due ditina di Studio Aperto? Magari dopo il caffè?”
“Dottore, glielo ho detto.”
“Mh. E invece a Natale e capodanno…”
“Beh, dottore, ero ospite a casa di parenti. Non potevo mica obbligarli a spegnere la TV.”
“Se l’avesse fatto, non gli avrebbe riverniciato di pittura gastrica tutto l’appartamento.”
“Eh, a saperlo. Però ora dottore la prego, mi risponda. Sono davvero tanto grave?”
“Ripecorriamo con calma tutta la faccenda, partendo dall’inizio,” disse il dottore. “Vorrebbe ricordarmi quando esattamente sono cominciati questi episodi di rigetto esplosivo?”
“Poco dopo il mio rientro in Italia. Certo ricorderà, dottore, che che ho vissuto all’estero per qualche tempo.”
“Eh, si prendono certe malattie, all’estero.”
“Di norma non in area Schengen.”
“Non mi riferivo a quelle malattie. In ogni caso, dicevamo, appena ritornato ha avuto i primi episodi.”
“All’inizio erano zampilli. Roba di poco conto.”
“Ed è stato allora che è venuto a trovarmi la prima volta.”
“Proprio così. E lei ha azzeccato la diagnosi al primo colpo.”
“Troppo facile, troppo facile. Il morbo tipico degli ex-espatriati.”
“L’allergia ai telegiornali italiani.”
“Noi la chiamiamo ‘Sindrome da sottoinformazione mongoloide CLDP’”.
“CLDP? Colpevolmente Lacunosa, Devastantemente Penosa?”
“No. CLDP sta per ‘Cuba Libre Delle Pizzerie‘.”
“…?”
“Terminologia tecnica. Se crede, posso spiegarle.”
“Come lei sa,” proseguì il dottore, “il Cuba Libre è un cocktail creato dai baristi cubani come una sorta di rappresaglia simbolica verso gli americani. Gli Stati Uniti hanno sempre minacciato la piccola isola di Cuba grazie alla loro predominanza numerica. E allora i cubani si sono inventati un cocktail con una parte di Coca Cola (che rappresenta l’America) e cinque parti di rum (che rappresenta Cuba). Il rum in soprannumero: la vendetta cubana.”
“Sì, ma…”
“Nelle nostre pizzerie, invece, per risparmiare il costoso liquore ed evitare di stendere gli avventori, i cuba libre sono esattamente l’opposto: una parte di rum e cinque di Coca Cola.”
“Forse comincio a capire… Una parte di liquore… e cinque di schifezza zuccherata…”
“Esatto, caro amico. La stessa composizione dei telegiornali italiani.”
“Cinque-dieci minuti di notizie sensate, e tutto il resto puro riempitivo.”
“Intrattenimento.”
“Magazine.”
“Armi di distrazione di massa,” concluse il dottore. “Proprio quello che mina il delicato equilibrio della sua flora intestinale. Che le rivolta lo stomaco.”
“Dio mio, solo a pensarci mi viene da…”
“Non se lo sogni nemmeno, caro signore. Questo è uno studio medico, non un bacino di compostaggio.”
Dopo un breve momento di riflessione, il dottore riprese: “Per sua informazione, sappia che in diverse università straniere sono al lavoro intere èquipe di ricercatori su questo fenomeno.”
“Davvero?”
“Certamente. Sono in molti a essere interessati al motivo per cui nel nostro paese, che apparentemente è simile a tutti gli altri, si sia sviluppata questa curiosa mutazione lessical-contenutistica.”
“Prego?”
“Come mai in Italia si sia deciso che la gente non possa reggere più di dieci minuti di mondo reale,” spiegò il dottore “e soprattutto che vengano fatte rientrare tra le ‘notizie’ (meritevoli di diffusione urbi et orbi via telegiornale) le anticipazioni di calciomercato, le opinioni dei tifosi, e i sorteggi dei guardalinee.”
“E le informazioni sui rituali di accoppiamento dei personaggi televisivi.”
“Giusto. E l’incrocio tra le due, cioè i rituali di accoppiamento dei calciatori con i personaggi della TV”.
“E con altre creature.”
“Esatto,” disse il dottore. “Pare che in nessun altro notiziario sul pianeta si parli per più di qualche secondo di questi temi, che invece da noi costituiscono l’asse portante dei TG delle sei reti nazionali.”
“Insieme alle marchette editoriali: il filmone dalla prossima settimana in tutte le sale, il memoriale da domani in tutte le librerie, il concerto solo per questa sera al Palaminchia…”
“E gli imbrazzanti collegamenti ‘per le anticipazioni’ con i programmacci nazionalpopolari che iniziano dopo il TG…”
“Esatto, esatto! E poi la ricetta del giorno, e i consigli sui vini, e ‘le nuove professioni: il personal shopper’, e i consigli su come stare al caldo in inverno e al fresco in estate, e l’anniversario del comico o della soubrette di turno, e gli oroscopi di fine anno, e suggerimenti per la salute degli animali da compagnia, e i sondaggi, diomio, i sondaggi…”
“Si calmi, la vedo giallino.”
“Mi sento vesuviare.”
“Non ci pensi nemmeno.”
“Insomma,” concluse il dottore “dopo alcuni mesi di esposizione a BBC World News, CNN Live, Euronews, France24, Al Jazeera, CBS News, TVE e compagnia, il suo vello intestinale ha sviluppato una intolleranza pressoché totale ai telepanettoni di casa nostra. Con risultante vomito.”
“A pioggia, a spruzzo, a cascata, a mulinello, à la Versailles, a palla di cannone.”
“Evidente. Uno per ogni rete nazionale.”
“Sì dottore, ma io ho seguito il suo consiglio, e ho smesso di guardarli. All’ora di cena al massimo Peppa Pig, e a pranzo, a seconda del periodo, santa messa, consigli ai naviganti, o gare di slittino.”
“Tranne…”
“…Beh, tranne le eccezioni.”
“Eccezionii?”
“Dottore, andiamo. Non viviamo mica su un’isola. E non è giusto fare di tutte le erbe un fascio. In Italia, per fortuna, non siamo ancora arrivati all’omologazione completa.
Oltre alle reti dei tre partiti e al partito con le tre reti, c’è ancora dell’informazione indipendente, di qualità.”
“No! Non mi dica che… anche lei…”
“Sa, questa estate…”
“…Non ci posso credere! Si è fatto fregare…”
“Ero al mare con gli amici, e un giorno qualcuno ha acceso la TV durante il pasto…”
“…Un altro caso di mentanite. E dire che era quasi guarito.”
“Sembrava un telegiornale così obiettivo, dottore…”
“Lo so, lo so.”
“Sembrava serio, quasi britannico.”
“Che tristezza. Immagino già il seguito.”
“Beh, è successo tutto d’un colpo, dottore. Ancora non riesco a pensarci senza che… lo stomaco mi si stringe… ho un groppo in gola…”
“I clippini, eh?”
“Proprio così. I clippini di Vasco Rossi. E’ stato orribile.
All’inizio pensavo di poter reggere, ma quando sono cominciate le tavole rotonde con gli esperti che commentavano i clippini, io…”
“Si calmi, si calmi. Posso immaginare. Ci sono stati altri episodi?”
“Oh, sì dottore. Eccome se ci sono stati. Mi vergogno tanto.”
“Si faccia forza, e mi dica.”
“Prima c’è stato il periodo delle dimissioni del papa, e l’elezione del nuovo. E’ stato un incubo.”
“Ricordo.”
“Tutti i giorni, la notizia d’apertura era il totopapa. E poi anche quindici, venti minuti di approfondimento. Interviste a cardinali, parroci, suore, passanti. Interviste a presentatori e troniste, che dio ci perdoni. Retrospettive. Ritratti. Ipotesi cervellotiche sulle caratteristiche del futuro pontefice, neanche fosse stato un centravanti da affiancare a Balotelli.”
“Un periodo buio.”
“Buio? In venti secoli di storia cristiana non si era mai visto niente del genere. Una nazione in sindrome ossessiva. E non il Vaticano.”
“Concordo.”
“Approfittarono di quel periodo per varare nuove tasse, approvare riforme vergognose, far passare porcate da antologia. Avremmo potuto anche dichiarare una guerra, e non se ne sarebbe parlato.”
“Vada avanti, la prego, si sta smuovendo lo stomaco anche a me.”
“Oh, e poi è stata la volta del Royal Baby. Sua Maestà il Feto. Il futuro erede al trono d’Inghilterra. D’Inghilterra, porcaeva, mica di casa nostra. Chissenefrega dell’erede al trono d’Inghilterra.”
“In effetti non ce ne è mai importato un fico secco, per più di quindici secoli. Questa estate, invece…”
“Questa estate i giornalisti frugavano nel bidone dell’immondizia della clinica di Kate per trovare i negativi dell’ecografia. Hanno passato all’infermiera che se ne occupava una cifra con la quale si sarebbe potuto far ricostruire Pompei a Swarovsky. Avrebbero ucciso per poter mostrare in diretta un tampone insanguinato.”
“Passiamo oltre, mi sta venendo un’acidità di stomaco che neanche un petrolchimico.”
“Non ne ho più la forza, dottore. Mi limiterò a raccontarle gli ultimi due episodi. Le due gocce che mi hanno fatto traboccare, nella sala da pranzo di mia zia.
Subito prima di Natale, ero in macchina e ascoltavo Radio 24.”
“Una radio seria.”
“Così dicono. La più seria d’Italia.”
“Ricca di telegiornali.”
“Ricchissima. E la terza notizia del telegiornale di quel giorno di metà dicembre è stata…”
“…è stata?”
“Sa quale è stata?”
“No che non so quale è stata.”
“Vuole che la illumini?”
“Mi illumini, perdio, mi illumini.”
“La vittoria di Michele.”
“Prego?”
“Michele, la vittoria di Michele.”
“Michele chi? Quale vittoria?”
“La vittoria di Michele Nonsochi all’ultima edizione di X-Factor.”
“Mi prende in giro.”
“Nossignore. Con tanto di interviste alla mamma, alla fidanzata e ai vicini di casa.”
“…”
“Ripeto: la terza notizia del notiziario della radio di Confindustria, ripetuta per 24 volte nel corso della giornata, è stata la vittoria di un certo Michele in un cavolo di reality show. Dottore, mi segue?”
“Non mi sento tanto bene. Possiamo rimandare la seduta?”
“In effetti la vedo palliduccio. Ma ho quasi finito.”
“Grazie al cielo.”
“Mi manca solo l’ultimo episodio, quello del 3 gennaio.”
“Perchè? Cosa è successo il 3 gennaio?” (con un filo di voce)
“Dottore, è sicuro di sentirsi bene? Ha una faccia. E sta rantolando.”
“La prego, mi dica cosa è successo il 3 gennaio e facciamola finita.”
“Beh, ha presente SkyTG24? Quella rete all-news, come dicono i fighi, scopiazzata dalla CNN, che trasmette il telegiornale 24 ore al giorno?”
“Sempre lo stesso telegiornale, all’infinito?”
“Sempre quello. Sette-otto notizie, ma ripetute a martello come un rosario.”
“Ho presente.”
“Beh, tra queste sette-otto notizie c’era l’eliminazione di una tizia da MasterChef.
“Quoi?”
“Sì, una certa Margherita, una soggetta mai vista e mai sentita, che ha sbagliato la quantità di liquerizia di non so che cacchio di pietanza in uno stramaledetto giochino televisivo, e per questo è stata squalificata.
Si rende conto, dottore?
Ci sono guerre, nel mondo. Ci sono invenzioni. C’è gente che muore, e un millennio che nasce.
Ci sono vecchi errori che vengono ripetuti, e antiche idee mai applicate.
Ci sono orrori da seppellire e nuovi sogni da accudire.
C’è il nostro pianeta, e tutti gli infiniti altri.
Ci sono schiavi e dittatori e terremoti e malarie e tsunami, e c’è la Stazione Spaziale Internazionale.
C’è di tutto, di cui parlare.
E quelli che vorrebbero essere i sacerdoti dell’informazione sprecano non so quanti minuti per comunicarci su scala nazionale che questa minchiona ha sbagliato a condire una pietanza, e per ribadire bene il concetto intervistano lei, le sue colleghe di minchiata, gli amici rimasti a casa, il giudice arbitro, e anche quel capominchia del MasterChef che l’ha così cinicamente buttata fuori dal programma.
Dottore, lei capisce che… ma cos’ha? Sta male?”
“…”
“Oh mio dio. Riconosco quell’espressione. Ha la faccia di uno che sta per…”
E il dottore disse: “Fermiamoci qui. Siamo andati già troppo oltre.
E ora, ragazzo, passami il secchio.”
Miii, davvero hanno eliminato Margherita? E perché al TG di La7 non l’hanno detto?
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Guarda, da Margherita proprio non me l’aspettavo. Che quaglia. Ha dimenticato di mettere la liquerizia (giuro!) in uno sformato di totani e bulloni in crosta di panda. Roba da pazzi.
Su La7 ne hanno dato ampia diffusione, ma la notizia naturalmente è passata un po’ in secondo piano rispetto al fatto del giorno, ossia la nuova dieta di Belen e le sue ovvie ripercussioni sulla visione del cosmo di Fabrizio Corona.
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