Dài, gente, non fate finta di niente. Lo so che avete letto la Guida per Autostoppisti della Galassia.
Lo so, perché se così non fosse non avrebbe senso starsene qui a sminchionellare su queste pagine. Sarei io il primo a dirvi di spegnere immediatamente questo cacchio di computer e andarla a leggere. Subito!
E possibilmente in lingua originale, che fa molto più ridere.
Però, essendo tutti esperti della Guida, sapete benissimo cos’è il Total Perspective Vortex.
Il Vortex, lo ricordo a beneficio dei ragazzi dell’Alzheimer Fan Club (che mi seguono sempre con affetto e passione), è una raffinata forma di tortura in uso sul remoto pianeta Frogstar B.
Si tratta di una microscopica baracchina tipo cabina del telefono (qualcuno sa di cosa parlo?) in cui il condannato viene legato su una poltroncina, ed è poi costretto ad assistere ad una rappresentazione in realtà virtuale full immersion di nientemeno che l’intero Universo.
In pratica, gli viene proiettato tutto intorno un ologramma incredibilmente dettagliato di tutte le stelle, i pianeti, le galassie, gli ammassi e le nebulose che affollano lo spazio. E, in un angolino di tutto questo, una freccetta che punta su un insignificante granello di polvere, periferico e a malapena visibile – la Terra – con la scritta “Voi siete qui”.
L’esperienza, dicono, è devastante: essere messi a confronto con la sconfinata estensione del cosmo è una mazzata micidiale per il terrestre medio.
Space it’s big. Really big. You just won’t believe how vastly hugely mindbogglingly big it is. I mean, you may think it’s a long way down the road to the chemist, but that’s just peanuts to space.
(Douglas Adams)
I condannati al Total Perspective Vortex non reggono all’esperienza: ne restano stravolti, spezzati, ridimensionati a morte.
Tutti tranne uno, un certo Zaphod Beeblebrox, che è un tipo con un ego che, in confronto, Fonzie è un insicuro.
(Tra parentesi: ma esisterà un nome più bello? Fonzie!)
Ma sto divagando. Oggi vorrei suggerire a voi tutti di fare un viaggio nel Vortex. Non in quello originale, così pericoloso, lontano, e credo neanche servito da Ryan Air. In una sua versione bidimensionale e decisamente più innocua: il filmato qui sotto.
Si tratta di un video spettacolare di appena sei minuti, realizzato dagli astrofisici dell’American Museum of Natural History – a riprova del fatto che i musei possono essere istituzioni niente affatto noiose, in caso vi avesse sfiorato il dubbio.
Il filmato è il risultato della mappatura quadridimensionale più completa e accurata oggi disponibile di tutto l’Universo conosciuto, il Digital Universe Atlas (che, ehi, si può anche scaricare!), e parte da una ripresa a volo d’uccello delle cime maestose dell’Himalaya. Da lì allarga il campo, sempre di più, sempre di più, prima a inquadrare tutto il nostro meraviglioso pianeta, poi il sistema solare, poi tutta la nostra galassia, e via via tutto il pulviscolo sterminato delle millemila galassie sparate via da quel mirabile fuoco d’artificio che un qualche sconosciuto mattacchione ha innescato per chissà quale motivo una quindicina di miliardi di anni fa.
E poi, come un immenso respiro, una volta giunto ai confini dello spazio intergalattico, il filmato torna a zoomare indietro, lentamente, di nuovo sulla nostra vecchia Terra, di nuovo sulle vette innevate del tetto del mondo.
Vi dirò. A differenza del Vortex originale, questo tour non mi ha affatto ucciso. Al contrario: mi ha emozionato, esaltato. Forse anche un po’ commosso.
Può essere che anch’io abbia un ego ipertrofico come Zaphod Beeblebrox e Fonzie, chi lo sa.
Oppure, più probabilmente, mi ha toccato la corda giusta.
Mi ha preso per un orecchio e mi ha costretto a ricordare in che razza di cosmo meraviglioso mi è capitato di nascere, e quanto possa essere meraviglioso cercare di conoscerlo e capirlo, lasciando la briglia sciolta alla ghiandolina dello stupore.
E mi è servito anche per ricordare quanto sia miserabile passare la vita concentrati sul nostro ombelico, miopi alla realtà, occupati ad alimentare le nostre patetiche diatribe e a coltivare il nostro inutile egocentrismo.
Bah. Forse ho sbroccato. Però provate anche voi a fare un giro nel Vortex. Lasciatevi andare a questo spettacolare tête-a-tête cosmico. Regalatevi sei-minuti-sei di comunione con la bellezza del creato.
Ma non fatelo adesso.
Cercate di ritagliarvi una microscopica fettina della vostra vita senza distrazioni, senza nessun rompiballe che possa interrompere, senza cellulari che fanno blip, senza notifiche di Facebook, senza tivù in sottofondo. Isolatevi per sei minuti, per soli sei minuti (il mondo sopporterà). Magari al buio. In silenzio, con l’audio del computer a palla.
Sei minuti con la cuffia nelle orecchie, e l’infinito negli occhi.
Have a nice trip.
Ispirato da “The Hitchiker’s Guide To The Galaxy”, e da quei geniacci dell’American Museum of Natural History.
non vedo l’ora! infatti non lo faccio in questo sbagliatissimo momento.
MA
ricordo una cosa (la ricostruisco, non credo fosse scritta così male) che LEQUI tempo fa da qualche parte (romanzone di Massimo Manfredi, credo) … il cielo è sempre sopra la nostra testa, sta sopra il recinto. Ma lo schiavo dentro al recinto non può alzarla, la persona libera fuori dal recinto può farlo.
Mentre sei dentro al recinto non hai controllo sulla frustata che ti arriverà nonappena alzerai la testa.
La sopravvivenza è un po’ quella frustata, penso.
E si: hai ragione!! Dev’essere bello leggerlo in inglese ed è evidente che tu l’hai fatto, perché in effetti in italiano si chiama “Guida galattica per autostoppisti” (che fa più ridere, in Italiano, solo per quanto riguarda il titolo).
ciao e viva l’universo: non posso che riconsigliarti il libro che ti ho già consigliato. Lo troverai bellissimo e commovente anche se è … scientifico (divulgativo) ! 🙂
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Come “anche se è scientifico”? Semmai “proprio perché, per fortuna, è scientifico”! 🙂
Lo metto senz’altro nella pila di quelli da leggere.
…e grazie per la dritta sul titolo. La versione che ho letto è proprio quella che ho fotografato – che viaggione le copertine componibili, eh? Indovina quali sono le quattro altre immagini che si vedono, giroprillando i quattro libri. E non barare, usando Fotosioc!
Grazie!!
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ahah 🙂 figate su figate 🙂
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Sì, è un’edizione piuttosto geniale.
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il giro nel vortex poi l’ho fatto 🙂
purtroppo essere ridimensionato non cambia troppo la mia vita. la tua vita sta comunque sempre attorno a te…
DEVI LEGGERE QUEL LIBRO DI WEBB!!!!!!!! ;-D
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“La vita sta intorno a te”?? Ma mi stai citando il matto sulla sabbia che reclamizza Banca Mediolanum o la bonazza di quella antica pubblicità Vodafone? 🙂
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se c’è una bonazza io non ricordo la pubblicità! Se parli di Doris, non lo sopporto !!!!!
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E dài, sei l’unico in Italia che non ricorda…
Oppure mi stai sottilmente facendo notare che, in presenza di bonazza, il neurone tende ad andare in tilt e tralascia il logo?
Nel secondo caso, diciamolo a bassa voce o ci toglieranno subito le bonazze dagli spot, rendendo quindi superfluo guardare la TV. 😉
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io non solo lo dico, ma lo grido! 🙂
quando avevamo ancora un responsabile commerciale/vendite e il mercato girava successe questo: gestivamo il marchio TIZIOCAIO. Ad un certo punto dentro ad una pubblicità importanta su scala nazionale appare un set da viaggio della marca TIZIOCAIO tra gli accessori di una megagnocca.
Di quale pubblicità?
Ah boh!
Arriva il commerciale e dice “avete visto la pubblicità della tim? eh? figo eh?”
e io: EHHHHHHHHHHHHH? quale?
poi mi fa “ma si, quella con Nomedellabonazza” !!!
e io: ah boh.
me la descrive minutamente e poi mi dice COSA faccia la bonazza e finalmente sbotto
AHHHHHHHHHHH!!!!
che figa!
ah ma era la pubblicità di … che?
ecco. 🙂
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Reblogged this on Depresso Gioioso and commented:
Non posso che consigliare ancora questo libro, a tutti: http://www.sironieditore.it/libri/libri.php?ID_libro=978-88-518-0041-3 – lo spirito dell’autore è scettico ma non completamente disincantato… è uno scienziato che vorrebbe … ma che non crede se non vede. Rende comunque meravigliosa la vita, a prescindere da ogni credenza religiosa.
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