Signori, nevica. Nella giornata di ieri, io e la mia dolce signora abbiamo spalato una vagonata di neve. Ma proprio tanta, ve lo assicuro.
Trenta metri cubi, per l’esattezza, metà dei quali costituiti da morbida neve farinosa, e il resto di bastardissimo ghiaccio da picconare e prendere a scarponate, sennò addio.
Il tutto sotto un’incessante nevicata, che ha complicato parecchio le cose non tanto a livello pratico, quanto filosofico. Sbadili, getti via, ti volti, e la neve è ancora lì, placida, come prima.
In condizioni del genere, non è facile mantenere il focus e l’entusiasmo.
(Per qualche strano motivo, questo sbadila-distraiti-e rieccola lì mi ricorda un po’ lo stato d’animo degli elettori italioti del primo XXI secolo. Chissà perchè.)
Ma, mi chiederete a migliaia, come faccio a sapere di aver sbadilato proprio trenta metri cubi?
Facile: dopo averla spalata, abbiamo fatto dei cubetti di neve di dieci centimetri di lato, e li abbiamo contati. Avevate per caso altre ipotesi?
😉
Sia come sia, una bella doccia bollente, una dose rinascimentale di pastascutta, e siamo tornati in temperatura.
Ora però chiudo qui questo fondamentale comunicato, perché persino usare l’ergonomicissima tastiera dell’iGloo mi causa dolori lancinanti. Dopo la performance di ieri, ho la schiena in avemaria e un polso a fette. Dolori da campionati mondiali di onanismo freestyle, povero me.
E poi devo tornar fuori, perchè lo sforzo di ieri non è stato apprezzato dal Gran Visir della Neve, che ha lasciato il rubinetto aperto tutta notte. Si ricomincia.
AfterFindus? Mica tanto.
afterfindus 
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