La società raccontata in “1984” è un teatrino di grige figure senza libertà e senza futuro, schiacciate sotto il tallone della feroce dittatura del Partito. L’unica speranza di rovesciare il mostruoso, soffocante e inumano regime è rappresentato dalla Confraternita, un’organizzazione sovversiva di ribelli pronti a tutto, sospesa a metà tra il mondo reale e la leggenda. Winston e Julia, i protagonisti, quando ormai cominciano a dubitare persino della sua esistenza vengono improvvisamente contattati, con la proposta di entrare a farne parte. Per essere ammessi, però, occorre un giuramento, che attesti la loro risolutezza – nessuna remora, nessuna esitazione, nessuno scrupolo. Fedeli per sempre, ad ogni costo.
O quasi.
“Siete pronti a fare sacrificio della vita?”
“Sì.”
“Siete pronti a uccidere?”
“Sì.”
“A commettere atti di sabotaggio che potrebbero causare la morte di centinaia di persone innocenti?”
“Sì.”
“A vendere il vostro Paese a potenze straniere?”
“Sì.”
“Siete pronti a mentire, contraffare, ricattare, corrompere la mente dei bambini, diffondere sostanze stupefacenti, incoraggiare la prostituzione, trasmettere malattie veneree, porre in atto tutto ciò che possa demoralizzare il Partito e indebolirne il potere?”
“Sì.”
“Se, tanto per fare un esempio, potesse risultare utile per i nostri scopi gettare dell’acido solforico in faccia a un bambino… sareste pronti a farlo?”
“Sì.”
“Siete pronti a perdere la vostra identità e a trascorrere il resto della vita facendo i camerieri o i portuali?”
“Sì.”
“Siete pronti a suicidarvi se e quando ve lo dovessimo ordinare?”
“Sì.”
“Siete pronti, voi due, a separarvi per non rivedervi mai più?”
“No!” proruppe Julia.
“No” disse finalmente Winston.
“Avete fatto bene a dirmelo” disse O’Brien. “Per noi è necessario sapere tutto.”
Tratto da George Orwell, “1984”, 1948.
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