Oggi è una giornata straordinaria per la scienza, e in particolare per noi archeologi di fine era glaciale: finalmente è stato risolto l’annoso mistero del funzionamento dei libri!
Da oggi sarà finalmente possibile accedere a un cumulo fenomenale di notizie, fresche (direi quasi: ghiacciate) e, soprattutto, di prima mano.
Avevamo già decifrato quasi tutte le altre forme di espressione umana più antiche: i geroglifici egiziani e sumeri, il lineare A e B minoico, i glifi maya, gli ideogrammi kanji, il rongorongo dell’Isola di Pasqua, e naturalmente i linguaggi più elementari: i talk-show pomeridiani, le linee di Nazca, i cerchi nel grano e i riccioli della Nutella.
Ma ora ci si schiude davanti l’intero universo della carta stampata, i mitici “Libri” che tanta parte hanno avuto nello sviluppo della cultura e della civiltà umana.
Non è stata un’impresa semplice: per anni siamo stati impotenti di fronte a questi arcani manufatti, soprattutto perchè non riuscivamo a capire dove fossero nascoste le porte USB. I tentativi di consultazione sono falliti, uno dopo l’altro. Dopo aver capito il meccanismo dei papiri egiziani, pensavamo fosse sufficiente srotolarli. E invece, cilecca.
Oggi invece una fantastica équipe composta da alcuni tra i migliori scienziati e crittografi della nostra generazione è riuscita a svelare il meccanismo di funzionamento degli antichi volumi: una ingegnosa rotazione fuori asse dei fogli stampati che li compongono, da destra a sinistra. Semplice e geniale.
Per cui ora spengo l’iGloo, e vado anch’io a festeggiare. Stapperemo un bel pinguino d’annata, di quelli che si conservano per le occasioni speciali. Mai come oggi ne sarà valsa la pena.
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