Se ci sono i servizi segreti deviati, ritengo, ci dovrebbero essere anche quelli dritti. Perlomeno, sarebbe una gran cosa. Si eviterebbero figure da boccaloni ogniqualvolta succede qualcosa di leggermente fuori dal comune. Perché di cose fuori dal comune (e anche fuori dalla provincia) il futuro potrebbe averne in serbo ancora un bel po’.
Qualche tempo fa esprimevo il mio fanciullesco stupore per come l’epidemia di Covid-19 abbia beccato mezzo mondo a braghe calate, nonostante il fatto che decine di opere di fantascienza abbiano disperatamente cercato di avvisarci.
L’articolo (questo) ha fatto molto rumore. L’hanno ripreso diverse agenzie giornalistiche internazionali, ne hanno twittato i potenti, mi hanno richiesto un’intervista due reti – ma anche un materasso, e da lì ho capito che mi ero sognato tutto.
Pazienza. Sono abituato ad avere pochi lettori (anche se intelligentissimi), e sono abituato anche a vedere snobbate dai nioranti le profonde intuizioni della fantascienza.
Ma in tutta questa faccenda della pandemia c’è un altro mito che sta andando in briciole: quello della stanza dei bottoni.
Okay, cavolata, non ho resistito.
Ovviamente mi riferisco a un altro genere di stanza dei bottoni, qualcosa del tipo:
(In basso a sinistra: la stanza dei bottoni del film “Dottor Stranamore” in cui, nella finzione, si discuteva sull’opportunità di lanciare missili nucleari.
In alto a destra: la stanza dei bottoni del consiglio di sicurezza americano durante la crisi con Cuba, da cui, nella realtà, l’ordine di lanciare i missili nucleari fu lì lì per partire sul serio.)
Ma non so come io sia finito a parlare di missili. Stavo parlando di bottoni.
Per chiarire: voglio la stramaledetta stanza dei bottoni.
Pago le tasse, no? E allora credo sia un mio diritto costituzionale aspettarmi che, tra i più inviolabili picchi innevati delle Alpi, o nei turbolenti abissi al largo di Stromboli, o magari in misteriose gallerie segrete sotto alle rovine dei Fori Romani, ci sia una base supersegreta in cui il governo tiene nascosti i suoi superesperti.
Mi aspetto – anzi, mi aspettavo – che il nostro paese tenesse da qualche parte un drappello di genii, maestri di tutte le discipline strategiche necessarie alla sopravvivenza di uno stato moderno, tipo fisica atomica, medicina nucleare, finanza comportamentale, genetica quantistica, microbiologia acrobatica, geopolitica olistica, cybersecurity emozionale, sudoku sostenibile, cake design tattico, e cose del genere.
Mi aspettavo un Dream Team di “ragazzi del presidente” che, invisibile agli occhi del mondo, passasse la vita a studiare, analizzare, ipotizzare e simulare tutte le possibili calamità che potrebbero colpire il Paese, e a redigere elaborati piani di reazione perfettamente dettagliati e pronti all’uso.
Perché così: Guerra improvvisa? Attentato terroristico? Catastrofe naturale? Tumulto di piazza? Cedimento di diga / ponte / funivia / curva ospiti? Fuga di tigri dal circo? Invasione di omini verdi? Avvelenamento della Nutella? Nessuna paura.
Il presidente alza la cornetta, e in un batter d’occhio i superesperti si riuniscono con lui intorno al tavolo di crisi, dove tra oceani di decaffeinato e volute di fumo responsabile, viene consegnato al governo il voluminoso dossier pronto da anni proprio per gestire un’eventualità del genere.
Un po’ come nelle fotografie lì sopra.
E invece no, porca l’oca.
Come la crisi Covid ha ampiamente dimostrato, non c’è nessun pool di cervelloni e nessuna base segreta.
La solita batteria di improvvisatori, cretinate a raffica su Twitter, e il salotto di Bruno Vespa.
Che.
Mostruosa.
Delusione.
Però, attenzione: il Piano, almeno quello, c’era.
Forse non ve lo l’hanno detto, ma se andate sul sito del Ministero della Salute, a questo indirizzo qui:
http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_501_allegato.pdf
ve lo potete leggere anche voi. Si intitola niente meno che “PIANO NAZIONALE DI PREPARAZIONE E RISPOSTA AD UNA PANDEMIA INFLUENZALE”.
E quindi esatto, è proprio lui. Il Piano.
E questa, come si dice, è la buona notizia.
Quella cattiva è che è lungo settantacinque pagine.
Ce l’avete voi il tempo di leggervi settantacinque pagine di burocratese, anche se foste confinati in lockdown e aveste finito i giga di Netflix?
Se sì, accomodatevi pure.
Se no, non disperate. C’è un’altra buona notizia: l’ha fatto per voi Afterfindus!
Ce lo siamo sciroppato per voi dalla prima all’ultima pagina, e siamo qua per raccontarvelo.
Questo articolo, però, è già fin troppo lungo. Non posso ulteriormente distogliervi dal vostro smartwork, o dal torneo di Candy Crush.
Per cui, facciamo così. L’esegesi del pregiato testo ministeriale la rimando ad un prossimo articolo. Appena pubblicato, metterò il link qui.
Con l’ulteriore vantaggio che, in caso ne abbiate le tasche piene di questo argomento (ehi! dopotutto è ripartito il campionato!), potrete serenamente saltarlo.
Comunque, per non lasciarvi completamente a bocca asciutta, vi anticipo il finale (SPOILER ALERT): il piano c’è, ma è utile come una mappa del tesoro dipinta ad acquerello sulla muta di un palombaro.
In ogni caso, grazie di essere arrivati a leggere fin qui. Non vi meritate un mondo con social distancing, moduli di autocertificazione, banchi a rotelle, e mascherine fuori dai loro contesti naturali (che, come tutti sappiamo, sono: sala operatoria, festa di carnevale, rapina a mano armata, raduno jiadista, e sito porno per coppie scambiste).
Sia che leggerete il prossimo articolo che no, ricordate: non avremo la base segreta, non avremo i “ragazzi del presidente”, non avremo la stanza dei bottoni.
Ma, pensando a tutti quei negozi e alberghi e ristoranti e aziende a serrande abbassate, quanto a chiusure lampo non abbiamo davvero niente da imparare.
Per le immagini: la stanza dei bottoni è fatta in casa, e amen.
La foto “Dr. Strangelove trailer from 40th Anniversary Special Edition DVD, 2004” è del 1964 e di pubblico dominio, quindi grazie a Stanley Kubrick e alla Columbia Pictures.
La foto dei fratelloni Kennedy al lavoro (1962) viene da qui e dai National Archives, che ringraziamo (e a cui ricordiamo che ci devono sempre una pizza).
Le foto di Daniele Luttazzi e George W. Bush vengono da internet, e la battuta è tratta da “Bollito misto con mostarda” (2005) – spettacolare monologo di uno dei due artisti (non ricordo mai quale).
La foto di Diletta Leotta nuda che lecca un gelato viene da un hacker mio amico, ma mi dicono che non venga visualizzata su tutti i computer.
La stanza dei bottoni è stata sostituita da….
taaaatammmm….
LA STANZA DELLE ASOLE.
Un luogo dove si dice sì ai ricchi e potenti, facendo finta di fare del bene ai poveri e deboli.
Io mi occupo di pianificazione, una delle attività che meno si attanagliano allo spirito caotico mediterraneo. Devi studiare tantissimo, leggere tantissimo e aver il tempo di concretizzare delle idee (se qualcuno, tipo un politico, non è capace di avere un programma politico, chiede ai tecnici di elaborarne uno, salvo poi stracciarlo perchè ai suoi amici burattinai non va bene niente ma solo il caos).
Quel Piano di cui parli è rimasto sulla carta, dentro un cassetto. Solitamente bastava sbandierare il fatto che si avesse un Piano, non che servisse a qualcosa, come hanno fatto a Taiwan per esempio (i cinesi democratici).
Di Maio a metà febbraio regala 100.000 mascherine dell’esercito ai cinesi non democratici, salvo poi rimanerne senza quando serviverebbeo in Italia e costringendosi a chiedere ai Paesi amici europei. Ma la crisi e la carenza erano già in atto, con effetti poco solidali, perlomeno nei primi giorni. I cinesi, quelli non democratici, quelli che hanno scatenato il coronavirus con le loro pratiche poco trasparenti di uso/abuso degli animali (il coronavirus è una forma di zoonosi), hanno poi detto che ci avrebbero presto presto portato le mascheirne di cui necessitavamo, con priorità Amazon e pagandole. Alcune erano quelle di Di Maio, ma non fa nulla. Non sapevo se ridere o piangere…
Concludendo: il COVID19 come tutte le vicende REALI-BIOFISICHE del Pianeta, tende a essere indifferente alle chiacchiere da bar dei politici di tutto il Mondo, cinesi e non.
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Orcocan, La Stanza Delle Asole è uno dei concetti più potenti che ho sentito negli ultimi trecento anni. Prima, in effetti, qualche altro concetto potente l’avevo sentito, per essere onesti. Ma erano soprattutto poeti assiri, commercialisti cambriani, plancton tiepido. Ma la Stanza Delle Asole mi ha scosso prepotentemente la ghiandola dell’immaginario.
Se mai ne farò un libro, una serie, un gioco da tavolo o uno stile per copriletto ti riconoscerò i diritti di invenzione.
Nel merito, resta una delusione cocente. Ma c’è anche il risvolto positivo. Senza un gruppo di Ragazzi Del Presidente superintelligenti, infatti, non c’è il rischio di un’altra Superga. Metti che i Ragazzi fossero finiti vittima di un cedimento strutturale qualsiasi: il quoziente intellettivo medio del paese ne avrebbe risentito, e saremmo diventati un paese un po’ più scemo. E invece così, senza Ragazzi, la nostra scemenza resta al sicuro, stabile e intonsa.
Se non è una consolazione questa…
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Guarda se ne te fai qualcosa della Stanza delle Asole a me basterà vederne i benefici…Ma chi sono “il gruppo di Ragazzi del Presidente superintelligenti”? e cosa c’entra Superga? Temo che la mia di intelligenza sia ancora più rarefatta… 😦
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Niente, il problema è mio. Mai degustare Lambrusco a metà pomeriggio.
I ragazzi del presidente sono il gruppo che non esiste, quello che passa le ore nascosto nei bunker segreti a pianificare piani di risposta alle catastrofi. Nella mia zucchina svitata, dovrebbero essere scelti tra i più intelligenti di noi, no? Pensa che idiozia far fare un piano a un demente. (Oops, ogni riferimento a fatti e persone reali è assolutamente causale.)
E allora se un gruppo di menti eccelse di tal calibro dovesse per qualsiasi motivo esser spazzato via dal suolo patrio – esempio tragedia simil-Superga, ma anche fuga in paradisi tropicali, emigrazione perpetua in altro paese, fuga di cervelli classica, o raggiungimento di Quota 100 – allora il QI medio italico subirebbe una brusca riduzione.
(E quando dico “brusca”, lo dico apposta con la “b” minuscola.)
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Sono scoppiata a ridere…” Pensa che idiozia far fare un piano a un demente.”
Temo Superga capiti quasi tutti i giorni.
Invece le zucchine umane (le vegetali mi piacciono molto), alle quali non appartieni (fidati, ti ho fatto il test prima di iscrivermi al tuo bellissimo blog) abbondano e parlano, cianciano, frantumano i ma**ni…
La prossima volta, per migliroare le tue perfomance bevi del buon Amarone. Dagli 11° tenerini del Lambrusco passeresti ai 14° ruvidi dell’Amarone. Con effetti straordinari… ;-)))
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Ho provato l’Amarone. Risultato: rispondo il 19 novembre a un commento del 30 settembre.
E, in mezzo, non ho scritto un romanzo, non ho composto una sinfonia, non ho fatto una saga.
E guai a chi mi cambia una vocale in fondo alla frase precedente… 😉
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