Carissimi extraterrestri,
vi scrivo a nome dei governanti degli otto paesi più industrializzati di questo pianeta.
Abbiamo colto con grande soddisfazione il genuino entusiasmo che, fin dal giorno del vostro arrivo, avete dimostrato nello studio del nostro mondo.
Ci riempie di un immenso piacere il constatare quanto vi diate da fare per interagire con quanti più terrestri possibile, per imparare al meglio la nostra storia e assimilare i nostri usi e le nostre tradizioni.
Dal momento però che si profila all’orizzonte la concreta possibilità di intraprendere un lungo e fruttuoso periodo di scambi commerciali tra i nostri due pianeti, onde evitare futuri fraintendimenti riteniamo opportuno darvi alcune informazioni sui reali meccanismi di funzionamento della nostra amata Terra.
Sono argomenti piuttosto noti ma nondimento abbastanza delicati, ragion per cui facciamo appello non solo alla vostra evidente intelligenza, ma anche alla vostra proverbiale discrezione.
Come ricorderete, nelle cerimonie dei primi giorni vi abbiamo subissato di discorsi ufficiali che facevano riferimento alla grande varietà dei popoli e delle nazioni della Terra.
La ricchezza è nella diversità, vi abbiamo detto, e nonostante le differenze di lingua, di abitudini, di prodotto interno lordo, di sviluppo tecnologico e di pigmentazione, siamo una razza sola, orgogliosamente portatrice di una comune eredità di esseri umani.
Bene, come è probabile che aveste già intuito, erano tutte vaccate.
L’uguaglianza, figuriamoci. Stessi diritti per tutti, ma andiamo. Chi potrebbe mai sciropparsi frescacce del genere?
L’uguaglianza fra tutti i membri di una comunità, oltre a essere un’utopia sul piano logico e un controsenso su quello biologico, è anche la più grande catastrofe immaginabile.
In una società di esseri perfettamente uguali, infatti, con lo stesso status e gli stessi diritti, a chi dovrebbe toccare di alzarsi nelle mattine d’inverno per spalare la cacca da sotto il culo delle mucche?
Chi dovrebbe aver voglia di infilarsi in una miniera, o in una fonderia, o in un macello, o in un impianto di compostaggio, o su una piattaforma in mezzo al mare, mentre gli altri restano a letto a leggere trattati di filosofia?
Chi vorrebbe passare le proprie giornate spennellando colla vinilica e solventi tossici su scarpe da ginnastica alla moda, mentre altri fanno gli architetti, gli skipper, o i giurati alle eliminatorie di “Miss Culetto D’Oro”?
Senza un’ampia riserva di gente povera e disperata (anzi: senza una schiacciante maggioranza di gente povera e disperata) nessuna società potrebbe mai reggersi in piedi.
E’ sempre andata così, e non si vede come potrebbe andare diversamente.
E’ la Storia, bellezze.
Per nostra fortuna, su questo pianeta la maggior parte della popolazione è ignorante, egoista, distratta e fessacchiotta, e così con due o tre favolette ben piazzate riusciamo a tenere tutti tranquilli.
Per cui, cari amici extraterrestri, se volete fare affari con noi, dovete ficcarvi bene tra le antenne che i poveri e i disgraziati sono la più importante risorsa che avrete mai tra i tentacoli. E quindi è di fondamentale importanza che riusciate a procurarvene quanti più è possibile. E al più presto.
Dai vostri racconti abbiamo invece appreso che le nazioni il cui è diviso il vostro pianeta sono, da un punto di vista economico, tutte abbastanza simili. Questo è un bel guaio: senza nessuno squilibrio tra le forze in gioco, non riuscirete mai ad avviare un autentico libero mercato.
Per cui vorremmo consigliarvi di concentrarvi sulla vostra particolare nazione d’origine. Sappiamo che il vostro paese è più grande degli altri, e quindi è popolato da molti più individui. E oltretutto ha vissuto in pace per molto tempo, a differenza degli altri che, chi più chi meno, hanno periodicamente subito attacchi e invasioni da parte di stati confinanti.
Voi siete quindi nella posizione migliore per far tesoro di qualche piccolo suggerimento, che in tutta amicizia ci sentiamo di darvi.
Sette piccole perle. Non da farci orecchini, però (ne abbiamo piene le tasche di gente con gli orecchini di perla), ma da infilarsi comunque per bene nelle orecchiette.
Promuovete immediatamente la costituzione di un organismo economico sovranazionale con il compito di gestire ingenti quantità di denaro – o di quello che sul vostro pianeta usate al posto del denaro. L’idea è che, in caso uno dei vari Stati dovesse un giorno trovarsi in difficoltà, il Grande Organismo potrebbe magnanimamente elargirgli un prestito.
Visto che il Grande Organismo non è una nazione, e sarà quindi privo di territorio e risorse proprie, le sue riserve economiche dovranno per forza di cose provenire dalle casse dei vari Stati del vostro mondo. Il che vuol dire, in soldoni, dalle tasse che pagano i cittadini.
L’Organismo, come abbiamo detto, dovrà avere carattere sovranazionale, ma per una questione di comodità è bene che abbia il suo quartier generale nella vostra nazione (magari proprio nella capitale, eh eh eh), e che la valuta di riferimento usata per i prestiti internazionali sia la vostra. Capirete il motivo tra un attimo.
A questo punto, aspettate pazientemente che uno Stato straniero abbia bisogno di un prestito. Quando questo accadrà, andate da quello Stato e cercate di capire di cosa ha bisogno.
Ponti? Dighe? Strade? Porti? Aeroporti? Centrali elettriche? Acciaierie? Oleodotti? Ospedali? Scuole? Fibra ottica?
Compilate una bella lista, e assicuratevi di non lasciare fuori niente. Anzi, per star sul sicuro, metteteci dentro tutto.
Fatto questo, tornate a casa, andate dal Grande Organismo, e passategli la lista.
E ora, un minimo di attenzione.
Per far funzionare tutto il marchingegno, il Grande Organismo si guarderà bene dal mandare il denaro necessario al Paese che ne ha fatto richiesta. Sarebbe un errore da polli.
Al contrario, ingaggerà per la progettazione e la realizzazione di tutte quelle opere mirabilanti una serie di aziende e compagnie… del vostro stesso paese!
E’ chiaro il concetto? Non aziende locali del paese bisognoso, ma aziende vostre!
Grazie a questa astutissima mossa, le vostre aziende riceveranno dall’oggi al domani ingenti capitali gentilmente offerti dai contribuenti di tutto il mondo, e questo (ovviamente) ancor prima di aver mosso un muscolo, e di aver progettato (e men che mai costruito) financo un pollaio.
Naturalmente, quanto più faraoniche saranno le opere promesse, tanto più ingenti saranno i capitali che finiranno nelle vostre tasche.
(Non è meraviglioso? Pensateci bene: il denaro non dovrà neanche essere trasferito all’estero. Passerà tranquillamente da un conto corrente del vostro paese ad un altro, magari addirittura nella stessa filiale della stessa banca. Questa è arte, cari nanerottoli verdolini, pura arte.)
Ora, non vorremmo insultare la vostra intelligenza, ma è ovvio che le aziende beneficiarie degli appalti del Grande Organismo non dovrebbero essere pescate a caso dall’elenco del telefono. Se i vostri leader sono gente furba, provvederanno a creare loro stessi delle aziende ad hoc, che amministreranno in prima persona o faranno gestire a propri sottoposti, amici, amanti o consanguinei.
Adesso, però, viene davvero il bello.
A questo punto infatti il paese che ha richiesto il prestito non ha ancora visto il becco di un quattrino né la realizzazione di alcuna opera, ma ufficialmente è già in debito.
Deve pertanto restituire al Grande Organismo (e non, badate bene, ai cittadini) una somma di denaro pari alla quantità di denaro pubblico che avete abilmente girato alle vostre aziende (private).
E quindi il paese bisognoso dovrà versare ogni anno al Grande Organismo la sua quota di restituzione del debito, più gli interessi.
Riassumendo: oltre ad avere creato un imponente flusso di denaro che parte dalle tasche dei cittadini di tutto il pianeta, transita per le casse del Grande Organismo, e finisce in quelle di oscure aziende private (che sono vostre), avete anche obbligato uno Stato sovrano ad alimentare ulteriormente quel flusso con altro denaro. Cioè avete creato denaro dal nulla. Tutto per voi.
Vi rendete conto della genialità di tutto questo?
Ma ora ascoltateci bene, cari amici alieni.
Perché se avete già fatto trenta, tanto vale far trentuno.
Il vero trucco di tutta la faccenda è assicurarsi che il paese indebitato non abbia i mezzi per ripagare il debito.
Esatto. Non li abbia.
Perché se li ha, vi ripaga e il gioco finisce.
Se invece non li ha, si aprono prospettive molto più interessanti.
In caso di insolvenza, infatti:
- Potrete pretendere a titolo di risarcimento i diritti di sfruttamento delle sue risorse naturali.
- Oppure potrete pretendere che quel paese vari riforme che facilitino le vostre esportazioni, le vostre aziende, o altri vostri interessi.
- Potrete anche chiedere la cessione di beni pubblici di particolare valore, cosa che di solito i locali non gradiscono, chiamandolo “ricatto” o “saccheggio”. Ma se cambiate il nome in, ad esempio, “privatizzazione” o “cartolarizzazione”, allora diventa una cosa accettabilissima.
- Potrete addirittura pretendere che quel paese appoggi con il suo voto tutte le mozioni che avrete voglia di presentare nelle più svariate sedi internazionali, oppure che appoggi la candidatura di vostri connazionali alla direzione di tali organismi.
Il tutto, ci teniamo a ribadirlo, senza aver dato al paese una sola moneta o aver tirato su un solo muretto.
Ma avendo già ricevuto i fondi internazionali.
E, spesso, addirittura con il plauso dell’opinione pubblica internazionale, per la quale voi siete ufficialmente (pensa un po’) addirittura dei benefattori.
Magia, signori, pura magia.
Ma… notiamo una strana luce nei vostri occhi sfaccettati.
Forse… forse una nuova opportunità si sta già facendo strada nei vostri encefali trilobati.
Forse siete già in grado di anticipare la prossima mossa.
Astuta, astutissima mossa.
E se invece non ci arrivate da soli, potete cliccare qui.
“L’ottava perla”: seconda e ultima parte.
Ispirato da una infinità di libri, articoli, documenti e documentari. Tre su tutti: “La globalizzazione e i suoi oppositori”, di Joseph Stiglitz (2002); “Confessioni di un sicario dell’economia”, di John Perkins (2004); “Shock economy”, di Naomi Klein (2007).
Grande Niarb,
non ho più parole.
Appena le ritrovo, elogio e forse commento
Orsù
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Arcana imperii revelavi, caro mio.
Adesso vediamo se mi abducono prima della Parte 2. 😉
Grazie!!
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Ho come il sospetto che gli extraterrestri lo abbiano già fatto…ma io sono sospettosa…
(Niarb, noi siamo una specie con tante razze dentro…I.T.C.T.U.P.R.M.M.C. …il tuo correttore tassonomico un po’ rompiscatole ma molto carino…;p)
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Beh, sai, io mi riferivo a degli extraterrestri molto più ingenui.
E decisamente extra. 😉 Non so, tipo gli orsetti di Guerre Stellari…
In ogni caso il Nobel 2014 per l’acronimo dell’anno viene assegnato d’ufficio a I.T.C.T.U.P.R.M.M.C.
Amica, dai retta a me, fatti un acronimo tuo. Poi stampalo, e indossalo sempre.
Anche se qui la classica maglietta non basta; serve almeno una sciarpa. 🙂
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Secondo me, gli alieni leggono, perché sono gente cortese, e poi mandano tutti affanculo e si cercano un mondo migliore. Loro che possono viaggiare.
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Spero vivamente che tu abbia ragione, e che gli alieni siano più del tipo E.T. / Maestro Yoda che del genere Alien / Predator.
E poi hai ragione, la gente che viaggia (a parte i marines) di solito è di vedute più ampie.
Siamo noi che dovremmo stare in occhio a queste piccole perline. E sentire i brividini nella schiena quando sentiamo parlare di interventi “di aiuto” alla nostra economia, di necessità di coprire il debito pubblico con interventi strutturali, e di dismissione di beni dello Stato improduttivi.
Se non ci abituiamo a tenere le antenne ben dritte, va a finire che quando arriverà il boia a insaponare la corda che abbiamo intorno al collo penseremo che sia un gesto di cortesia… 😉
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E sei stato delicato anche con l’esempio della corda intorno al collo, perché quello che sento io non è una corda. E soprattutto non sta appena sotto la testa.
E c’è da dire che alien è una bestia, e predator pure. Ma predator ha una sua filosofia.
Vabbè, ora spazio troppo, ho molto apprezzato questo tuo post e il tuo commento.
Buon lunedì.
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Quello che senti non è una corda… e tocca più in basso?
Girati molto lentamente, e appena possibile spalle al muro e via lungo le pareti!
In casi del genere io faccio così. 🙂
Tu comunque non spazi mai troppo. Anzi, mi hai appena fatto scoprire che Predator ha una filosofia, devo esserti grato. 😉
(Ma quale filosofia, resta un mistero. Anche se, e non me ne ero reso mai conto prima, in effetti assomiglia parecchio alla mia prof di filosofia del liceo. Specie per i dreadlocks.)
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Carissimo Niarb al contrario…visto che ti sono cresciute le antenne (io le avevo già, tu, in qualità di M.S.U.A.S.S. – mio storico ufficiale anche se smemorato – dovresti ricordarti che te lo dissi almeno 30 o 40 anni fa) dalla strizza/rabbia/consapevolezza provocata da FMI e WB e BCE (perchè la chiamano troika secondo te? perchè sono in tre? allora tutto ciò che si raggruppa in tre è una troika? ma ti sembra normale?) non è che sei tu (magari anche io) UN EXTRATERRESTRE?
Vedo gente che allegramente persegue fini BAU vivendo in un mondo virtualmente infinito BAU, non vede il riscaldamento globale (anzi pensa che chi ci crede siano dei buontemponi tipo i quasi 1000 migliori scienziati del Pianeta…il bello è che ne parla…perchè ne parli se non ne sai un ca**o?, VEDE SOLO LA SUA EGOISTICA PANCETTA da smaltire in palestra…
ma come siamo diventati così lontani dalla NATURA?
SETTE DOMANDE.
Daniela
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Beh, essere un M.S.U.A.S.S. mi inorgoglisce fino alle lacrime. Meno male che sul blog non si vede.
La troika è giusto chiamarla troika perché così quando uno vede i ghiacciai della Patagonia ridotti come una scatola di Maxibon nel forno a microonde può giustamente esclamare: “Ma porka di quella troika!“.
Infine, te l’ho detto 50 o 60 anni fa, Dani: continua a martellare! Fregatene delle egoistiche pancette. Martella! 🙂
E comunque non sono affatto smemorato. Il mio è proprio Alzheimer.
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Credo di avere perso il filo del discorso 1 o 2 … cento volte.
Appena mi passa il mal di testa commenterò
Savio
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In effetti ai campionati mondiali di sintesi non mi sono mai piazzato in posizioni di rilievo. .. 🙂
Attendo un tuo commento, comunque. Grazie!
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