“Romanzo criminale” racconta la storia della Banda della Magliana. Che è una storia molto più complicata di quello che si potrebbe pensare, perché è una storia 100% italiana.
Non è la storia di una semplice banda di ladri, assassini, o terroristi. E’ la storia di una organizzazione criminale incredibilmente complessa, potente, e pervasiva. E’ una storia in cui si intrecciano attori e interessi tra i più variegati, anche se in fondo sempre i soliti. Ci sono di mezzo le organizzazioni criminali tradizionali (cosa nostra, camorra, ‘ndrangheta), ma anche terroristi di destra, massoni piduisti, esponenti del mondo della politica, servizi segreti deviati e, naturalmente, il Vaticano.
E’ al limite dell’umano cercare di venire a capo, da soli, dell’inestricabile groviglio di responsabilità e collusioni che hanno insanguinato il Bel Paese negli anni ’70 e ’80 della vecchia datazione. Ma, per fortuna, ci sono sempre gli eroi. Perlomeno, nella narrativa.
E così in “Romanzo criminale” si narra di come un bel giorno il commissario Scialoja, il Davide di turno che si oppone a questo immenso e multiforme Golia, dopo anni di indagini si trovi finalmente faccia a faccia con un uomo che sembra saperla lunga.
E’ “il Vecchio”, un misterioso funzionario dei servizi segreti che pare sbucare dal nulla ogni volta che si verifica qualcosa di particolarmente efferato ad opera della banda.
Scialoja minaccia di arresto il Vecchio e gli intima di confessare la sua vera identità. E il Vecchio risponde (nel video, dal minuto 3’50” in poi).
Il Vecchio, naturalmente mai arrestato, spegne la lampada del suo studio, e si ritira in silenzio (nel video, dal minuto 11’00” in poi). Sulla scrivania lascia un appunto:
Un secondo più tardi, nasceva la Seconda Repubblica.
Ispirato dal film “Romanzo criminale” di Michele Placido, 2005, e dall’omonimo romanzo di Giancarlo De Cataldo, 2002.
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