Mappamondo

Di Amezin Ollivud Sains Ficscion Muvis Reviù

Critica cinematografica?
Da quando in qua su Afterfindus ci si occupa di critica cinematografica?
Da mai, appunto.
Quindi era arrivato il momento di farlo.

 
E quindi ecco a voi le mie imprescindibili riflessioni su dieci film di fantascienza pescati a caso dalla mia variopinta videoteca.
Perché proprio di fantascienza? Ma poffarre.
Perché, come diceva Pristicanio di Aleppo (o forse era John Campbell, non mi ricordo mai) la fantascienza è quella forma di narrativa che racchiude in sè tutte le altre.
E se vi pare poco…

Le recensioni: sono dieci, sono velocissime, sono del tutto personali, e (soprattutto) sono in ordine rigorosamente sparso.
Sperando di potervi regalare qualche ora di intrattenimento intelligente per le prossime serate – o, parimenti, di risparmiarvi inutili agonie.
Buon divertimento.
 


1) Equilibrium

1Un film che potrebbe tranquillamente essere definito un capolavoro assoluto, perlomeno in un universo parallelo in cui nessuno ha mai sentito parlare di “Matrix”, “1984”, e “Fahrenheit 451”.
Perchè in effetti si tratta delle avventure di un tizio uscito pari pari da “Matrix” che abita in un mondo identico a quello di “1984” e che vive una storia uguale a quella di “Fahrenheit 451”.

Oops, mi spiace, non volevo rovinarvi la sopresa.
A me, “Equilibrium” non l’ha rovinata. Proprio per niente. 

 

2) Total Recall

2La storia di una superspia che, per infiltrarsi tra i nemici come Dio comanda, si resetta la memoria e si impianta dei ricordi prefabbricati. Solo che quando vanno per rimettergli su la memoria originale ne salta fuori un’altra, e poi un’altra ancora, praticamente una serie di matrioske in cui ogni personalità è schierata con la fazione avversa a quella precedente (ribelle, filogovernativo, ribelle, filogovernativo, ribelle eccetera). Come frullare insieme Bin Laden con John Wayne.
Chiaro che il poveretto comincia a nutrire una serie di dubbi mica da ridere sulla sua vera identità, e (di conseguenza) sulla sua missione.

Come se non bastasse, il super-bipolare è anche conteso tra due eroine: una molto buona e l’altra, per par condicio, terribilmente cattiva. Entrambe sexy, estremamente toniche, e sempre pronte a dargli (non pensate male) una mano. Anche se a volte con un coltello dentro. Mica male, eh?

 
Devo ammettere di avere l’età per aver visto al cinema la versione originale, quella con Arnold Schwarzenegger e Sharon Stone.
E già all’epoca pensai: “La storia è bellissima. Che è normale, visto che il film è tratto da un romanzo dell’incommensurabile Philip K. Dick. Peccato però per le troppe scazzottate, fughe e inseguimenti. Se avessero insistito un po’ di più su trama e personaggi e si fossero risparmiati qualche hollywoodata, sarebbe stato perfetto”.

Ventidue anni più tardi, diludendo. Il remake del 2012 dimostra in modo inequivocabile che le mie sagge osservazioni non sono mai giunte alle orecchie cocainate degli sceneggiatori losangelesi. Perché, fatta a pezzi anche l’ultima parvenza di trama, in questa versione restano praticamente solo le scazzottate e gli inseguimenti.
Che senza una solida storia su cui appoggiarsi, vi dirò, perdono un filino di senso.

Da un punto di vista puramente cinematografico, la scelta di Colin Farrell con la sua perenne faccina da bimbo caratteriale riesce a rivalutare persino l’interpretazione dell’ex-governatore della California. E Kate Beckinsale, pur apprezzabilissima in pantacalza, da sola non basta.

 

3) Surrogates – Il mondo dei replicanti

3Ffffiuuuu, fiato. Finalmente fantascienza da antologia! Mia personalissima opinione (con valenza pertanto di legge coranica) è che questo sia un capolavoro con fiocchi, controfiocchi e contropennacchi terzarolati a sbuffo. Da conservare in cineteca, in un posto lontano dalla polvere e dagli animali domestici, e riguardare a intervalli regolari.

Nei primi due straordinari minuti, “Surrogates” dice tutto. Un centinaio di secondi in cui si descrive la transizione dal nostro mondo ossessionato dal look e dalla chirurgia estetica ad uno in cui, pezzo dopo pezzo, saranno tutti i nostri corpi a essere sostituiti.

Abbiamo cominciato tanto tempo fa con ritocchini superficiali, da dilettanti: i capelli tinti, le lenti a contatto colorate, le unghie di plastica. Poi è stata la volta delle cose serie: il cuore artificiale, i menischi in alluminio, le ossa imbullonate, i legamenti in carbonio, i reni trapiantati, la cuffia del rotatore teflonata, e un’orgia di stent e bypass. Poi siamo passati al frivolo: e via di tette finte, pettorali al silicone, depilazioni definitive, sopracciglia tatuate, zigomi tirati, chiappe botulinate, vaginoplastiche, ani sbiancati…

Facile immaginare un giorno in cui manderemo in giro (al lavoro, al cinema, a far l’amore) un nostro simulacro, perfetto, mentre noi resteremo a casa, nascosti in uno sgabuzzino, ad aspettare che il clone torni a raccontarci come è andata la nostra giornata.

Lo diceva San Fagiolo l’Aerofagita: la fantascienza più allucinante non è quella dei mostrini e delle astronavi. E’ quella che esplora quel misterioso universo che è l’essere umano.

Dieci e lode, passo e chiudo.

 

4) In time

4Ancora, un film perfetto.
Altro che uscire dall’euro, restare nell’euro, tornare alla lira, e balle del genere. In un futuro non troppo remoto, la moneta di scambio sarà il tempo.

Grazie a un chip impiantato al momento della nascita, a vent’anni si arresta l’orologio biologico di ogni individuo, e quindi si smette di invecchiare. Tutti ventenni, forever.
Il giorno del ventesimo compleanno, però, il maledetto chip fa scattare un micidiale conto alla rovescia: ancora trecentosessantacinque giorni, e si muore.

E’ però possibile guadagnarsi dell’altro tempo. Per farlo, i poveracci devono lavorare (ma guarda un po’). Una giornata a spaccarsi la schiena in fabbrica, nei campi o in una pizzeria può essere ripagata con qualche ora di vita.
Ma vivere costa. Il cibo, i trasporti, l’affitto: tutte cose che costano ore, minuti o secondi.
E quindi a fine giornata i poveracci fanno i conti: avevo cinque mesi di vita, oggi ho guadagnato sei ore, poi ho dovuto pagare tre giorni al dentista, ventisei secondi al giornalaio, Gionni mi ha restituito quei sei minuti che gli avevo prestato, e ho saldato al meccanico le cinque ore che gli dovevo. Quindi mi resta da vivere… (fate voi i conti).

E’ quel che si dice “giocare sul filo dei secondi”.

I ricchi invece vivono molto più rilassati. Tutti belli fighi e ventenni, e normalmente con caterve di tempo in banca. C’è chi ha da parte anni, chi decenni, chi addirittura secoli. E possono quindi permettersi spese pazze, come un’automobile che costa sessant’anni o una villa con piscina da tre secoli e mezzo.

Insomma, quando “il tempo è denaro” non è più un modo di dire ma la realtà, espressioni come “Hai un minuto per me?” “Puoi darmi cinque minuti?” o “Dovrai spenderci ore” acquistano tutt’altro significato. (Pensateci un attimo: merita.)

Oltre a questa geniale premessa, c’è dietro anche una bella storia, un buon ritmo, e addirittura un messaggio molto chiaro sull’economia di mercato: inutile farsi illusioni. Semplicemente, non c’è tempo per tutti.
Splendido.

 

5) Prometheus

5Prometheus avrei dovuto vederlo in TV. Perché se mi stravacco sul divano non c’è niente che riesca a tenermi sveglio, niente. E così sarei crollato dopo il primo tempo, e mi sarebbe rimasta dentro un’impressione positiva.

Perché in effetti il primo tempo di “Prometheus”, va detto, è fantascienza di classe. L’esplorazione del pianeta sconosciuto, l’astronave aliena abbandonata, i resti di un’antica civiltà misterosa. Tutto molto classico, elegante, ben fatto. Un tranquillo ritorno a casa.

Poi comincia qualche dettaglietto splatter – e pazienza. Ci vuole pur qualcosa da mettere nei trailer.
Ma quando sbuca fuori il marzianino cattivissimo e sputazzante, mi è scesa la catena.
No, ancora Alien, no.
Questa non è fantascienza: è un’ossessione. Una psicosi, un chiodo fisso, una manifestazione solipsistico-nevrotica che avrebbe fatto la gioia del Sigmund Freud dei giorni migliori.
Ma è mai possibile che come abitanti dell’immenso Universo i film maker californiani non riescano a immaginare altro che macrocefali grinzosi, sbavuscianti, e perennemente a stomaco vuoto?

Aridatece Obi Wan Kenobi.

 
Una nota per gli sceneggiatori. Charlize Theron interpreta un ruolo assolutamente inutile, ma non c’è problema. Riempie infatti splendidamente la sua tutina di neoprene, e tanto basta.
In caso di ri-edizione del film, però, provate a considerare di fargliela sgusciare via di dosso, ogni tanto. Chissà, magari si riuscirebbe a evitare che la gente si metta a russare in sala.

 

6) Frequently Asked Questions About Time Travel

6E questo vediamo chi lo conosce. E’ un film da nerd, sui nerd, con protagonisti nerd.
Ma è anche un film inglese, pieno fitto di humour britannico. Ed è semplicemente favoloso.

A parte le prime sequenze in un luna park, si svolge praticamente tutto all’interno di un pub.
Ma, quanto a viaggi nel tempo, non si fa mancare niente. Paradossi, cronoloop, errori temporali, futuri alternativi: ce n’è per tutti.

Geniale, divertentissimo, intelligente. Se venisse fuori che è tratto da una sceneggiatura scoperta postuma dagli eredi di Douglas Adams, non mi stupirei.
Per gli intenditori: assolutamente da non perdere.

 

7) Saturn 3

7Vallo a spiegare al sindacato delle comparse.
Uno stracult del 1980, girato (anche questo, a parte un paio di minuti all’inizio e la sequenza finale) con tre soli attori. Ma che attori.
Un roccioso Kirk Douglas nel fiore degli anni, un incredibile Harvey Keitel semiadolescente, e una Farrah Fawcett semplicemente mozzafiato.

Uno scienziato cattivo si rifugia in una remota stazione spaziale in cui vivono due scienziati-amanti, felici e solitari. Là il cattivo costruisce un robot antropomorfo, programmato per imitare in tutto e per tutto le sue azioni.
Ovviamente lo scienziato cattivo si innamora della scienziata bella (ed evviva la scienza), per cui anche al robottone vengono le scalmane.

La prima volta che l’ho visto ero anch’io semiadolescente, e quando sono uscito dalla sala mi sono reso conto che non ricordavo niente della trama, tranne Farrah Fawcett. Ho dovuto vederlo altre tre volte (per fortuna era in seconda visione) per cominciare a staccarle gli occhi di dosso.
Rivisto adesso, resta un classico molto ben fatto, ricco di spunti e non banale.

E anche Farrah Fawcett, anche se non c’è più, resta un capolavoro.

 

8) Déjà Vu

8Se uno riesce a mandar giù la boiatina che il passato può essere ricostruito grazie a un complicato sistema di interpolazione dei dati di webcam, intercettazioni ambientali e immagini satellitari, la storia è di prim’ordine.

Bello l’intreccio, geniali le sequenze d’azione giocate in contemporanea sui due piani temporali, azzeccato Denzel Washington nella parte di un poliziotto che cerca di evitare un attentato già accaduto e salvare una ragazza già morta (truce, eh?).
Soldi spesi bene.
 

 

9) Source Code

9Un militare deve sventare un gigantesco attacco terroristico. Ha pochi minuti a disposizione, e tutto un treno da esplorare per beccare il colpevole.
Fallisce, e muoiono milioni di persone.
Poco male. Ricomincia da capo.

Un militare deve sventare un gigantesco attacco terroristico. Ha pochi minuti a disposizione, e tutto un treno da esplorare per beccare il colpevole.
Fallisce, e deve ricominciare.

Un militare deve sventare un gigantesco attacco terroristico. Non so se mi spiego.

Se dicessi che la trama è un mix tra uno psicohorror con un tizio rinchiuso in un laboratorio con degli elettrodi piantati nel cervello e “Ricomincio da capo” (quello con Bill Murray costretto a rivivere a ripetizione il giorno della marmotta) vi farei un torto.
Perché in effetti è un gran bel film d’azione, che affronta il viaggio nel tempo con una certa coerenza minimalista.

Non capite di cosa io stia parlando? Neanch’io.
Ma agli amanti della fantascienza senza astronavi Source Code piacerà molto.

 

10) Pandorum – L’Universo parallelo

10
Ma perché, perché farsi del male così, perché.
La trama l’avevate studiata bene. La Terra alle corde per la pressione demografica. La missione per colonizzare un pianeta simile. Le difficoltà psicologiche di un lungo viaggio interstellare, e la pressione della responsabilità per il futuro della razza.
Stavate andando bene, porcaeva.

E poi invece mi siete crollati sulla sceneggiatura.
Perché, dico io, tutto il film dev’essere un’infinita corsa a perdifiato per i corridoi dell’astronave, tutti uguali, bui e sgocciolanti, con ogni quattro-cinque minuti una noiosissima scazzottata con degli urandi mostrini che sembrano dei punkabbestia con la faccia dipinta da uno stregone indiano strafatto di crack?
Alien l’abbiamo già visto. I Guerrieri della Notte pure. E allora.
Anche questo, mi dispiace, diludendo.

 


Adesso però piantatela con i popocorn. Danno noia.
E spegnete i cellulari.
Buio in sala.
 

Discussione

17 pensieri su “Di Amezin Ollivud Sains Ficscion Muvis Reviù

  1. Niente da fare, la migliore rubrica del sito. Il che é tutto dire.
    Peccato che tarpi le ali a quelli che vorrebbero intavolare la discussione obligandoli ad andarsi a vedere tutti i films. Bel colpo, satanico niarb !
    San Fagiolo l’Aerofagita mi fatto infiammare i mascellari.

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    Pubblicato da viman | 21 marzo 2014, 10:36 am
    • Quindi, dici, ho trovato la strada. Quella buia e sgranocchiante di un cinema di seconda visione. 😉

      A proposito, lungi da me creare un post d’élite. Si vede che il satanismo ormai mi viene spontaneo.

      Sono infine molto lieto che condividiamo la medesima devozione per il santo Aerofagita. Ricordiamo come dopo essere stato scartato al casting per entrare nei sette nani (per i quali, bisogna ammettere, aveva già un nome appropriato, previo cambio di accento sulla bisdrucciola), il Santo prese la strada del Brasile, dove predicò, invento la feijoada, e (anche se è meno noto) il motore a scoppio.

      Sia lode a lui, sempre e comunque (tranne che negli ascensori e in altri spazi stretti).

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      Pubblicato da niarb | 22 marzo 2014, 2:07 PM
  2. Oddio mi fai morire!:’)
    Io ho visto solo In time (bellobello), anche perché non sono una grande appassionata del genere. Anche se a leggerti mi faresti appassionare più o meno a qualunque cosa!:)

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    Pubblicato da V. | 21 marzo 2014, 12:13 PM
    • Questo è un invito a nozze. Ora devo decidere se dedicare il prossimo articolo alla meccanica quantistica, all’analisi critica dei documentari sui castori, a uno speciale sui proverbi di mia nonna, o ai sonetti di Karl Heinz von Krapfen (l’erudito belga che usava solo la lettera “i”).

      Comunque grazie della gentilezza. In futuro cercherò di stare più attento: non intendo a-s-s-o-l-u-t-a-m-e-n-t-e farti morire.
      E nemmeno farti sbucciare un ginocchio. 🙂

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      Pubblicato da niarb | 22 marzo 2014, 2:05 PM
  3. Non li ho visti tutti. “Pandorum” l’ho iniziato un paio di volte per poi addormentarmi (lo danno spesso di notte su Rai 4, Rai Movie o Rai qualcosa). Pare interessante Surrogates, ho adorato Source Code (e Moon).

    Comunque a me Total Recall (versione Schwarzy) piace parecchio 🙂

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    Pubblicato da Gianluca Bartalucci | 21 marzo 2014, 8:52 PM
    • Ecco, allora di Pandorum hai visto quello che c’era da vedere. Probabilmente il romanzo (se c’è) sarà anche bello – non è possibile mettere tutti quei mostrini e quelle noiose imboscate su carta. E la trama, come dicevo, sotto sotto si vede che è stata pensata. Ma il film, a mio modesto avvisto, è troppo monocorde.

      Ovviamente condivido l’entusiasmo per Source Code e anche per Moon (che non ho tirato in ballo solo perchè mi ero imposto di fermarmi a 10 film), e sul Total Recall originale (che tra l’altro vorrei incontrare chi ha avuto l’idea di distribuirlo col titolo “Atto di forza”, per infilargli un tampone nel naso) ti dico solo che, dopo averlo visto al cinema, ho comprato anche il DVD. 🙂

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      Pubblicato da niarb | 22 marzo 2014, 2:06 PM
  4. Certo che ne hai di tempo libero, Niarb! Io, dopo dieci anni di totale monopolio televisivo di mia figlia, potrei fare le recensioni giusto di Peppa Pig. Che sconsiglio.

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    Pubblicato da Haldeyde | 22 marzo 2014, 12:21 am
    • Peppa Pig non me l’ha mai contata giusta. Ha una faccia decisamente fallica. Stai in occhio a cosa propini alla piccola…

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      Pubblicato da niarb | 22 marzo 2014, 2:10 PM
      • Guai a te se mi tocchi Peppa Pig!!! E’ la mia cocca! Non provare a dire cosacce e a fare allusioni su di lei, pervertito! 😉

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        Pubblicato da BeaQ | 22 marzo 2014, 4:29 PM
        • Senti. E’ un maiale. Fa “Pig” di cognome, giusto per ribadire il concetto. E di nome fa “Peppa”, che in bolognese significa letteralmente “atto onanistico solitario”. E poi, ribadisco, ha una faccia che ne trovi fin che vuoi sui muri dei bagni delle scuole. Basta aggiungere gli occhi e la mezzaluna della bocca.
          E’ un pisello. Rosa, che va benissimo.

          Continua a starmi sullo stomaco molto di più Hello Kitty, anzi, non ho niente contro Peppa Pig. Ma è un pisello. Rosa. Dal nome masturbatorio.
          Rassegnati.

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          Pubblicato da niarb | 22 marzo 2014, 7:37 PM
  5. Bella niarb, anche se su due, tre titoli non sono sintonizzato, (ma va bene cosi’ se no non c’e’ piu discusdione) il post e’ bellissimo!!! E mi fai sempre scompisciare di brutto!!!!

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    Pubblicato da lupokatttivo | 19 aprile 2014, 10:32 am
    • Altro che non sintonizzato. Qui c’è dibattito vero (ooh, era ora). 🙂
      In ogni caso, annuncio solennemente a tutti i naviganti che il sig. Lupokattivo e il sottoscritto stanno studiando la possibilità di rivalutare i film ottenuti mischiando pezzi di altri film, creando nuove inarrivabili opere d’arte.
      Maggiori dettagli nel bellissimo blog Cinemanometro.

      "Mi piace"

      Pubblicato da niarb | 20 aprile 2014, 11:27 am
  6. Equilibrium ha avuto il grande merito di avermi fatto conoscere Cristian Bale ed è un film proprio carino… inizialmente mi sembrava troppo appiattito su Bradbury, ma poi mi stupì. Alla fine è proprio divertente e ha una sua anima. Gli altri me li segno, ho visto solo In time. Credo sia stata una delle poche volte in cui sono uscita contenta dal cinema. Un’altra volta sono uscita persino più contenta… Interstellar. La musica, le immagini, i colori. Quel film va visto al cinema, non mi stancherò mai di ripeterlo… e avrà tutti i buchi nella trama che vorranno, ne ho lette parecchie di recensioni, ma l’emozione che mi ha trasmesso quel film poche altre pellicole l’hanno saputa trasmettere (Titanic forse, e non certo grazie a Di Caprio, al tempo non mi piaceva… è migliorato crescendo) e se non ho ancora scritto nulla a proposito è solo perché credo di avere ancora da realizzare. Sul serio. Mi vergogno da quanto ho amato quel film, lo rivedrei adesso. Ovviamente maxischermo – meglio se al cinema 😀

    Piace a 1 persona

    Pubblicato da Francesca | 22 aprile 2015, 12:13 am
    • Su “Interstellar” (e naturalmente “In Time”) sono assolutamente con te. Anzi, se ne vuoi un altro da vedere come minimo su Imax è “Gravity”, con Sandra Bullock e George Nespresso. Monumentale.

      Su “Equilibrium” mi sono già espresso. Se proprio ti piace Christian Bale allora ti consiglio piuttosto il panettone biblico “Exodus”, che è appena uscito e c’è la scena del Mar Rosso che si schianta sulle bighe del faraone Ramsete – davvero niente male. 🙂

      La scena che mi ha fatto piacere “Titanic” è quella con la nave ormai verticale e la gente aggrappata alle ringhiere che uno dopo l’altro vengono giù come castagne mature. La scena che me l’ha fatto odiare è quella con i due pirla a prua che fanno l’aeroplanino.
      Stavano navigando in mezzo agli iceberg, giusto? E quelli fanno l’aeroplanino, di notte, tra i ghiacci, vestiti come se fossero ancora nel salone delle feste.
      Non si fosse schiantata la nave, probabilmente sarebbero morti di polmonite.

      🙂

      Piace a 1 persona

      Pubblicato da niarb | 22 aprile 2015, 12:32 am
      • La scena dell’affondamento in Titanic è bellissima (cazzarola che finaccia fa quello che rimbalza sulle eliche… poraccio). Anzi, per me il film inizia praticamente al momento dello schianto. I due non si possono vedere. Sono perennemente svestiti, hai proprio ragione. Già che c’erano potevano mettersi in salvo direttamente a bordo dell’iceberg. Anzi, vista la resistenza di lui al freddo mi chiedo come abbia fatto a rimanerci secco nell’Atlantico, in fondo sarà stato -2°, che vuoi che sia.
        Mi vedrò sia Exodus che Gravity, anche se ti confesso che quest’ultimo l’ho evitato appositamente a causa del celebre caffeinomane. Me ne farò una ragione 😀

        Piace a 1 persona

        Pubblicato da Francesca | 22 aprile 2015, 12:41 am

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