Nei miei consueti deliri a valle dell’articolo sull’importanza dei buchi nel formaggio, ho inavvertitamente usato il termine Extreme cakeing.
Daniela e Viman, acuti osservatori (da angolature diverse, ma pur sempre ottimi osservatori – il che garantisce una copertura ottimale del panorama) si sono giustamente interrogati sul significato recondito di tale vocabolo, che io in effetti ho buttato lì con una certa qual noncuranza.
Extreme cakeing. Beh, ci sono in effetti ottime probabilità che si tratti di un neologismo. Googlerò, e nel caso invocherò il mio diritto di conceptsquatting (questo È un neologismo, ho già controllato).
In afterfindusiaco, dicesi extreme cakeing quella pratica microcefalica (e di conseguenza tanto in voga) di realizzare torte monumentali dalle fogge più assurde, tenute insieme da colle viniliche, armature in fil di ferro e calcestruzzo, e verniciate con resine epossidiche che renderebbero incommestibile un qualsivoglia manufatto umano, ancorché originariamente concepito per rientrare nella categoria merceologica degli alimenti.
L’extreme cakeing assurge da ordinaria stronzata televisiva a imperituro documento della crudele follia di questi anni decadenti, caratterizzati da una pietosa minoranza di privilegiati che gongola a veder sprecare cibo, ed alcuni miliardi di disgraziati che di fame, invece, ci crepano.
Come cantava David Beckham sulle note dell’Inno di Mameli (naturalmente con la mano sul cuore), “dov’è la Vittoria?”
Gran putifarre, ho passato una notte d’inferno con il sospetto di aver inconsapevolmente cakeingato! Queste cose non si fanno, non é umano lasciar soffrire in codesto modo la povera gente.
Mi sà che ci siamo giocati il Nobel della letteratura per quest’anno!
(Però, non é che ci fossi andato tanto lontano con il tiro al piattello fossa con tirasassi e mozzarella).
Per il prossimo campionato mondiale di cakering propongo di inscrivere i bronzi di Riace per i 400 nuoto rana.
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Sono due idee squisitamente dadaiste.
Credo andrebbero assolutamente incluse nel prossimo decreto “del fare”. 🙂
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…ma lo sai che non ci avevo mai pensato?
Dici che le torte grosse e figurative sono una puttanata?
Ciao E.
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Cara Elisabetta, lungi da me l’idea di vestire i panni del pietoso, barbogio e noioso moralista d’accatto, accelerando così quel processo di rincoglionimento arteriosclerotico che, ahimé, sento giorno dopo giorno farsi strada tra i miei neuroni come uno sciame di viet-cong tra le paludi di Khe Sanh.
Non intendevo addossare ai pasticceri estremi la responsabilità dei mali del mondo. Prima di loro, voglio dire, ci sarebbero ben altre categorie professionali…
La mia tirata deriva probabilmente da antiche reminescenze strettamente autobiografiche, quando mio nonno (che aveva visto la guerra, e la miseria) mi ripeteva che “con il cibo non si gioca”. Peccato, perché fare ometti di mollica mi piaceva moltissimo.
Tutto sommato, credo che lo spreco di cibo a fini esibizionistici navighi oltre la 67a posizione nella classifica delle nefandezze per cui la nostra epoca sarà condannata dal Tribunale Dei Secoli. Per cui, non drammatizziamo.
Spero però che quei mostruosi vascelli / edifici / automobili / elefanti eccetera di zucchero e pan di Spagna vadano effettivamente mangiati, una volta terminati i vari show e spente le telecamere.
Perché, se così non fosse, potremmo avere qualche problema. Ad esempio, a spiegare ai nostri figli perché ci siano in giro tanti di quegli accattoni fastidiosi che son sempre lì a chiedere i soldi per un panino, e tutti quei gommoni di disperati che arrivano sulle nostre spiagge con gli occhi sbarrati e la pancia vuota, mentre noi troviamo divertente fare torte da lasciar invecchiare e buttar via.
Ecco, probabilmente spiegare a un bambino tutto questo sarebbe impresa davvero extreme.
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Tuo nonno aveva ragione.
Con il cibo non si gioca e non lo si spreca.
Tra pochi anni staremo attenti anche alle bricioline che coleranno sul pavimento visto i costi del cibo che sono destinati a crescere per due ordini di motivi:
1) la crescita demografica
2) l’esaurimento delle risorse ecologiche che supportano la vita di tutte le creature sul pianeta, anche la vita delle creature mostruose denominate come homo sapiens.
In otto mesi i mostruosi umanoidi hanno consumato TUTTA la riserva ecologica dell’anno 2013.
http://www.footprintnetwork.org/en/index.php/GFN/page/earth_overshoot_day/
A noi italioti servono 4 Italie….per continuare con l’esoso e idiota sistema di vita che ci hanno infilato in testa.
Tra inquinamento e riscaldamento globale legato al cambiamento climatico, nonchè al fatto che nessuno ha voglia di dire apertamente di smettere di procreare più di un figlio PER DONNA (mentre meno apertamente continuano a fare guerre e guerrette e a usarci come cavie per i loro medicinali e cibi finti che dopo ci procurano malattie a cui servono i medicinali e così via…fino alla morte di un sacco di persone, ma silenziosamente….invece di impedire nascite eccessive è meglio farli morire dopo che sono nati…) ripeto, saremo costretti a mangiarci TUTTO quello che avremo in casa, altro che buttare via e cose del genere.
Ancora più mostruoso, carissimo Afterfindus, sempre attentissimo, il modello ciccioamericano di mangiare non solo torte assurde e nemiche della salute, ma junk food in genere PER POI mettersi a dieta, magari quelle idiote diete iperproteiche nate negli anni sessanta (dove hanno fatto vittime) e ritornate in auge adesso (vedi Dukan) che non fanno altro che prepararci al cancro prossimo venturo. Ma loro sono tanti ma hanno tanto territorio, anche se sono al raddoppio (vedi overshoot day linkato prima).
Una mucca, che non la mangi nemmeno tutta la mucca (oppure si ma non lo sai, come quando hanno dato le parti inutilizzabili a fini commerciali di mucca, alle mucche stesse, provocando la cosidetta encefalopatia spongiforme bovina BSE o morbo della mucca pazza) per crescere ha bisogno di almeno 6 fino a 9 ettari di suolo agricolo. E di un sacco di petrolio per la sua nascita e crescita e fertilizzazione del suolo. Un suolo che poi diventa duro, compatto e inquinato e inquina la preziosa acqua dolce sottostante. La carne, le proteine animali, sono una fissa degli ultimi 150 anni, prima la cosa non sussisteva. Le proteine le hanno anche i vegetali.
E pensa a quanti vegetali puoi far crescere inquinando meno in 6 / 9 ettari. E quindi quante persone possono nutrirsi (hanno stabilito che servono 2000 metri quadrati di terreno a persona per TUTTA LA VITA per avere cibo a sufficienza, mettici anche due galline e una capretta per dire – uova e formaggi, pochi però). In 6 / 6 ettari quindi dalle 30 alle 45 persone PER SEMPRE avranno cibo. Cosa che non accade con una mucca.
Ma forse molti non sanno cosa sia un ettaro.
Rimando qui in caso
http://rimedioevo.blogspot.it/2013/08/orrendi-lerci-e-malvagi.html
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Il dramma, mia cara, è che non solo non sappiamo più cosa sia un ettaro (e soprattutto cosa ci si possa tirar fuori).
È che la nostra ignoranza rispetto al mondo che ci ospita (badabèn, ci ospita) e alla vita che conduciamo (o meglio, da cui siamo condotti) è esattamente come dici tu: a un tiro di schioppo dallo zero.
Se io fossi Dio (e prima o poi troverò i moduli per far domanda) proteggerei accuratamente questo pianeta da ogni tipo di catastrofe cosmica (asteroidi, buchi neri, eruzioni solari, roba così), per il puro gusto di potermi mettere in pantofole (con ovviamente – cito a memoria – “vestaglione di flanella, familiare di Peroni ghiacciata e rutto libero”) ed assistere in prima serata allo spettacolo di una specie che si autodistrugge con una protervia davvero impressionante.
(Magari fossero altrettanto autolesioniste le zanzare di casa mia).
Una specie che non dedica una riga dei propri giornali ai temi di cui parli, ma non perde occasione per arrovellarsi su torbidi delitti passionali, scopatine dei VIP e, soprattutto, inquietanti voci di calciomercato.
Sic transit gloria mundi, Dani. È così sia.
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Oops, avevo scritto “cybersquatting” al posto di “conceptsquatting”. Il neologismo è ovviamente il secondo.
Il primo ormai c’è anche sul Devoto-Oli. Corretto.
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Aspettami. Ho una tuta vecchia ma calduccia, due pelosissime ciabatte alla fontina (odore causato dall’uso) e porto la frittatona di cipolle, necessaria per PERONI e RUTTO LIBERO.
Ah, non ti fidare delle donne che ti dicono “ODDIO_CHE_SCHIFO_IL_RUTTO”, sono le peggiori a farli….
🙂
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No problem. Qui sull’Olimpo c’è sempre posto. Ed è molto arieggiato… 🙂
(Le donne ruttanti: intravedo la possibilità di interessanti approfondimenti. Meglio in ogni caso delle casalinghe disperate e delle ricche che piangono. O no?)
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