Mappamondo, Umanamente

Un motivo per sentirsi Bono

Due notizie interessanti, oggi. Al prezzo di una sola.
(Massaie, accorrete numerose!)

 
bono1Notizia numero 1: Esiste un modo alternativo di essere rockstar.
Proprio così: non è indispensabile rimpinzarsi di droghe, sfasciare camere di albergo, orinare sul pubblico, girare clippini, né ingravidare branchi di groupies.

Esiste infatti l’opzione concreta di sfruttare la propria popolarità per una causa meravigliosa (anche se assai poco glamour) come la lotta alla povertà.
Bono Vox, leader e voce degli U2, ad esempio, lo fa da anni. Raccogliendo fondi, patrocinando progetti, frequentando gli oscuri burattinai di Davos per strappare concessioni, e giocandosi la faccia negli ambienti più disparati. In the name of love.
Coi tempi che corrono, mi sembra davvero una grande notizia.

 
Notizia numero 2: Non c’è niente da fare. Un albero che cade fa sempre e comunque molto più rumore di una intera foresta che cresce.

Che rabbia, eh? Nemmeno uno degli eventi più indiscutibilmente straordinari, esaltanti e rincuoranti del secolo è ruscito a strappare la luce delle prime pagine alle solite storiacce di ordinario squallore di cui i tradizionali mezzi di comunicazione di massa si nutrono con perversa ingordigia. Le schifezze ce le raccontano sempre, insomma. Per le cose belle, dobbiamo arrangiarci noi.

 
bono2Meno male che c’è TED.
TED, per chi non lo sapesse, è una associazione senza fini di lucro con una sola missione: mettere in circolazione idee degne di essere messe in circolazione. Spargere ispirazione.
Mi verrebbe da dire “diffondere buone novelle”, ma evito per possibili problemi di copyright.

Dal 1984, TED organizza conferenze lunghe al massimo diciotto minuti sui temi più vari: scienza, musica, tecnologia, arte, storia, ambiente, creatività. Tutta (e solo) roba che vale la pena di essere ascoltata.
Su Internet si trovano oltre mille di queste conferenze, tenute da illustri sconosciuti e da personaggi strafamosi.
Non conta chi parla, conta cosa racconta.

 
Ed è proprio al prezzo di una sola conferenza di appena tredici minuti, mesdames et monsieurs, che oggi potrete portarvi a casa le due dico due notizie di cui sopra. E, soprattutto, potrete scoprire qual’è la notizia davvero grandiosa che i vostri anchor-men di fiducia hanno dimenticato di raccontarvi.

Si spengano le luci. Entri Bono.

 
Nota: lo sapete, ho il cuore molle. E non ho la banda larga.
Per questi motivi, in nome di tutti quelli che non hanno voglia di affrontare un quarto d’ora di accento irlandese, o che surfano come il sottoscritto con una miserabile chiavetta USB, permettetemi di omaggiarvi della mia personalissima e zoppicante traduzione del monologo lì sopra.

 


 

Chris Anderson mi ha chiesto di riassumere gli ultimi 25 anni di campagna anti-povertà in un intervento di 10 minuti per TED.
E’ il colmo: un inglese che chiede a un irlandese di essere succinto.
Gli ho detto: “Chris, ci vorrebbe un miracolo”.
Mi ha risposto: “Bono, non trovi sarebbe un ottimo modo di sfruttare il tuo complesso messianico?”

E allora ho pensato: beh, ma allora andiamo oltre. Non fermiamoci agli ultimi 25 anni. Partiamo da prima della nascita di Cristo. Andiamo indietro di tre millenni, a un tempo nel quale, almeno nella mia testa, il viaggio per la Giustizia, la marcia contro la disuguaglianza e la povertà ebbe davvero inizio.

Tremila anni fa la civiltà si era appena installata sulle rive del Nilo, e alcuni schiavi (pastori ebrei che immagino puzzassero di cacca di capra) andarono di fronte al faraone che sedeva sul suo alto trono e gli dissero “Noi, vostra altezza, siamo uguali a te.”
E il faraone rispose: “Oh no, state scherzando, voi siete dei miserabili.”
E loro dissero: “No, no, c’è scritto qui, nel nostro libro sacro.”

 
E ora facciamo un balzo in avanti fino al nostro secolo. Stesso paese, stesse piramidi, popolo diverso ma con in testa la stessa idea di uguaglianza, guidati questa volta da un altro libro (“book“), chiamato Facebook.

Un popolo che ha gridato le sue ragioni in piazza Tahrir, e ha trasformano un social network da entità virtuale a oggetto reale, in qualche modo trasformando così anche il XXI secolo.

 
Ora, non vorrei sottovalutare quanto incasinate e terribili siano state le conseguenze della Primavera Araba, né voglio sopravvalutare il ruolo avuto della tecnologia. Però questi eventi hanno reso evidente cosa possa succedere quando l’arcaico modello di potere della piramide viene rovescitato, e si mette la gente in alto e gli odierni faraoni sul fondo. Che è esattamente quello che è successo.

Quegli eventi hanno dimostrato quanto sia potente l’informazione, e quanto il condividerla possa mettere in crisi il dogma della disuguaglianza.

E’ un fatto che la gente voglia essere libera, e una volta libera, l’emancipazione di solito è lì dietro l’angolo, anche per i più poveri tra i poveri.
E sono i fatti che possono mettere in crisi quel cinismo e quell’apatia che di solito ci portano all’inerzia.
Sono i fatti che possono mostrarci cosa funziona, e soprattutto cosa non funziona, così che possiamo metterci una pezza.
Sono i fatti che possono aiutarci a raccogliere la sfida lanciata da Nelson Mandela nel 2005, quando ci chiese di essere noi quella grande generazione che avrebbe posto fine alla più oscena offesa alla natura umana, la povertà estrema.
Sono i fatti che contribuiscono a costruire una forza inarrestabile.

 
Così ho deciso: dimenticate il rock, dimenticate gli effetti speciali, i miei soliti cavalli di battaglia.
Gli unici a cantare, oggi, saranno i fatti.

Credo di aver davvero scoperto il mio nerd interiore. E quindi esca la rockstar, ed entri in scena l’attivista infarcito di dati ed evidenze numeriche, il “fattivista”.

 
Perché quello che ci dicono i fatti è che il lungo, lentissimo viaggio dell’umanità verso la fine della disuguaglianza sta accelerando.
Guardate cosa è stato raggiunto. Guardate questi numeri.

 
Dall’anno 2000, l’inizio del nuovo millennio, ci sono 8 milioni di pazienti di AIDS in più che ricevono farmaci antiretrovirali che potranno salvar loro la vita.

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Malaria: ci sono 8 paesi dell’Africa subsahariana che hanno visto la mortalità calare del 75%.

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Per quanto riguarda la mortalità infantile, la mortalità dei bambini sotto ai 5 anni, oggi muoiono 2,65 milioni di bambini in meno ogni anno rispetto al 2000. Questo vuol dire 7256 bambini risparmati ogni giorno. Wow! Wow!!!

Schermata 2013-03-26 alle 23.46.33

 
E ora fermiamoci per un momento, e pensiamo a una cosa. Avete per caso letto qualcosa, da qualsiasi parte, nell’ultima settimana, che fosse remotamente altrettanto importante di questi numeri?

Sono notizie favolose. E mi fa impazzire l’idea che quasi nessuno le conosca.
7256 bambini al giorno!

 
Eccone due. Michael e Benedicta, vivi in gran parte grazie alla meravigliosa dottoressa Patricia Nkansah-Asamoah e al Fondo Globale (Global Fund), che voi tutti finanziate – che lo sappiate o meno.

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Il Fondo Globale fornisce farmaci antiretrovirali che impediscono alle madri di trasmettere il virus HIV ai propri piccoli.

 
Ma queste cose fantastiche non si sono avverate da sole.
C’è gente che ha combattuto per arrivarci, che ha fatto campagne, che ha fatto innovazione.
E queste cose fantastiche hanno dato origine a cose ancor più fantastiche.

Perchè il trend storico è questo: il numero di persone che vivono in povertà estrema, cioè con meno di un dollaro e 25 centesimi al giorno (una povertà che spezza la schiena e stritola il cuore), il numero di queste persone è crollato dal 43% della popolazione mondiale nel 1990 al 33% nel 2000, e poi al 21% nel 2010. Fate un bell’applauso!

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Dimezzato! Si è dimezzato!

Ora, la quota è ancora troppo alta, ci sono ancora troppe persone che perdono inultilmente la vita, c’è ancora molto lavoro da fare, ma questi sono numeri che scaldano il cuore, che fanno girare la testa.

 
E se vivete in quel tipo di povertà, questi non sono semplici dati. Questo è… tutto.
Se siete genitori che desiderano il meglio per i propri figli, e io sono uno di loro, questa rapida transizione è una strada per uscire dalla disperazione e entrare nella speranza.

E se questa tendenza continuerà in questo stesso modo, guardate quando la quantità di persone che vivono con meno di un dollaro e 25 scenderà a zero: intorno al 2030. Non sembra possibile, vero?

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Ma è questo che ci dicono i dati. Se la traiettoria continua, arriveremo in quella che noi maniaci dei numeri chiamiamo la “zona zero”, la “zona erogena”. Ed è quindi inevitabile che io vi confessi di essere, in questo preciso momento, sessualmente eccitato dalla collisione di quelle due linee. [risate]

Quindi l’eliminazione virtuale della povertà estrema, condizione delle persone costrette a vivere con meno di $ 1,25 al giorno, è calcolata correggendo per il valore dell’inflazione dal 1990.

 
E’ stupefacente.

Ora, io so che qualcuno di voi pensa che questo progresso riguardi solo l’Asia, l’America Latina, o paesi modello come il Brasile (e chi non ama le modelle brasiliane?).

Ma guardate all’Africa subsahariana. C’è un gruppo di dieci paesi detti “i Leoni” per i quali negli ultimi 10 anni, grazie a una combinazione di:
– cancellazione del 100% del debito
– aiuti triplicati
– aumento di 10 volte di investimenti stranieri diretti, che hanno portato a:
– quadruplicare le risorse interne, che è denaro locale, a sua volta ben speso da:
– governanti saggi, hanno:
– ridotto la mortalità infantile di un terzo,
– raddoppiato la percentuale di ragazzi che completano gli studi,
– hanno, anche loro, dimezzato la povertà estrema.

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A questi ritmi anche questi dieci paesi arriveranno a zero. E quindi l’orgoglio dei Leoni è la prova della validità universale di quello che è stato fatto.

Ci sono ogni genere di benefici in questo.
Tanto per cominciare, non dovrete più stare ad ascoltare un insopportabile piccolo Gesù improvvisato come il sottoscritto. Non male, eh? [risate]

 
E il 2028, il 2030 sono appena dietro l’angolo. A tre concerti di addio dei Rolling Stones di distanza. [risate]
Lo spero, lo spero. Mick pare ancora molto giovane.

 
E allora perchè non stiamo tutti quanti facendo salti dalla gioia per questo?
Beh, l’opportunità è reale, ma lo è anche il rischio.
Non riusciremo a ottenere questo risultato, fino a quando non accetteremo che può essere ottenuto.

 
Osservate questo grafico.

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[Quella linea] si chiama “Inerzia negativa”, o semplicemente “inerzia”, e indica come possiamo mandare tutto in vacca.

Quell’altra è molto più bella. Si chiama “Inerzia positiva”, o “momentum”, e mostra come possiamo piegare l’arco della storia di nuovo verso lo zero.
Semplicemente facendo le cose che sappiamo funzioneranno.

Quindi è uno scontro di inerzie, ed è qui il rischio. E naturalmente più ci si avvicina, più diventa difficile.
Conosciamo gli ostacoli che ci troveremo sulla strada, oggi, in tempi difficili.
Infatti oggi, nella vostra capitale, in tempi difficili, persone che pensano soltanto alle casse del paese vogliono tagliare programmi salva-vita come il Fondo Globale.

 
Ma voi potete fare qualcosa in questo senso.
Voi potete dire ai politici che questi tagli costeranno vite.

Proprio adesso, oggi, a Oslo, le compagnie petrolifere stanno combattendo per mantenere segreti i loro contributi ai governi per estrarre petrolio in paesi in via di sviluppo.

Ma voi potete fare qualcosa anche per questo.
Potete unirvi alla campagna di leader come Mo Ibrahim, il magnate delle telecomunicazioni che sta spingendo perché vengano promulgate leggi per cui almeno una parte della ricchezza nel sottosuolo vada a finire nelle mani delle persone che ci vivono sopra.

 
E, proprio adesso, noi sappiamo che il morbo più grave che esiste non è una malattia: è la corruzione.

Ma c’è un vaccino anche per questa. Si chiama “trasparenza“.
Mettere tutti i dati a disposizione del pubblico.
E’ un qualcosa che la comunità di TED conosce bene.
Potete chiamarla “luce del giorno”, o trasparenza.
E la tecnologia sta dando una grossa spinta a questo. E’ sempre più difficile nascondere le porcherie.

 
E ora lasciate che vi racconti del rapporto U, che è decisamente elettrizzante.
In Uganda, 150.000 ragazzi, sparsi su tutto il territorio e armati di telefoni 2G, hanno creato un social network basato su SMS, che mette in luce la corruzione del governo, chiedendo di pubblicare i budget, cioè il modo in cui viene speso il loro denaro.

Sono cose emozionanti. Guardate, una volta che avete questi strumenti, non potete non usarli. Una volta che avete queste conoscenze, non potete far finta di non sapere. Non potete cancellare questi dati dal vostro cervello. Potete invece cancellare il cliché del supplicante, del povero che non ha il controllo della propria vita.

Questo potete cancellarlo, potete davvero, perché non è più vero.

 
E’ una trasformazione epocale.
Nel 2030 i robot non ci serviranno più semplicemente la Guinness, saranno in grado di bersela da sè. Quando saremo nel 2030, tutti i paesi con una qualsivoglia sembianza di governo potrebbero essere in grado di reggersi sulle proprie gambe.

 
Quindi io sono qui stasera per cercare di infettarvi con questo virus da “database virtuoso” che chiamiamo “fattivismo”.
Non vi ucciderà, anzi potrà salvare innumerevoli vite.

Noi della campagna One vogliamo essere contagiosi, spargere, condividere, seminare. E speriamo che vi unirete a noi e a innumerevoli altri, in quella che credo davvero sia l’avventura più grande mai intrapresa, il difficile cammino dell’uguaglianza.

E forse potremo diventare davvero la grande generazione che Mandela ci ha chiesto di essere.

Possiamo rispondere a questo richiamo con la scienza, con la ragione, con i fatti, e aggiungerei anche con le emozioni, perché, come è ovvio, anche i “fattivisti” hanno sentimenti.

 
Sto pensando a Wael Ghonim, forse qualcuno di voi ne ha sentito parlare. E’ una persona che ha creato uno dei gruppi Facebook dietro ai movimenti di piazza Tahrir al Cairo, e che è stato gettato in prigione per questo.

Ho le sue parole tatuate nel cervello:

“Noi vinceremo, perché non capiamo la politica.
Noi vinceremo, perché non giochiamo al loro sporco gioco.
Noi vinceremo, perché non abbiamo un partito con un’agenda politica.
Noi vinceremo, perché le lacrime che ci escono dagli occhi in realtà vengono dai nostri cuori.
Noi vinceremo perché abbiamo dei sogni, e siamo pronti a resistere (stand up) in nome dei nostri sogni.”

Wael ha ragione. Noi vinceremo, se saremo uniti come un sol uomo, perché il potere della gente è tanto, tanto più forte della gente al potere.
Grazie.

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Ari-Nota: ho dovuto inventarmi le definizioni “inerzia positiva” e “inerzia negativa”, perché, a quanto ne so, noi traduciamo sia “inertia” che “momentum” con “inerzia”. Bono mi ha confermato che per lui va bene, quindi se non avete niente da dire voi, siamo a posto.

Discussione

20 pensieri su “Un motivo per sentirsi Bono

  1. Beh, la mia giornata era stata molto deprimente, ma notizie come questa hanno sicuramente il potere di girarla in positivo. Credo che fra qualche mese saremo noi italiani ad avere bisogno del Global Fund e magari qualche ex povero del Burkina Faso potrà darci una mano a girare in positivo. Grazie per la bella traduzione e salutami Bono.

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    Pubblicato da Haldeyde | 27 marzo 2013, 10:10 PM
    • In effetti, penso che l’unica statistica a cui ormai riusciremo a scampare è quella della mortalità prima dei cinque anni. Però ho sentito che in Mauritania hanno delle bellissime spiagge.
      …o mi confondo con le Mauritius?

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      Pubblicato da Niarb | 27 marzo 2013, 10:28 PM
  2. Non per fare il guastafeste, ma risolvere il problema della povertà significa peggiorare il problema della sovrappopolazione. Chi darà da mangiare a tutti quei bambini? Chi gli darà energia, medicine e tutto il resto?

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    Pubblicato da Maruz | 27 marzo 2013, 10:32 PM
  3. Ciao Niarb.
    (messaggio di servizio : nuova fotina, e nuovo indirizzo email che tu dovresti aver ricevuto. Mi sono liberata di libero).

    Due cose, da cattivella come sono, non riesco a non dirle:
    1) il signor BONO prima di fare tanta caritatevole bontà PAGASSE LE TASSE. Apprezzo i silenziosi e non i chiassosi distributori di bricioline.
    2) non ti senti una merdaccia quando, guardando cazzate in televisone, continuamente interrotte da odiosissime pubblicità al mulino bianco, dove siamo tutti giovani alti biondi con gli occhi azzurri, in una eterna primavera, a mangiare junk food (ma poi ci pensano i medicinali tanto il codex alimentarius è la stessa mamma) o al massimo preoccupati/e di ascelle unghie e capelli, si proprio spanzati sul divano, ecco che dopo queste cazzate di pubblicità da mondo beota inesistente (il collasso è dietro l’angolo, lo sannno quelli dei marketing oppure si propongono uno streaming eterno di idiozie?) TI ARRIVANO LE IMMAGINI TREMENDE DI BAMBINI POVERI E CON POVERE BOCCHE DISFATTE???

    La soluzione si chiama OSSITOCINA. E per quelle povere persone, usate e abusate, solo briciole (che per’altro sono melgio di nulla ma rimangono briciole) solo vagonate di ipocrisia?

    Piazza Tahir?
    Grandioso, prova a essere di genere femminile e prova a volerti lamentare in piazza. Lo stupro di gruppo è l’unica cosa che potrai ricevere come omaggio alla tua voglia di libertà e giustizia.
    Perchè nel 2013 la differenza di genere è ancora uan differenza schifosa e prepotente.
    Sennò Battiato doveva dire “BASTARDI”.

    Oggi sono di buon umore…

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    Pubblicato da dani2005dani | 28 marzo 2013, 9:45 am
    • Ciao Daniela! Allora non sei più “libera”, eh? Sarà per questo che il micio ha perso il berretto – del resto lo capisco, andiamo verso la stagione calda…

      Ti dirò, che Bono non pagasse le tasse proprio non lo sapevo. Non che abbia sott’occhio il 730 di molte rockstar, in effetti. Ma che proprio lui faccia il furbo… boh. Stasera telefono a Grilli, o a Visco, e mi faccio dire.

      In ogni caso la mia ingenuità, per quanto sterminata, non è infinita. Ho trovato questo TED Talk degno di essere diffuso non tanto per mettermi la coscienza a posto (urrà, i poveri stanno diminuendo, non occorre che mi preoccupi o mi sbatta tanto), ma perché:

      1. Ogni tanto, una buona notizia non guasta.

      2. E’ bello sapere che c’è gente che opera non solo per un mero profitto economico. Poi probabilmente gli attivisti di un certo livello ci guadagneranno anche qualcosa, non c’è dubbio, ma perlomeno combinano anche qualcosa di positivo.

      3. E’ utile far passare il messaggio che non esistono destini inesorabili, e che non esistono situazioni (per quanto antiche e complesse) che non possano essere completamente sovvertite grazie al lavoro e all’impegno degli esseri umani. Vale per la povertà, per le disuguaglianze, per la politica, per l’ambiente… per tutto, tranne l’entropia termodinamica. Darsi da fare, serve.

      4. Mi piace vedere un idolo pop ricco e famoso che dedica la sua popolarità a una buona causa, e non semplicemente alla soddisfazione delle sue libidini.

      5. Se occuparsi di problemi altrui dovesse mai diventare una moda, per quanto superficiale… beh, preferirei i sermoni di Bono e di Angelina Jolie a quelli della scemottina di turno che mi comunica che bere acqua le fa fare la plin plin. Minchia che notizia!

      6. Infine, trovo interessante che le notizie negative facciano le prime pagine, mentre quelle positive te le devi scoprire per conto tuo. Forse è solo perché questa riguarda dei negracci, chi lo sa, però io quei dati li ho visti solo su TED.

       

      Poi ha ragione anche Maruz, lì sopra, che dice che se tieni al mondo altri esseri umani metti ancora più a repentaglio le già poche risorse disponibili. Però cacchius, vorrei anche pensare che siamo ancora a qualche anno di distanza dal ripristino in toto della legge della giungla.

       

      Per quanto riguarda la primavera araba, si potrebbe affrontare la faccenda a diversi livelli.

      Il livello base è quello che dice che diversi popoli si sono stufati di sopportare dei governanti autoritari e corrotti, e li hanno rovesciati – tutto sommato senza spargere lo stesso sangue di simili rivoluzioni del passato. E’ una notizia. Ed è interessante per noi, che siamo professionisti del lamentarci ma cronicamente incapaci di agire.

      Un altro livello è quello dell’imbarazzo dei nostri governi, che ovviamente si trovavano molto più a loro agio nel trattare con quei governanti potenti e corrotti, piuttosto che con degli sconosciuti parvenu spinti dal consenso di piazza.

      E per questo, sono rimasti a guardare. Senza condannare e senza aiutare, lavandosi copiosamente le mani, e ignorando platealmente la portata sociale e geopolitica del fenomeno (tranne quando arrivavaa infastidire i connazionali in vacanza a Sharm-El-Sheik).

      (Gulp, se rileggo la frase sopra, quella sui governanti a disagio nei confronti dei parvenu della politica, e poi penso ai fatti di casa nostra, mi viene un leggero senso di deja vu…)

      Poi c’è il livello del supporto internazionale, che è stato sistematicamente negato a quelle masse di giovani. E che è arrivato solo dalle organizzazioni fondamentaliste, a cui abbiamo lasciato la porta vuota per il più facile dei gol.

      Per cui c’è poco da indignarsi se i prossimi anni vedranno una recrudescenza in senso islamista di alcuni regimi: gliela abbiamo regalata noi.

      Infine, come giustamente fai notare, non è ai musulmani che dobbiamo guardare per trovare esempi sconci e lampanti di violazione dei diritti delle donne. Quella pubblicità che hanno ritirato l’altro giorno, quella sul detersivo per far sparire le tracce del femminicidio, in un paese arabo non sarebbe mai stata nemmeno concepita.

      Per quello che conta, tutta la mia solidarietà a Battiato. Ha detto quello che tutti pensiamo, e per farlo ha usato un termine che a mio avviso è una didascalia perfetta per galantuomini come Capezzone, Razzi, Scilipoti, e grappoli di altri. Troioni da sbarco, indipendentemente dal loro corredo cromosomico.

      Tu sei di buon umore? Anch’io. E per fortuna, perché altrimenti mi verrebbe da dirne delle belle… 😉

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      Pubblicato da Niarb | 30 marzo 2013, 7:28 PM
  4. 1) VERO.
    2) VERO. poi non facciamo gli ipocriti, anche lavorare nelle onlus è lavoro e deve essere pagato, bello però lavorare con fini altamente etici. Diverso che lavorare in una fabbrica di bombe o di droni.
    3) VERO. L’unico destino inesorabile è il riscaldamento globale se non la smettiamo di emettere gas serra e di voler utilizzare una risorsa che si è fatta in 50 milioni di anni e circa 110 milioni di anni fa (più o meno).
    4) Bono ha una voce fantastica, il suo rock è fantastico, la sua band anche. Ma il fatto che non abbia pagato le tasse mi sta sul pelo.
    5) Non diventerà MAI una moda, chi lo fa veramente evita di pavoneggiarsi raccontandocelo.La Jolie la trovo CRETINA, come il maritozzo. Sapessi che sono due bassetti…una tipa di Venezia se li è visti incontrare in calle e ha detto “Ma che bassi” ..beh si, lei è 183 cm…
    6) i negracci fanno notizia se muoiono in massa o se si ammazzano in massa. Noi fighetti occidentali non ci divertiamo altrimenti. Però poi ci sciacquiamo (giusto scritto così…mah) la coscienza con qualche eurino per i poveri bimbi sfigati…

    Maruz ha torto. Un bambino italico ha una impronta ecologica di 10000 bambini poveri africani, e siccome è quella che conta per vedere se abbiamo il frigo pieno o se c’è ancora un frigo…vedi tu

    Io sono una donna, anche se rappresentata da una micina. Non riesco a giustificare NULLA se alla fine c’èempre un capro espiatorio e nella primavera araba il capro espiatorio sono le donne. Come sempre, come qui, dove come ricordavi tu ci sono pubblicità del cazzo…ma applicare la legge del taglione e NON acquistare tutti i prodotti che sono offerti con merdoso marketing non sarebbe una bella idea? Ah già, ma con i cervelli in poltiglia che vuoi che succeda…

    I nostri politici sono imbarazzati? Strano, mai viste facce da culo più da culo di quelli…Battiato è un grande, ma questo non lo qualifica come politico, occhei oggi sono politici tutti, anche il primo che passa per strada (il tuo deja vù è anche il mio), sono cittadini, le istituzioni sono tutte ladre tutti bastardi o puttane se non i purissimi cittadini incazzati…
    Mah..se tutti possono fare tutto allora la prossima volta che uno sta male fermi il primo cittadino che trova per strada e si faccia curare…

    L’hai visto il mio utlimo post?
    Si chiama LA CACCA DEI CONTADINI
    http://blog-condiviso.blogspot.it/2013/03/la-cacca-dei-contadini-giorgio-gaber.html
    NEL GIORNO DELLA MORTE DEL GRANDE JANNACCI, IO CITO GABER…

    Oggi sono particolarmente buona….;)

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    Pubblicato da dani2005dani | 30 marzo 2013, 7:56 PM
    • Se fossimo TUTTI persone intelligenti sarebbe facilissimo boicottare tutto quello che viene pubblicizzato in modo stupido, offensivo, ignorante o, eufemisticamente parlando, stronzo proprio.
      Il problema, come ha detto di recente Claudio Bisio, non sono i governanti (o i signori del marketing, aggiungo io). Il problema è la gente.
      Hai ragione: finché sarà l’ignoranza a regnare, continueremo a mangiucchiarci il pianeta, a farci sfottere dai media mainstream e dai nostri preparatissimi governanti.

      (Io no che non mi farei curare da un tizio fermato per la strada. Non ho nemmeno più fiducia in quelli espettorati fuori dalle nostre moribonde università, figurati un po’…).

      Ho visto la cacca dei contadini. Nel senso del post, naturalmente. Come sempre, una meravigliosa fonte di ispirazione. Anche se non esattamente di ottimismo… Keep on going, Dani!!!

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      Pubblicato da Niarb | 30 marzo 2013, 10:34 PM
  5. Azz come sapevi della mia parentela con ANEMOFI IV?????
    🙂

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    Pubblicato da dani2005dani | 31 marzo 2013, 4:28 PM
    • Bah, saremo mica consanguinei??
      Se ti ricordi, ai tempi del nostro comune avo (o forse un po’ prima, ma di certo anche dopo), esistevano religioni matriarcali. Poi, per qualche motivo, sono sopravvissute soltanto tre religioni monoteiste, tutte squisitamente fallocratiche.
      Per cui non aspettiamoci particolari omaggi alla donna lontana dai fornelli, né da Roma, né da Gerusalemme, né da Piazza Tahrir.
      (Non sarà un pensiero pasquale, ma nell’uovo ho trovato un portachiavi che avevo già, quindi sono acido) 🙂

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      Pubblicato da Niarb | 1 aprile 2013, 11:19 am
  6. da wikipedia, voce U2 (gruppo che amo/amavo) : “Il 24 giugno 2011, durante la recente partecipazione del gruppo al Festival di Glastonbury, Bono è stato accusato di non pagare le tasse in Irlanda. La contestazione è stata firmata dal gruppo «Art Uncut». Nel corso del concerto è apparso tra il pubblico un grande gonfiabile illuminato sul quale si leggeva «U Pay Your Tax 2» (paga le tasse anche tu): la band è stata accusata di aver spostato la residenza fiscale dall’Irlanda all’Olanda, per beneficiare di alcuni sconti sulle imposte. Pochi giorni dopo il leader Bono ha dichiarato al Britain’s Daily Mail: «Sono a favore delle proteste. Ho protestato tutta la vita. Sono contento che abbiano avuto la possibilità di dire la loro. Ma, come accade, stanno protestando su qualcosa di sbagliato». In merito a questa vicenda, anche il manager della band Paul McGuinnes ha difeso il gruppo affermando che «è un’impresa globale e paga le tasse ovunque».” – finché l’hosteSS dice che il vino è buono… … e finché Bono dice solo “stanno protestando su qualcosa di sbagliato” … mi pare non sia un argomento. Qualsiasi persona contro cui lui stesso protesta potrebbe dirgli con leggerezza la stessa-identica-cosa e dirgli “per te questo è un argomento, no? Quindi chiudiamola qui e in galera ci tengo chi dico io”.

    Non vedo però alcun tipo di approfondimento: non hanno DAVVERO risposto.

    E sul pagamento delle tasse globali… c’è qualcosa di importante da trattare, te ne parlerò volentieri, perché è il vero schifo.

    Grazie però per l’ottima notizia, che non si sporca di un micron con questa puntualizzazione: evviva il non-morire-di-fame!!!

    CG (non loggato, sorry)

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    Pubblicato da cavallogolooso | 28 aprile 2013, 2:06 am
  7. (e invece poi mi sono loggato)

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    Pubblicato da cavallogolooso | 28 aprile 2013, 2:07 am

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