Umanamente

Nerdangossia (80’s Blues)

guess whoCorrere, sempre correre, soltanto correre.
Ormai non so fare più altro. Corro.

Ma poi, perché raccontarsi bugie? Io non corro: scappo.

 
Scappo da una vita, e non ricordo neanche più il perché. All’inizio, era una faccenda di soldi. Almeno, credo: gratta gratta, in principio c’è sempre un tintinnìo di monete.

Ma era tanto tempo fa, e oramai non ha più importanza.

 
Ora corro, fuggo, scappo dai miei fantasmi. Caracollo per strade buie, mi infilo col fiato tra i denti in mille vicoli tutti uguali, e per quel che ne so potrei essere passato di qua già infinite volte. Ma non posso fermarmi.

Non mangio più, non bevo più. Quello che mi tiene in piedi sono le pillole, le maledette / benedette pillole che mi hanno reso schiavo, le mie uniche compagne in questa eterna notte elettrica, caotica, fredda.

 
E sogno, sogno che almeno una di quelle pillole riesca a darmi davvero la forza di cui ho bisogno, e che mi renda invincibile. Almeno per un po’.

Ma è inutile – non succede mai. E allora ne butto giù un’altra. E continuo a correre.

 
Quello che mi fa più rabbia è io so che tutto questo è soltanto colpa di quel figlio di buonadonna lassù, nell’alto dei cieli.
Colui che tutto vede e tutto sa, quel maledetto che con lo sguardo trapassa i muri e che ha voce di tuono e che, sospetto, riesca a vedere anche dentro di me.

Non mi ama, il bastardo, non mi ha mai aiutato. Nemmeno una volta. Sempre sordo alle mie preghiere.
Ma io lo sento, io lo so che c’è lui dietro a tutto questo. Non ho prove, è vero, ma io so che è lui a dirigere ogni mia mossa e ogni mia scelta.

A volte mi chiedo che aspetto abbia. E che cosa sia io per lui. Un gioco? Un passatempo? Uno sfizio?
E perché mi sta facendo tutto questo?

Lui che tutto vede e tutto sa, e che quando mi guarda, mi vede così.

 

Discussione

11 pensieri su “Nerdangossia (80’s Blues)

  1. Sono molto imbarazzata a scrivere qualcosa su questa sensazione di angoscia.
    Io ho più che altro giramenti vorticosi di p***e e voglia di picchiare.
    L’angoscia la lascio ai NERD e ai mangiapillole.
    Poi, non credo a nessun NULLA ULTRATERRENO, nè sopra, né sotto, né di lato e né di fianco.
    Invidio chi crede, almeno nell’angoscia lo si attacca perchè usati come pacman, ma io con chi me la prendo?
    Siamo in un gioco grande che assomiglia deliberatamente allo schema di Ponzi, chi sta sopra ti caga addosso e ti sfrutta e tu fai lo stesso con chi sta sotto e ognuno cerca di trarre più vantaggi e potere possibile, per scalare il reticolo del MLM.

    Poco amore per il prossimo perchè ci amiamo poco noi. Cosa pensiamo di ottenere CORRENDO?
    Un forte schianto su.
    1) UN MURO
    2) IL DECLIVIO DI SENECA
    3) SU UNO CHE STA FERMO E POI TI MENA.

    Iniziare a dare il valore alle cose VERE e non AI DESIDERI INDOTTI.
    AMICIZIA. Vera, quella dove ti mandi anche affanculo, non clicca_se_ti_piace O amici_di_facebucco….

    Bah che rompina che sono…

    P.S. però potevi mettermi il giochino di PACMANche si muove..così passavo un dieci minuti…

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    Pubblicato da Daniela | 18 settembre 2012, 1:06 PM
  2. Daniela, è tutto validissimo, ma credo – mi pare – che sia un articolo esclusivamente e squisitamente umoristico/ironico … diciamo un divertissement “ad effetto”, un classico della fantascienza in cui il finale ti svela che quello che hai scambiato per un punto di vista umano è in effetti qualcosa di molto diverso.

    Però a me il tuo discorso interessa. Io ho delle spese. Pressanti, non evitabili, obbligatorie. Tutto ciò che non è obbligatorio è un mio desiderio. Zappare l’orto non mi è possibile e comunque non sarebbe da me desiderato. E’ il mondo esterno a me stesso che “induce” ? A parte il solipsismo cartesiano credo che il mondo stesso, in tutta la sua bellezza e varietà, se non abbracci appunto soluzioni quali il raggiungimento del nirvana, del non-attaccamento e del non-desiderio , ti mandi messaggi anche desiderabili. Chiaramente non possiamo farci fregare dalla bellezza della natura: la natura è selvaggiamente bella, ma è sempre selvaggia. Il ghiacciaio è bello, ma è di ghiaccio. La savana è bella, ma se non sei li con gli esperti, sei nella Savana, col leone e soci.

    Quindi… nella mia giornata non mi impegno mai a cagare intesta ai sottostanti (e a dire il vero non ho la percezione che ce ne siano, ma indirettamente ci saranno di sicuro, immagino) però è la sopravvivenza stessa a metterti in condizioni di toglierti d’impaccio … e il desiderio che mi viene indotto è di togliermi d’impaccio sempre meglio, in modo che l’impaccio non ci sia.

    E più l’impaccio viene eliminato, più io lo chiamo progresso.
    Ma non il progresso che togliendo impacci (leggi: rendendo più facile la vita, più comoda, meno faticosa, meno duro il lavoro) elimina l’uomo, la “necessità della sua esistenza”.
    Perché la perversione è proprio quella della “necessità” e dello “scopo”. Se riconduciamo la nostra esistenza a “cosa puoi darmi tu per sopravvivere?” ovvero a quanto vali, a come puoi pagare per restare vivo domani, allora ogni progresso diventa perversione, malattia, diventa un guaio… rispondo come un classico luddista, se vuoi. Ma non credo a quelli che dicono che se oggi elimino 10 tessitori questi 10 tessitori andranno a lavorare alla fabbrica che produce i telai: alla lunga la tecnica e la semplificazione devono assolvere al compito che si sono prefisse: eliminare la necessità d’intervento umano.
    Lo scopo iniziale dell’inventore è buono: la conseguenza indotta o mediata dal mercato è invece nefasta: in un mondo in cui si paga la tua utilità, se non servi non sei pagato.

    Il mondo (utopico) di progresso che vedo io è quello in cui la tecnologia è al servizio DI TUTTI, non serve a ridurre i costi del padrone prima che ti mandi a morire dove non gli puzzerai troppo sotto il naso … (dimenticando poi l’autodistruttività di un simile comportamento: cosa gli comprerò da morto?) … serve a dedicarci a cose amene mentre alla sopravvivenza si provvede collettivamente con uno sforzo minimo, grazie alla tecnologia. In modo che anche persone inutili come me possano discettare di filosofia senza morire per qualche malattia, di freddo o di fame. Qualcuno lo chiamerebbe parassitismo. Ma presupporrebbe lo sfruttamento di qualcuno che sia obbligato a fare un qualche cosa.

    Senza il controllo delle nascite tutto questo non sarà mai possibile.

    E ora chissà che felice sarà Niarb di avere queste robacce seriose sotto il suo raccontino bufo 😉

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    Pubblicato da cavallogolooso | 19 settembre 2012, 11:03 am
  3. Ragazzi, voi siete una maestosa chantiilly che ricopre la mia macedonia di frutti dimenticati in frigo prima delle vacanze. O anche: io sono un proletario egiziano del 2000 a.C. che scolpisce animaletti a caso, e voi siete gli archeologi che leggono nei miei scarabocchi tutta la storia della IV dinastia.

    Cavallogolooso ha ragione: era un raccontino bufo. Ma i vostri spunti sono stupendi. Grazie a entrambi!!!
    Anche a me piace credere nell’utopia di un mondo in cui la tecnologia serve a migliorare la vita, e il motore del mondo non è la ponziana ruota da criceti che i pecuniocefali (come li chiama Dani) ci hanno indotto a credere.
    Però adesso vi aspetto al varco: tutti pronti a rottamare l’iPhone 4 per poter finalmente spendere i 6-700 euro del nuovo indispensabile iPhone 5? Spicciamoci, che tra 18 mesi sarà obsoleto! 🙂

     
    Dani, non sono abbastanza nerd da saper metter su un Pacman giocabile. Ma ho pescato per te due imperdibili Pacman umani – uno giappo e uno svizzero (più schizzati di così…). (cliccate sulle foto, plis)

     
    D&C: continuate così, che il mondo (il nostro, perlomeno) lo cambiamo davvero!

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    Pubblicato da Niarb | 19 settembre 2012, 10:49 PM
    • I giapponesi sono folli…e gli svizzeri solo se vogliono (sennò sono mooooolto B.A.U.).
      Non ho Ipad o Ipod, non ho Iphone, non sono iscritta a nessun social network e il fine settimana chiudo il cellulare e non ho fisso. Il mio cellulare ha sei anni e il PC otto. Funzionano e NON li cambio.
      La sera faccio la maglia, così sbizzarrisco la mia fantasia e mi regalo I MIEI CAPI.
      Ogni tanto mi prende la mania dei dolci e delle torte ed escono capolavori.
      Poi mi verso un bel bicchiere di vino, compro qualche capasanta o altri molluschi saporiti e mi metto sulla loggia con mio marito a guardare le stelle e qualche luce strana che vola nei cieli friulani. Fumando un sigaro. Carezzando il cane.
      Tutto pur di non instupidire di paura e di angoscia.
      FUNZIONA.

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      Pubblicato da Daniela | 20 settembre 2012, 10:25 am
  4. io ho il terrazzino e niente loggia… ma il cielo e la capasanta (io, mia morosa no, è allergica a mezzo ecosistema) me lo posso anche – talvolta – permettere. Ma l’angoscia e la paura di non potermi tenere il mio terrazzino… dato che è pressoché della banca… quelle mi piacerebbe tanto tanto non averle… eppure si vede che sono istupidito … ma è più forte di me, la paura.

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    Pubblicato da cavallogolooso | 20 settembre 2012, 5:36 PM
  5. Siamo in tanti, forse potremmo mandare le banche a TRALALLALLERO….non ho ancora capito (ma sono indiscutibilmente tonta, sarà l’età) perchè una banca mi presta 100 e io devo restituire 220…eppure non sono definite strozzini…no no no, non sono strozzini…;)

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    Pubblicato da Daniela | 24 settembre 2012, 8:49 am
    • Le banche. Una volta erano grate a chi gli affidava i propri risparmi, perché così si riempivano le casse e potevano scegliere se concedere prestiti o fare investimenti di altro genere, guadagnando in entrambi i casi un mucchio di soldi.
      Erano così grate che, pensa te, pagavano addirittura un interesse.

      Poi un giorno si resero conto che prestare e investire sono attività rischiose, ed è molto più semplice smettere di pagare interessi ai correntisti, e anzi imporre il pagamento di fantasmagorici costi di gestione, commissioni e altre gabelle aeriformi. Così paga chi presta, paga chi prende in prestito, e paga anche chi tiene tutto fermo in deposito in caso di bisogno. Pagano tutti. Tranne loro.

      E’ un sistema perfetto: è come se io facessi il negoziante e, anziché preoccuparmi di vendere ai clienti (che comunque verrebbero a fare acquisti), smettessi di pagare la merce ai fornitori e anzi decidessi che per ogni consegna mi è dovuta una tassa per il disturbo. Mi troverei in un sol colpo magazzino, negozio e registratore di cassa ugualmente pieni.

      Cercate energie rinnovabili? Beh, le banche le hanno trovate da un pezzo.

       
      E non parlatemi di usura. Se gli affido i miei soldi, mi riconoscono senza indugi un lauto 0,01% di interesse (a parte, ovviamente, le spese fisse per il disturbo). Se invece prelevo i miei soldi, e tra il togli e il metti vado in rosso (anche solo per qualche ora), ecco che improvvisamente mi fanno pagare un interesse passivo del 17-20%. DUEMILA volte di più.
      Senza contare che è un attimo andare in rosso, grazie a quel formidabile imbroglio della “data” e della “valuta” (che, contrariamente a quanto si potrebbe credere, è sempre una data, ma calcolata su un fuso orario che capisce solo la banca)

      Quindi, siamo onesti. (Almeno noi, intendo). Le banche sono molto diverse dagli usurai.
      Gli usurai si vestono con cappotti orrendi e mandano in giro omacci muscolosi a rompere falangi. Ma hanno una loro etica.

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      Pubblicato da Niarb | 25 settembre 2012, 12:36 am
  6. A proposito di interessi mi è venuta in mente una cosa di tanto tempo fa.
    All’esame di Diritto privato 2 una domanda fu sugli interessi e io attaccai un pippone sugli interessi moratori, dilatori e altre distinzioni che non mi ricordo più, con varie elucubrazioni carpiate, rovesciate, avvitate, etc. Alla fine il prof mi fa “Sì, va bene, ma oggi quant’è il tasso degli interessi legali?” Cioè, non mi ero mai posta minimamente il problema.
    Quello che mi interessava era la filosofia retrostante. Poi che fossero il 3 % o il 33% mi lasciava marmoreamente indifferente.
    Forse questo fa capire bene la differenza tra la giovinezza e la maturità ovverosia fra quando uno trova la pappa scodellata e quando invece la deve scodellare ai figlioli, programmare le spese, etc. etc.

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    Pubblicato da elisabetta | 27 settembre 2012, 9:21 PM
    • Per quanto mi concerne, la differenza tra scodellare ed essere scodellati mi è più che chiara: fulgida, cristallina, adamantina, direi.
      Anzi, mi è talmente chiara da costituire quasi un inno alla contraccezione… 🙂

      Mi è invece decisamente meno chiaro il concetto di tasso degli interessi legali. Trattasi forse di un piccolo mammifero peloso appassionato di argomenti che non violano la legge, e che invece rifugge temi illeciti – tipo, che so, spacciare frullati di panda, farsi delle canne usando come filtrini delle tele rinascimentali, o piluccare in pubblico canarini minorenni?

      Insomma, è uno scavatore di tane per bene? 😉

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      Pubblicato da Niarb | 27 settembre 2012, 11:12 PM

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