(In)sostenibile

Griglia intelligente per cene stravaganti

“Signori, vi ho fatto una domanda” disse Socrate.
“Uffa, greco, quanto rompi con queste domande,” rispose Darth Fener. “A proposito di domande, fanne tu una intelligente. Chiedi alla cameriera di portarci un altro giro.”
Socrate scosse la testa, e alzò tre dita in direzione del bancone. La ragazza, una spettacolare centaura arturiana a cinque seni con gli occhi viola, fece un cenno di assenso, e nel giro di due minuti arrivò trotterellando al loro tavolo, con tre boccali colmi.

Nessuno parlò, fino a quando non si fu allontanata.
“Staccale gli occhi dalla coda, nonno,” disse Darth Fener. “Alla tua età certe cose sono veleno.”
Socrate pareva non aver sentito. “Posto incredibile, questo bar,” disse come in trance, seguendo con gli occhi la centaura che si allontanava. “Come l’hai scovato?”
“Ai tempi del primo film,” rispose Darth Fener. “Ci venivano i ragazzi della troupe. C’era un’orchestrina fantastica. Ci abbiamo girato anche qualche scena”.
“Capisco,” disse il filosofo, ancora leggermente inebetito. Poi scuotè il capo, e tornò in sè: “Allora, ragazzi. Chi mi risponde?”

A smart dinner“Io ti ho già risposto,” rantolò Darth Fener. “La risorsa più importante per una civiltà è l’energia. Senza energia, niente civiltà. Le civilità che hanno avuto accesso a risorse energetiche abbonanti e a buon mercato, hanno prevalso. Quelle che non avevano altrettanta energia, hanno dovuto soccombere.”
“E quelle che non ne avevano affatto, o che le avevano esaurite?”
“Estinte,” disse Darth Fener. “Collassate, sparite, kaputt. Certo che fa un caldo, con questo casco …”

Socrate meditò per qualche istante, poi disse:
“La disponibilità di fonti energetiche economiche e accessibili è senz’altro fondamentale. La storia del petrolio, e di quando è finito, effettivamente insegna molte cose.”
“Il petrolio è stato solo un episodio,” disse Darth Fener, addentando un cosciotto. “Due-tre secoli in tutto. Prima ci accendevano le lampade, poi l’hanno usato come carburante, poi per farci la plastica, poi le minigonne, poi è finito. Tre secoli scarsi, in oltre un milione di anni di storia umana.”
“Giusto. Civiltà diverse sono sorte e hanno prosperato grazie a fonti di energia diverse.”
“E sono scomparse quando quelle fonti si sono esaurite,” riprese Darth Fener, togliendosi un ossicino dalla griglia. “Ecco perchè dico che l’energia è la chiave del successo di qualsiasi civiltà.”

“Ai miei tempi usavamo la forza degli animali,” riflettè il filosofo.
“E quella degli schiavi,” aggiunse Darth Fener. “Altre civiltà hanno sfruttato la forza delle acque, delle maree, del vento, del sole, della terra, del carbone, degli elettroliti, dell’atomo, delle cicche di sigaretta…”
“…delle cicche di sigaretta?” lo interruppe Socrate. “Sul serio?”
“Un pianetino periferico, un po’ di tempo fa,” disse Darth Fener. “Gente sveglia. Erano pieni di spiagge, e di turisti. Ci misero poco a mettere insieme le due cose, e fare un sacco di soldi.”
“Ma pensa,” disse il filosofo.

Poi si rivolse al terzo uomo, che fino a quel momento era rimasto in silenzio.
“E tu, Johann, sei d’accordo? Anche secondo te l’energia è la chiave del successo di una civiltà?”

“Solo in parte,” disse Johann Gutenberg. “Certo che finché lo chiedi a uno che ha fatto fortuna grazie a una spada laser, è questo il genere di risposta che puoi ottenere.”
“Oh, udite udite, parla il tipografo,” disse Darth Fener, levando lo sguardo al cielo. “Avanti, dicci che la chiave del successo dei popoli sono i tuoi macchinari inchiostrati!”
“Sono orafo, non tipografo,” puntualizzò il tedesco. “Comunque l’energia è sicuramente una componente indispensabile, ma non basta. Quello che ha caratterizzato le grandi civilità del passato è stata la loro capacità di gestire l’informazione.

“L’informazione,” ripetè Socrate, pensoso.
“L’informazione,” confermò Gutemberg. “La capacità di scrivere, di registrare, di comunicare, di amministrare, di ricordare. Senza informazione, non puoi sapere come hanno fatto i tuoi avi ad accendere il fuoco e a difendersi dagli animali feroci. Non sai cosa aspettarti dal succedersi delle stagioni. Non puoi ricordare quale erbe ti curano e quali ti uccidono. Non puoi costruire edifici ambiziosi. Non puoi comandare eserciti. Non puoi governare province lontane. Non puoi prendere nessuna decisione complessa.”
“…e tra un po’ arriviamo al culmine di tutto lo sproloquio,” intervenne Darth Fener, “e proporremo un grande ‘Hurrah!’ al pretaccio che ha infestato il mondo con la stampa su larga scala di… Bibbie. Puah.”
“Pretaccio sarai tu, bitte. Sei tu quello vestito di nero che prende ordini da un vecchio incappucciato e vaneggia su una ‘forza’ incorporea che scorre tra gli uomini. Io sono un imprenditore. E ho prodotto quello che il mercato, in quel momento, chiedeva.”
“Amici, amici!” li interruppe Socrate. “Non c’è bisogno di litigare. Credo che abbiate ragione entrambi: tutte le civiltà che hanno lasciato un segno nella Storia hanno avuto la caratteristica di poter disporre di energia, e di saper generare, diffondere e custodire informazioni. Energia e informazione: i pilastri della Storia.”

 
Ci fu silenzio, per un po’. La centaura pentapopputa passò al piccolo trotto accanto al tavolo, e Socrate fece cenno che tutto andava bene.
Poi riprese: “Energia, Informazione, e Storia. Più ci penso, più vedo un nesso. L’umanità, nel corso dei secoli, ha cambiato periodicamente la fonte di energia a cui attingere: o perché si esauriva, o perché ne trovava di più efficienti, o di più economiche. Allo stesso modo, l’informazione è passata dai racconti orali, alle pitture rupestri, alle pergamene degli scribi, via via fino alle stampe del nostro amico Johann, ai libri, ai giornali, all’alfabetizzazione di massa, ai personal computer, a Internet. I due pilastri hanno accompagnato in egual misura lo sviluppo della Storia.”
Pausa. Poi: “Sono molto soddisfatto dall’esito di questa discussione.”

Smart grid, smart dinner
 A questo punto Johann Gutenberg intervenne: “Beh, se devo dirla tutta, l’informazione si è evoluta molto di più della gestione dell’energia.”
“Figurati,” fece Darth Fener.
“Anzi,” riprese il tedesco, “direi che non c’è proprio paragone. L’informazione ha subito una rivoluzione epocale, talmente gigantesca da ridefinire completamente ogni parametro. Lo stesso non si può dire dell’energia.”
“Non ti seguo,” disse Socrate.
“Mettiamola così,” disse Gutemberg. “Partiamo dall’energia. Darth, a suo modo, ha ragione. Chi controlla l’energia controlla, in buona misura, la società. I petrolieri ai tempi del petrolio, i proprietari delle miniere ai tempi del carbone, i grandi latifondisti ai tempi degli schiavi, le grandi multinazionali nell’era post-industriale: la piramide della società ha sempre avuto, in cima, coloro i quali potevano disporre dei giacimenti e delle riserve di energia.

Per l’informazione le cose, all’inizio, sono andate nello stesso modo: chi la controllava, aveva in mano il potere. E infatti, soltanto imperatori e faraoni potevano avere scribi, e solo re e papi potevano emettere editti. Dal XIX secolo in poi, i proprietari dei canali di comunicazione di massa hanno potuto letteralmente plasmare la politica dei loro paesi, grazie al loro dominio sull’informazione.”
“Qui ti dò ragione,” disse Darth Fener, con la voce un po’ più roca del solito e le lenti leggermente appannate. “Al proposito, mi viene in mente la storiella di un paese a forma di scarpone in cui…”
“Non ora, Darth,” disse Socrate. “Lasciamo finire il nostro amico Johann.”
“Meglio così,” disse Darth Fener. “Quella storiella mi fa vibrare in modo molto negativo la Forza.”

“La differenza,” riprese Gutenberg ” è che in qualche momento a cavallo tra il secondo e il terzo millennio, venne inventata una nuova forma di comunicazione. E dico ‘forma’ non a caso: l’informazione perse per sempre la sua struttura rigidamente verticistica, e divenne un processo profondamente democratico.”
“Il Web 2.0,” disse Socrate. “Roba antica.”
“Antica, ma fondamentale. Oltre ai tradizionali canali informativi top-down, in quegli anni fecero la loro comparsa milioni di fonti di informazione alternative, indipendenti, e incontrollabili. Siti internet, chat room, liste di discussione, forum, pagine web, newsletter, social network…”
“…addirittura dei blog,” disse Darth Fener, con una smorfia, “C’era gente che perdeva tempo a tenere dei blog, che il Grande Jedi li perdoni.”
“Proprio così,” esclamò Gutenberg. “La grande innovazione fu questa! Sovrapporre alla tradizionale struttura di controllo delle informazioni una ragnatela immensa e polimorfa di idee, opinioni, critiche, spunti e riflessioni.”
“E spazzatura,” aggiunse Darth Fener.
“Anche spazzatura, certo, e pornografia, gossip, cori da stadio, e catene di Sant’Antonio. Ma proprio aumentando al massimo l’entropia di un sistema, lo si rende più stabile. L’informazione del XXI secolo era infinitamente più caotica, fuorviante e complessa di quella di tutti i secoli precedenti messi insieme. Ma anche più completa, e meno controllabile.”

 
“E non si potrebbe fare la stessa cosa per l’energia?” buttò lì Socrate. “Mi ero affezionato all’idea dei due pilastri. E mi danno fastidio le filosofie zoppicanti.”
“Beh, tecnicamente non sarebbe un problema,” disse Darth Fener, raddrizzando improvvisamente la schiena. “Vediamo: come prima cosa, si potrebbe fare in modo che su tutte le case del mondo venissero installati, ad esempio, dei pannelli fotovoltaici. In questo modo, tutti potrebbero consumare l’energia che essi stessi producono, e immettere quella in eccesso in una specie di rete comune, tipo Internet.”
“Nessun gestore unico, nessuna possibilità di controllo,” osservò Gutenberg. “Fine degli aumenti unilaterali dei prezzi, fine dei ricatti.”
“Ovviamente qualcuno potrebbe aver bisogno di più energia di quanto i suoi pannelli possano produrre, ma quella la preleverebbe dalla rete. Tutto in circolo, nessun trucco.”
“Che è esattamente quello che succede con i dati sul Web,” disse Gutenberg. “Puoi leggere, ma pui anche scrivere, correggere, contestare, puntualizzare. Mi piace.”

“Però,” intervenne Socrate “questo taglierebbe fuori tutti quelli che abitano in zone scarsamente illuminate dal sole. Non è democratico.”
“Se abiti in una zona poco adatta al fotovoltaico, dovresti sfruttare altre risorse,” disse Darth Fener. “Magari a due passi da casa tua scorre un fiume, o un ruscello. Una piccola pala, una turbina, ed ecco come potresti contribuire al gioco”.
“Oppure, se abiti in una zona ventosa, potresti montare dei piccoli generatori eolici sul tetto,” disse Gutenberg. “Ne ho visti di davvero carini, silenziosissimi.”
“Chi abita vicino al mare potrebbe sfruttare la forza delle correnti, o delle maree. Chi abita in zone termali, avrebbe probabilmente accesso a gradienti geotermici.”
“In campagna, si potrebbe contribuire alla Rete con la cacca dei maiali o le flatulenze delle mucche,” disse Gutenberg.
“Poco raffinato, ma efficace,” disse Darth Fener. “L’idea è semplice: basta con le megacentrali, basta con impianti immensamente complessi, costosi e difficili da manutenere. Al loro posto, milioni di piccoli generatori prêt-a-porter: diversi l’uno dall’altro, asincroni, distribuiti. Infinitamente più semplici da costruire, manutenere, e gestire. E più economici.”
“E anche più sicuri,” disse Gutenberg. “Nessun incidente potrebbe mai più mettere a repentaglio l’approvvigionamento di energia di intere regioni. Come quando, sull’albero di Natale, si brucia una sola lucina: nessuna tragedia, l’albero è, nel complesso, ancora bello. E,” aggiunse “tutto questo darebbe anche maggiori garanzie di sicurezza. Le grandi centrali hanno sempre costituito un bersaglio ideale per i terroristi.”
“Non dirlo a me,” disse Darth Fener, con un tono di nostalgia nella voce. “Ne avrei da raccontarvi.”

 
Socrate aveva seguito la discussione con stupore ed entusiasmo crescenti. Ora aveva la bocca spalancata, e gli occhi brillavano della stessa luce di quando i profeti ricevono la Rivelazione: “Amici! Ma questa è un’idea strabiliante! L’Internet dell’Energia, accanto a quello dell’Informazione! Altro che Copernico: questa sì sarebbe una rivoluzione epocale. Mai più blackout, mai più fonti che si esauriscono. Energie rinnovabili che si compensano e si equilibrano, in un circolo virtuoso praticamente infinito! Sarebbe la seconda Età dell’Oro! Sarebbe… sarebbe un sistema… geniale!”

“Sarebbe un sistema intelligente“, disse una voce flautata alle loro spalle.
I tre si voltarono di scatto.
“Anzi, sarebbe una griglia intelligente” disse la cameriera, sistemandosi con noncuranza i capelli.
“…” replicarono i tre amici.
“Per dirla tutta,” disse la ragazza “griglia intelligente in inglese si dice Smart Grid, ed è così che la dovreste chiamare.”

Socrate fu il primo a riprendersi dallo stupore:
“Tu… lei… ne ha… ne hai già sentito parlare?”
“Oh, se ne parla da secoli,” fece lei. “Casconero, la pianti di fissarmi le tette o devo farti sbattere fuori? Per tua informazione, la quinta è finta. Completamente rifatta.”
“Chi ti ha parlato di questa… Smart Grid, ragazza?” disse Socrate.

Smart grid - griglia intelligente“Nonnino, persone di ogni genere ne parlano da secoli. Dagli albori dell’altra Internet, per capirci, quella dei computer. L’idea è talmente ovvia, che è difficile farla risalire a un momento preciso, o a una sola persona. Posso solo dirti che scienziati, tecnologi ed economisti la immaginano da sempre, e da sempre ne propongono la realizzazione ai potenti del momento.”
“Davvero?”
“Eccome. Le specifiche della Smart Grid hanno preso polvere sulle scrivanie dei presidenti di tutte le nazioni più potenti, e dei capi delle più rinomate istituzioni internazionali. E hanno circolato per tutte le aule universitarie più prestigiose, e sono state presentate agli amministratori delegati di tutte le più grandi multinazionali del pianeta.”
“Sul serio? Noi non ne avevamo mai sentito parlare.”
“Voi non siete nessuno. Voi leggete i giornali, guardate la televisione. Altro che Web 2.0, e informazione democratica. Voi siete mainstream. Siete massa, cari ragazzi.”
I tre si guardarono, smarriti.

“Eppure,” disse Socrate “eppure io sono una persona ragionevole, credo nella ragionevolezza dei miei simili, e nella democrazia della nostra società. Sono convinto che se ci mettiamo d’impegno, e proviamo a spiegare a tutte le persone che conosciamo che esiste questa meravigliosa possibilità per tutta la razza umana, ci daranno ascolto. E lo diffonderanno ad altri, a loro volta. Una immensa reazione a catena. E quando tutti noi, tutta la ‘massa’, come dici tu, occhi viola, sarà opportunamente informata, allora anche politici e industriali non potranno più far finta di niente, e ci daranno il nostro Graal. Voglio dire, la nostra Smart Grid.”

 
La centaura sorrise. Un sorriso mozzafiato, con cinque capezzoli a sottolinearlo.
“Vedete quello scimmione laggiù, dietro al bancone?” disse. ” Quello alto due metri, tutto muscoli e pelo finto cachemere?”
“Io quello lo conosco!” esclamò Darth Fener. “Se non sbaglio, pilotava astronavi!”
“E’ stato molto tempo fa,” disse la ragazza. “Un giorno capitò qua, e decise di restare. Pare gli piacesse… l’ambiente” aggiunse, in tono un po’ civettuolo.
“Beh,” riprese “quello è il padrone del ristorante. Fa un sacco di soldi, se la passa benone. Ora, voi credete che sarebbe contento se la gente venisse qua portandosi il cibo da casa? Qualcuno magari con le mele del proprio frutteto, o le patate del proprio orticello, o il vino della propria vigna. Credete che gli farebbe piacere se chi ha mele in eccesso le scambiasse con quello che ha più vino di quello che può bere? E se quello con le patate ne regalasse in giro agli altri avventori, ricevendo in cambio mele e vino? Senza pagare, semplicemente scambiando quello che non serve?”

Socrate aprì la bocca, poi la richiuse. La centaura continuò:
“Oggi voi venite, consumate, e poi pagate. Senza discussioni. Lui vi fornisce cena e bevande, e incassa. E questo locale ogni anno è più grande, e può ospitare più clienti. E lui è sempre più ricco, e si può permettere i… collaboratori che più gli piacciono. Se capite cosa intendo.”
I tre capivano, benissimo.
“E quindi, ragazzi, non credete che sia leggermente contro ai suoi interessi che qui, a casa sua, arrivino degli intelligentoni con l’idea di scambiare con gli altri clienti le stesse merci che Chewie invece vi fornisce a pagamento? Secondo voi sarebbe furbo, a lasciarvi fare, o sarebbe scemo?”
I tre non risposero.

“Ho capito,” disse la ragazza. “Avete capito. Vi porto i caffé.”
 
 

Ispirato da Jeremy Rifkin, Economia all’idrogeno, La creazione del Worldwide Energy Web e la redistribuzione del potere sulla terra, 2002.

 

Discussione

26 pensieri su “Griglia intelligente per cene stravaganti

  1. Che cosa ne sa la massaia di Voghera
    di percorsi hamiltoniani
    di leggi invarianti con la scala
    emergenti ovunque elementi siano in rete
    ignora il bracciante di Pachino
    in quali labirinti d’equazioni
    bisogna orizzontarsi senza
    un visibile d’Arianna filo
    per capire il segreto muoversi dei fluidi
    pensa in quel d’Abbiategrasso
    l’assessore comunale in pausa pranzo
    che forse è la funzione zeta
    a gemellare numeri primi e atomi
    a Lucera a Nichelino o sul Gran Sasso
    potrebbero celarsi menti matematiche
    distratte indaffarate a fare sughi
    cogliere ortaggi e censire insegne commerciali
    perché non invitarle a fare calcoli
    e spiegarci quanto si voli in alto
    sopra tinelli orti e bui vicoli
    sorretti solo da algoritmi
    lambiti da evanescenti proporzioni
    e da lì quel quotidiano basso
    diventi inesprimibile a parole

    Un saluto

    Marco Sclarandis

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    Pubblicato da sclarandis | 8 settembre 2012, 5:00 PM
  2. io non conosco l’efficienza delle soluzioni “home” che prospetti… e il costo della manutenzione… le possibilità delle varie zone geografiche… e l’infrastruttura comune non sarebbe del gestore unico? se fosse uno stato in cui credo, allora non sarebbe un problema. Ma vedi anche tu che la decadenza sta corrodendo ogni cosa.
    costi/benefici del fotovoltaico non stanno convincendo tanta gente per ora, tu ne sei convinto? Per il riscaldamento dell’acqua invece è un’altra cosa, si rientra dei costi e si guadagna in breve.
    sul passaggio al baratto mi pare che ci sia un buon articolo (“la scomparsa del denaro”) su Focus: ne si parla da molto e ci porterebbe al disastro, ormai, non sarebbe tanto positivo. Eppure conosco un tizio davvero pieno di verve che riesce a fare dei “buoni” per un sacco di cose… ti tiene i bambini per 3 ore e tu lo fai mangiare a pranzo tre volte… gli dai dei passaggi in auto e lui ti da dei pomodori… ti fa lui la lavatrice mentre tu sei al lavoro e lui ci può mettere dentro 2 kg di roba sua…. Oppure tante volte emette dei buoni “vieni a pranzo da me” e la gente se li scambia… con un preavviso minimo quando non hai voglia tempo di far da mangiare vai da ‘sto tipo 🙂 Chiaramente sono cosette casalinghe, niente che cambi un’economia e soprattutto molto basate sulla simpatia e sulla forza fisica (fallo a 75 anni… l’orto? tenere i bambini? tu, un maschio? fare da mangiare? ) …
    la convenienza attuale del produrre e vendere energia (qualche anno fa era addirittura PROIBITO, pensa tu…) non so quale sia… credo che tutti siano obbligati a vendere (e l’enel obbligata ad acquistare) ad un prezzo stabilito … e se ricordi bene con tutti i beni comuni si spinge per la privatizzazione (vedi http://www.acquabenecomune.org )

    l’ideologia, con etica e morale, dovrebbero essere abbracciate da pensatori competenti per costruire un sistema di mutuoa collaborazione, condivisione delle risorse senza diventare comunismo alla sovietica … e non dimentichiamo che chi ha ottiene, chi non ha non ottiene una mazza. Io ad esempio sono in un’appartamento e l’unica cosa che ho sono i millesimi di diritto sulla superficie del tetto… e da solo non ho il metraggio sufficiente per produrre efficientemente (e quindi convenientemente) nulla. Di cacca ne faccio, ma non ho trovato dove venderla. Tu? Pagano bene o ti costa più lo stoccaggio e il trasporto di quanto sia il rientro?

    🙂
    Sai perché sembro solo così acido? Perché odio essere deluso, illuso. Amo l’idea del progresso… esiste un sistema con salario minimo garantito ed una gestione del denaro che puoi leggere (anzi, sei nel periodo giusto, quindi VAI A LEGGERLO SUBITO!!! ) questo: http://www.fantascienza.com/magazine/libri/7238/a-noi-vivi/ , che contiene questo concetto splendido: http://en.wikipedia.org/wiki/For_Us,_The_Living:_A_Comedy_of_Customs#Economic_independence spiegato con un “gioco di carte” che amerai.
    E dopo aver visto che è possibile fare qualcosa per non essere schiavi, mi da davvero fastidio guardare fuori e vedere che non c’è carestia, non c’è siccità, non ci sono epidemie, non ci sono barbari con asce insanguinate… eppure la mia inadeguatezza non è contemplata in un mondo di competizione, non posso semplicemente vivere.

    Leggilo, è davvero carino, anche se molte cose vanno contestualizzate per forza per non sapere troppo di vecchio.

    Informazione… l’informazione è talmente incasinata che è diventata poco credibile. Magari tu dici la tua ma nessuno ti caga, mentre diventa importante DagoSpia… quando hai una quantità incredibile di qualsiasi cosa ti serve un filtro. Ed eccoci di nuovo all’informazione istituzionalizzata… ma che vive in un mondo in cui nessuno più la vuole pagare… non gli riconosce il suo valore (almeno ideale) ….

    Comunque io credo che tu sia pronto per scrivere qualcosa da mandare ad editori di fantascienza. Non importa se ci sono difetti, lasciati dire da loro quali siano. A me manca sempre una storia con inizio-crisi-soluzione-fine … ma a me sembra che tu abbia ancora quella vitalità incontenibile necessaria a continuare a provarci! Quindi VAI!!!! A parte urania ci sono altri posti… so che li troverai!

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    Pubblicato da cavallogolooso | 9 settembre 2012, 2:18 PM
    • Carissimo Cavallogolooso,
      io credo che il punto non sia se oggi il fotovoltaico, o il solare termico, o l’eolico, o il pinzimonico, siano convenienti o meno rispetto a qualcos’altro. Per almeno due motivi:

      1) Il “qualcos’altro”, il termine di paragone (cioè il combustibile fossile) prima o poi finirà, non c’è pezza. E quindi c’è poco da discutere. “In mancanza di maccheroni, si mangiano anche i sassi, diceva mio nonno” (in realtà diceva un’altra cosa, ma se la scrivo poi mi declassano il blog a V.M.18). 😉 Quindi è il caso di darsi un’occhiata intorno, e cominciare a costruire un’alternativa alle energie tradizionali, altrimenti ci faremo beccare con le braghe in mano.

      2) La convenienza non è un requisito di partenza, è una condizione che si realizza con lo sviluppo della tecnologia. La prima Ford modello T costruita da Henry Ford sicuramente costava infinitamente di più di quelle successive, sfornate in serie. Il primo computer costruito da Babbage era grande come una cattedrale ed altrettanto costoso, e quando Giulio Natta inventò la plastica (in Italia, ziobello), fu costretto ad espatriare perché nessun ente governativo volle dargli i quattro soldi di cui aveva bisogno per sintetizzarne qualche grammo. Meno di quanta oggi se ne usi per avvolgere una rivista.

      Sei un informatico, no? Beh, allora capirai: con quello che ho pagato il mio primo hard disk da 120 mega (mega, non giga), oggi potrei svuotare un Apple Store.

      Lascia che le tecnologie diventino di massa, e vedrai come miglioreranno tecnicamente e come scenderanno i costi!

      E poi, ripeto, l’alternativa non c’è. Non più in là di 5-10 anni.

      L’idea della Smart Grid mi piace proprio perché è modellata su internet. Probabilmente, se negli anni ’60 fosse stata fatta una discussione a livello planetario sulle possibilità di creare una rete mondiale, avremmo sentito le stesse obiezioni: sì ma poi chi la governa, chi la manutiene, chi la controlla, chi la paga, cosa succede se, eccetera. E invece, semplicemente, la rete è nata.

      E’ lì (è qui) – imperfetta, asimmetrica, sleale, tutto quello che vuoi. Ma c’è.

      Questo nostro scambio di idee, trent’anni fa, non sarebbe semplicemente stato possibile, e nemmeno immaginabile. Ed invece eccoci qua. Perché non ripetere lo stesso esperimento con l’energia?

      Inoltre, mi piace l’idea di una struttura flessibile, polimorfa, che sfrutta con intelligenza le diverse risorse disponibili, e soprattutto non verticistica: non costituita esclusivamente da centrali gigantesche, in mano a oscuri burattinai che piegano la politica alle loro necessità, e che si inventano guerre (oh yes) per favorire i loro interessi aziendali. Un pochino di democrazia, per una volta!

       
      Non so se riuscirai a fare soldi con la cacca. Self-biogas, roba da Nobel! Nel caso, fammi sapere. Potrebbe interessarmi. 🙂

      Oppure potresti comprarti dei criceti, metterli nella loro ruotina e collegare il tutto a una dinamo… (OK, ho presente il 2° principio della termodinamica… stavo scherzando…)

      Se vivi in un condominio probabilmente potrai contribuire meno di chi, come me, abita tutto solo in un castello con quarantacinque stanze, e ha settanta ettari di parco tutto intorno (più le piscine). Però consolati: qui da me non arriva l’ADSL… 🙂

       
      Passando dalla macro alla microeconomia, sul baratto ho letto qualcosa, ma non ho ancora un’opinione precisa. Ben vengano queste chiaccherate!

      Di certo, l’attuale sistema monetario ha dimostrato una fragilità e una pericolosità che dobbiamo tenere ben presente, perché finora ci avevano raccontato che, invece, era giusto, solido e sicuro. Io non ho idea di quale possa essere il correttivo corretto (eh eh eh) per il folle sistema attuale, ma di certo una qualcosa dovremo inventare, e anche alla svelta.

      Di interi continenti ridotti alla povertà e di interi paesi “ricchi” in crisi io ne avrei le tasche abbastanza piene…

       
      Sull’informazione: hai ragione anche su questo. Dagospia probabilmente attira più visitatori di Focus, del sito dell’Unesco e (lo rivelo per la prima volta) di Afterfindus. Ma questa è la democrazia.

      Se ci sono in giro più decerebrati che godono a spettegolare dei vizi dei ricchi, piuttosto che gente interessata al proprio presente e al futuro dei propri figli, non possiamo farci un gran che. E’ con questa gente che abbiamo a che fare tutti giorni, ed è per soddisfare le loro pance che vengono modellati prodotti e servizi. E, nel segreto dell’urna elettorale, il loro voto vale esattamente quano il nostro.

      Però:

      A. Con gli strumenti che abbiamo a disposizione, blogin primis, oggi anche noi minoranza disinteressata agli amorazzi delle siliconate abbiamo modo di trovarci, di riconoscerci, e di chiaccherare. Non è poco. Qualche anno fa, o ti compravi una rete televisiva o dovevi lasciar perdere.

      B. Se siamo davvero migliori della massa becera e burina, dobbiamo trovare un metodo virale e infallibile per inoculare anche negli altri i nostri interessi, coinvolgerli nelle nostre discussioni, e trascinarli a dibattere sui nostri stessi dubbi. Io dico che si può fare.

       
      Grazie mille per la dritta su “A noi vivi”. Ho letto parecchio di Heinlein (l’ultimo, “Time enough for love”, proprio questa estate), ma questo mi era completamente sfuggito. Provvederò sicuramente!

       
      P.S. Scrivere fantascienza… che sogno. Ci ho provato, molti anni fa. Ho pubblicato alcune cose sotto lo pseudonimo Fredric Brown, poi mi hanno assunto a Novella 2000 e ho dovuto mollatare. Ma è stata una bella avventura. Grazie di cuore per l’incoraggiamento!!

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      Pubblicato da Niarb | 10 settembre 2012, 10:12 PM
      • Ok, ho saltato dei passaggi, chiedo scusa: avendo percorso diverse volte queste linee di pensiero, sono saltato direttamente alla realtà oltre la speculazione, al desiderio mio personale o dell’umanità, e sono passato alla normalità, alla massa che contribuisce (attivamente o senza agire affatto) a ciò che realmente accade.
        Quindi non fraintendermi: non sono cieco su effetti serra o fine delle risorse: ma non sono cieco nemmeno su “eppure cosa fanno tutti?” e su quale effetto questo abbia sul divenire generale, sull’economia locale (italiana, diciamo) e nel mio piccolo sul paesello, fino a guardarmi nel giardino o nelle scelte locali che non puoi fare da solo.
        La convenienza, per le persone comuni che si devono barcamenare con la sopravvivenza è un requisito eccome: forse non lo sarà nella speculazione che possiamo condividere, ma guardati attorno: le statistiche ci dicono che persino quelli che vengono classificati come ricchi quando fanno la spesa al supermercato comprano quello che costa meno, non quello che VALE di più (disponendo di risorse , anche loro non le usano in rapporto qualità-prezzo, ma comprano solo a prezzo minore) … figurati cosa fa la massa: costa meno, compro quello. E lo fa soprattutto su cilò che si usa ogni giorno, le spese fisse, le inevitabili, quelle legate alla sopravvivenza.
        Magari poi comprano un iPaid o un iPorn ma… poi spendono 0,55 a barattolo per il caffé grattato via dalle scarpe dei contrabbandieri colombiani dai bambini col rene amputato dalle mamme cannibali: se ne fottono. Costa poco, compro quello.
        E’ così che il circolo vizioso del “costo del lavoro” ha distrutto l’industria manifatturiera locale: renderci conto che porta alla rovina non fa terminare il fenomeno: distrugge conoscenza, cultura, patria. Eppure continua.
        La diminuzione dei costi industriali produce tante cose: sono un informatico, ma come avrai capito, per una industria manifatturiera (fin che dura): la convenienza economica ha distrutto l’azienda: avere del personale non è economicamente sostenibile, dicono e quindi vedi che è un prerequisito eccome.
        Se ci si guadagnasse denaro, del bel denaro da capitalisti oligarchi, allora forse succederebbe qualcosa… ma se viene dal basso, allora no: in questo momento l’unione europea (lo hai detto tu o l’ho letto altrove?) sta osteggiando le tecnologie sul solare proveniente dalla Cina… in parte con l’apparenza del protezionismo (perdiamo il lavoro noi) … ma in realtà ancora con l’interesse per il petrolio.
        Molti dicono che il lavoro di installatori andrebbe su a mille: ecco della sana occupazione in un lavoro che migliora il pianeta. Eppure, per ora, anche localmente le persone dicono: non mi conviene.
        Nel mio condominio ci sono 4 proprietari di terre e boschi: la caldaia non viene usata… sarò costretto io stesso ad usare (per limiti tecnici, costi che non potrei mai sostenere) combustibile naturale… il “pellet”. Meglio della legna, ma sto sempre incendiando legno.
        Quanta fiducia hai nell’umanità? Il fatto che l’alternativa non ci sia non è sufficiente: facciamo qualcosa verso la deforestazione? Forse dire questa frase mi fa sembrare uno di GreenPeace – cosa che non sono – ma l’incidenza di questo aspetto (la desertificazione) sul nostro futuro non è meno rilevante del mancato uso delle rinnovabili. Eppure chi è che se ne sta davvero interessando? In realtà fanno a gara a chi usa uno stile più spregevole per esprimere quanto se ne sbattano le palle.
        Non pensare che l’idea di smart grid non mi piaccia. Ho già fatto la figura del retrogrado altrove e spero di riuscire a chiarirmi almeno con te 🙂 Ben lungi dall’essere contrario, il mio scetticismo è indirizzato alla massa, a tutti noi: una buona idea non necessariamente viene abbracciata dalla gente, ed è questa che determina la riuscita di un piano generale così diffuso.
        Le fighettate funzionano, le cose che appagano, la fica, la socialità, la supremazia della propria immagine. Questo attualmente è l’andazzo, da circa una trentina d’anni (il famoso edonismo reganiano in cui forse entrambi siamo stati immersi) … ma i progetti “ideali”, l’amore per l’Umanità… che sono? uh? (cervello di homer con “lalalalallaaaa”)
        La rete mondiale è ancora giovane. Le obiezioni sono tutt’altro che poco valide.
        Ciò che è successo ad Assange è una dimostrazione di quanto alcuni “paranoici” dicevano già ai tempi dell’Italian Crackdown, e sicuramente molto prima. Gente esperta che sapeva le cose e le trattava seriamente ha smesso di discutere e collaborare seriamente su internet attorno al 2003 … li ho visti evaporare in silenzio per dedicarsi ai fatti propri contro masse degli oggi definiti “bimbiminkia” … ma la cosa è più seria di così.
        Dici che quelle obiezioni degli anni ’60 non reggerebbero… eppure l’infrastruttura su cui è poggiata internet, quella che la rendeva inattaccabile militarmente, a causa della gestione “da mercato” ora non è più solida come un tempo e il suo controllo non è più in dubbio, è accertato, ma non è certamente nelle nostre mani (motivo per cui c’è gente che pensa – e fallisce – a cose come Netsukuku o Freenet e Tor) … guarda solo come è stata distrutta silenziosamente la segretezza delle comunicazioni di skype: comprata da chi era interessato. Ci sarà sicuramente qualche alternativa, ma la massa non l’abbraccia, come ha smesso da anni di usare pgp.
        Internet è viva e vegeta, lo vedo anche io, ma tutti non fanno che parlare di “non può essere un farwest” perché la vogliono controllare… ed anno dopo anno ci riescono, con muraglie, controllo dei DNS, leggi, data retention e data mining … Le cose NON stanno andando bene.
        E la convenienza economica di molte cosette sta rendendo la “democratizzazione che viene dal basso” talmente disastrosa economicamente che molte conoscenze si distruggono: effetti collaterali, sopravviveremo tutti lo stesso.
        Ma sto divagando, naturalmente: è vero, la rete è qui, ma com’è stato che l’abbiamo abbracciata tutti, ti ricordi? All’inizio del millennio la gente comprava un computer perché poteva scaricare illegalmente roba e – se andava bene – per farsi la tesi. Ciò che ha spinto la gente era un INTERESSE PERSONALE IMMEDIATO: rubare roba che ieri doveva comprare.
        La cosa funziona perché qualcuno ha un interesse e detiene il controllo fisico, economico e politico sul proprio interesse : i fornitori di accesso hanno guadagnato su un vecchio prodotto pagato dalla collettività (il cavo) e poi sull’utilizzo spinto dal desiderio di furto continuativo che tutti abbiamo operato indisturbati per un decennio. A questo punto è subentrata la moda: chattare era roba da nerd, ma è diventato fico (interesse sociale, vedi feisbus) … eccetera. L’interesse immediato, la convenienza e il tornaconto devono esserci perché la gente abbracci qualcosa… oppure dev’essere straordinariamente fico, si, ma sempre entro i limiti del raggiungibile (iPorn, si, Ferrai difficilmente).
        Quello che ci è concesso dal basso, è governato dall’alto: in Cina e in altri paesi è più evidente: i firewall nazionali e la polizia di internet non sono delle favolette: la gente fa questo *di lavoro*. Ciò che passa da noi è tutto tollerato… ciò che passa da loro è davvero un atto eroico. Le vere azioni democratiche e di libertà d’informazione funzionanti spesso hanno immediata e potentissima reazione: le querele che ti ammazzano economicamente non sono bazzecole, guarda cosa dice Paolo Barnard (e controlla l’apparente libertà vedendo come si presenta oggi la pagina di wikipedia relativa proprio a lui) … Negli ultimi 10 anni si lavora molto sul controllo di internet e sulla produzione di armi di controllo delle masse: tutto pronto per non farci alzare la testa: quello costa, ma c’è un ritorno sufficiente per qualcuno.

        Non vorrei davvero che la mia disillusione passasse per scetticismo nei confronti della bontà del grid o della necessità di progredire davvero: io CREDO fermamente in queste necessità, ma credo altrettanto alla malvagità, alla pigrizia e alla stupidità degli esseri umani. Noi non possiamo comportarci come il criceto o il leone, eppure in gran parte lo facciamo ancora… e questo comportamento non può essere condiviso con l’intelligenza: eppure è così. Mentre io sto scrivendo su una tastiera ad una temperatura accettabile, senza soffrire la sete, da qualche parte qualcuno sta venendo torturato oppure viene usato come un asino.

        La realtà meschina non è nella mia testa: mi circonda. La distopia si sta realizzando molto di più di quanto non accada con l’utopia.

        Quando diciamo che “così non va bene, dobbiamo fare qualcosa” … ebbene le mie palle sono già cadute da tempo e da tempo sono da me usate come zerbino: perché ogni volta che abbiamo detto così non abbiamo fatto niente, abbiamo peggiorato, abbiamo persino avuto occasione di vedere una doppietta “chernobyl-fukushima” con i medesimi atteggiamenti. Tempo utile per una vita, ma anche per una “azione correttiva” come la chiamano gli esperti dell’iso 900X. Di ciò di cui abbiamo le tasche piene non ci occupiamo perché non è economicamente possibile, sostenibile, tollerabile e – ahimé – persino appetibile, per noi. Posso solo consigliare di non far figli che non si possano mantenere, ma io non so se avrò un lavoro il mese prossimo, quindi non riesco ad essere tanto altruista da contribuire fisicamente al progresso di un paese povero (che mi sarà anche concorrente) in un mondo che è guidato dalla competizione.

        Sul fatto che Afterfindus abbia meno lettori del sito dell’Unesco : sai che non è così; hai molti più lettori : nessuno va sul sito dell’unesco, non si vince niente e non fa figo.

        “Questa è la democrazia […] non possiamo farci granché” è il riassunto di quanto mi lascia perplesso, più che scettico. Posso credere anche nell’energia atomica sicura (persino la fissione) ma è l’umanità che mi lascia scettico: l’umanità dimostra sempre di essere una merda, di avere un qualche stronzo che ha potere diretto o indiretto di rovinare tutto per altri 1000 poveretti che cercavano di fare del loro meglio.

        C’è un ragazzo che conosco che tiene un negozio di videogames: è uno sfegatato idealista e non perde occasione per cercare di far ragionare i ragazzi (è giovane!) oltre a vender loro i giochi… ma sicuramente sta perdendo clienti! Parlare di cose serie rompe le palle, annoia, non ti fa infilare in vagine attraenti. Anche loro si annoiano, tutto sommato. Magari sulle prime ti dicono nononoanziii. Ma un po’ di esperienza ti farà notare che in realtà se c’è qualcosa di più divertente da fare, si fa quello. Anche io amo divertirmi, quindi se c’è un film che documenta la tristezza e uno che mi fa morir dal ridere, probabilmente sceglierò quest’ultimo. Quindi vedi… c’è la pigrizia, l’appagamento: lo stesso meccanismo che ti fa morire come vecchio artritico perché in gioventù non hai preso provvedimenti e non hai fatto sport. Chiedi ad un dottore quanto sia probabile che questa tendenza cambi davvero: le ragazze carine non mangiano, ma NON FANNO sport, se capisci cosa intendo e lo sposti su altri argomenti più seri.

        Mi piace che tu abbia la spinta del “si può fare” ma… funziona più il complottismo alla Zeitgeist che la seguente necessità di verificarne le fonti, con la gente: il sensazionalismo di un certo tipo funziona di più di una correlazione di fatti come “mentre ti interessavi dei PACS hanno permesso di aprire 14 discariche abusive per legge” … Non interessa finché non è troppo tardi, finché il ciccione del quarto piano non si getta di piedi su tre tubi catodici che stavano sotto le banane marce… allora siccome ti senti un po’ male indaghi.

        Per capire il mio atteggiamento “disfattista” (il pessimismo della ragione, diceva quello) leggi il fantastico – consiglio a tutti – libro di Stephen Webb (http://www.sironieditore.it/libri/libri.php?ID_libro=978-88-518-0041-3) … quando lo leggi senti che lui DESIDERA CON TUTTA LA SUA VITA che la vita intelligente esista… ma è uno scienziato, e fra le righe capisci come la pensi: una cosa è desiderare, l’altra rendersi conto.

        Capisci che la mia, tutto sommato, è disperazione: non può esistere senza che prima si sia avuta la speranza.

        Se riesci a convincermi che ci sia speranza senza usare psicofarmaci farò spamming con il tuo sito dappertutto e non solo supererai il sito dell’Unesco, ma ti avvicinerai paurosamente a twister o facebrook!

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        Pubblicato da cavallogolooso | 11 settembre 2012, 4:34 PM
        • Lo so, tendo a ripetermi, ma a volte fa bene. A me, per esempio, che sono in leggero Alzheimer. 😉
          Infatti, da qualche parte in questa pagina incasinata (ma perché cacchio le risposte ai commenti non stanno sotto ai commenti? bah) ho scritto che lo scopo di Afterfindus NON è salvare l’umanità. E nemmeno salvare il pianeta, che delle due mi piacerebbe di più. Anzi, chi ha detto che debba avere uno scopo, dopotutto?
          Poi però leggo commenti tipo quelli della Zia Dany e di Equino Mangioone (ma non solo), le poesie di Marco Sclarandis e le ricette biografiche di Nonsolopolpette e penso “Kaiser, ma allora non è poi così irrecuperabile, questo Cosmo!”.

          Prendo per esempio il megacommento di Cavallogolooso: c’è dentro davvero un sacco di roba: una sintesi molto efficace di discussioni della massima importanza, diversi ragionamenti interessanti, opinioni personali, battute assolutamente geniali (il caffé grattato via dalle scarpe dei contrabbandieri colombiani dai bambini col rene amputato dalle mamme cannibali, le palle cadute e usate come zerbino, le vagine attraenti che però si annoiano, il ciccione del quarto piano che si getta sui tubi catodici che stavano sotto le banane marce, tanto per dire), e idee e concetti su cui ammetto di essere selvaggiamente ignorante, e che ora ho una gran voglia di approfondire (Netsukuku, Tor, Paolo Barnard e Stephen Webb).
          Vi pare poco? Gente, non avrò salvato né il mondo né l’Italia e neanche un grumo di protoni, stasera, ma sono molto, molto, molto più realizzato adesso di due ore fa.

          Sul merito dell’intervento, voglio citare ancora Cavallogolooso (questa è la tua serata, amigo 🙂 ), ma so di interpretare anche Daniela e altri passanti più… timidi: “è l’umanità che mi lascia scettico”, e “credo nella malvagità, nella pigrizia e nella stupidità degli esseri umani”. Beh, sono vergognosamente d’accordo. Ma (e torno a ripetermi), resta il fatto che il 50% dell’umanità ha un’intelligenza inferiore alla media, e questo è il dato statisticamente più corretto di tutti i tempi.
          E allora, tigrotti, che si fa?
          – Potremmo cercare di innalzare un po’ il livello mentale di quel 50%.
          – Potremmo cercare di innalzare ulteriormente il livello di quelli già sopra alla media, per provare a “tirar su” il tutto.
          – Potremmo anche sbattercene alla stragrande di tutto, e concentrarci unicamente nell’entrare in contatto con altre persone che sono nel nostro stesso 50%, e trascorrere serenamente gli anni che il Grande Cocomero vorrà concederci.

          Poi c’è una quarta strada. Che è mirabilmente espressa nella frase di Cavallogolooso: “le ragazze carine non mangiano, ma NON FANNO sport”.

          Sfortunatamente, temo di non aver ben capito cosa significhi. Però mi piace da matti. 😀

          Altre idee?

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          Pubblicato da Niarb | 13 settembre 2012, 12:36 am
          • Mah…che se tocca correre non gliela fanno? Troppo magre e con poco zucchero in circolo (e quindi poco sviluppo intellettivo)?…sono sicura che l’equino mangione sa…e dirà…e comunicherà…con la sintesi di cui è capace…;)

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            Pubblicato da Daniela | 13 settembre 2012, 10:01 am
          • No no no, io mi aspetto una lettura molto più allegorica… 🙂

            (e poi è “mangioone” con due “o”)

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            Pubblicato da Niarb | 13 settembre 2012, 6:08 PM
          • Hai ragione zietto….sono troppo seriosa…colpa del lavoro. Per farmi perdonare ecco una cretinata:

            SE SCORREGGIA UN CONTE, TRATTASI DI GAS NOBILE?
            🙂
            …ok ok ok mi tolgo due punti da sola…
            😉

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            Pubblicato da dani2005dani | 13 settembre 2012, 6:14 PM
          • Se scorreggia un conte io mi preoccuperei perché, di solito, i conti tornano…

            (te la sei voluta 🙂 )

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            Pubblicato da Niarb | 13 settembre 2012, 8:37 PM
          • A te torneranno i conti e le sc*******e….a me MAI…

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            Pubblicato da dani2005dani | 13 settembre 2012, 9:00 PM
          • AhahahhAHHAhahaha!!! Non posso permettermi la psicoterapia di cui è evidente il mio disperato bisogno, ma questo commento mi ha fatto molto bene! ahahahahah 😀

            Soluzione: le ragazze carine sono carine e basta, spesso lo sono per un limitato periodo di tempo e questo accade con una dedizione minima. Di fare sport (= impegnarsi, studiare, metterci del tuo) non se ne parla. Al massimo rinunciano a nutrirsi e il loro pancino rimane piatto (e vuoto).

            E riapplica tu la metafora (o la trifora, il binomio di Asperger o la pomata catalitica a sberleffo) a tutto il resto 🙂

            Ciao Niarbo!

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            Pubblicato da cavallogolooso | 14 settembre 2012, 9:52 am
  3. Sai cosa ha di bello il libro di Rifkin? Una bellissima e correttissima analisi, ma conclusioni sconclusionate. Tu hai colto: l’informazione, ma io sottolinerei LA PROPAGANDA informativa.
    Quella che fa dubitare del fotovoltaico è ecellente, per esempio.
    Siamo in un sistema sbagliato, con le armi sbagliate dle sistemo sbagliato si sbaglia ancora e l’entropia, se cresce, ci rade tutti a zero… Non è che recuperi tutto tutto tutto, certe cose sparpagliate e disperse, oltre che a inquinare, piano piano, tempi geologici permettendo a noi del tutto estranei, torneranno al centro del nostro sistema chiuso denominato TERRA. Ma intanto noi saremo morti.
    Svegliandoci, come riesci a fare tu con questo raffinatissimo dialogo a quattro (il greco, il tedesco, il casco nero e la centaura), potremmo capire che FORSE abbiamo i mezzi per salvarci il c.u.l.o. ma solo se ci svegliamo e solo se impediamo ai pecuniocefali e ai loro accecati proseliti (quelli che pisciano controvento per essere scientifica) di proseguire la strada verso il dirupo di Seneca.
    hai letto questo mio post, ZIO NIARB?
    http://blog-condiviso.blogspot.it/2012/08/il-climate-change-si-puo-fermare.html

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    Pubblicato da dani2005dani | 9 settembre 2012, 3:57 PM
    • ah vedi che, se pure con una capacità di sintesi invidiabile, la zia dani (buongiorno!) non si discosta tanto dal mio pensiero?
      Il fatto che esista la via non è sufficiente a renderla percorsa da qualcuno: in ogni insegnamento religioso/morale/etico c’è il classico della via “più difficile” “meno attraente” … Studiare ed esercitarsi non per tutti è fico come stare in panciolle e la bocca aperta mentre altri ti infilano le patatine in bocca… poi quando tu pesi 150 kg e il cameriere è morto … beh, ormai è troppo tardi 🙂

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      Pubblicato da cavallogolooso | 11 settembre 2012, 4:59 PM
  4. …non capisco se è passato il primo commento….mah…

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    Pubblicato da dani2005dani | 9 settembre 2012, 3:58 PM
  5. sembra di no e mi tocca riscriverlo…con l’età che ho…Niaaaarb….grrr…

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    Pubblicato da dani2005dani | 9 settembre 2012, 3:59 PM
  6. Il libro di Rifkin ha un pregio: l’analisi è eccellente. E un difetto: le soluzioni a seguito dell’analisi sono fuffa.
    Non si può cambiare le cose usando i soliti mezzi. Tu hai capito: con l’informazione si può TUTTO. Da almeno un secolo l’informazione è propaganda. Non a caso c’è che chi ha dubbi sul fotovoltaico, dubbi incistati da una informazione ottusa e sconquassata, ma non così caotica, direi molto ben organizzata, falsamente caotica, così chi vuole opporvisi deve “morire” di fatica. I blog tipo il tuo o anche il mio non contano nulla, sono talmente di nicchia, fuori dalla finestra di Overton delle bugie mediatiche che i pecuniocefali possono tanquillamente sbattersene.
    Invece dovremmo fare COMUNELLA, e sapere chiaramente cosa dire e dirlo fino all’esaurimento delle orecchie degli astanti.
    Hai spiegato bene il problema zietto, la parodia con il greco, il tedesco, il casko nero e la centaura sono chiari.
    Io so, altri sanno ma come far arrivare il messaggio nelle teste dei, più o meno inconsapevoli, idolatri del B.A.U.? quelli che vogliono riparare i danni al Pianeta e fermare il collasso comprando detersivi eco…
    Due mosche in un bicchiere fanno più rumore…
    Tuttavia un po’ di speranza c’è, se solo si diffondessero le giuste informazioni.
    Hai letto questo mio post?
    http://blog-condiviso.blogspot.it/2012/08/il-climate-change-si-puo-fermare.html

    Ti aspetto, sto facendo il catastrofico (intendo il post catastrofico).
    Bello questo tuo post.

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    Pubblicato da dani2005dani | 9 settembre 2012, 4:08 PM
    • Mia cara Daniela, io per la verità una fonte di energia inesauribile ce l’avrei in mente: sei tu!! 😉

      Io sono un’anima semplice, sai, e confesso che i libri come quello di Rifkin mi entusiasmano. Poi magari mi faccio fregare dalle conclusioni, dalle cifre, da quei particolari che non ho modo o tempo di controllare e che prendo così come sono.

      Però resta che quei libri, come pure le chiacchierate che si fanno qui su Afterfindus (e ancora di più sul tuo BlogDrome, e per fortuna in molti altri non-luoghi), abbiano per me un valore incalcolabile: mi aprono la capoccia.

      Non so tu, ma nella mia vita “reale” (e non in senso aristocratico, ah ah ah) ho poche occasioni di imparare così tanto, di ricevere tanti stimoli, e di far fare tanto stretching al neurone. Oltretutto (robadamatti) divertendomi pure.

      Sinceramente, non credo che Afterfindus cambierà il mondo. Non che fosse il suo obiettivo, in ogni caso. Dopotutto, metà della popolazione mondiale ha un’intelligenza inferiore alla media, e, dice la matematica, sarà sempre così.
      Io sono entusiasta di riuscire ad aggregare gente come quella che passa su queste pagine, e lascia scritto qualcosa: gente a volte intelligente, a volte squinternata. A volte competente, a volte curiosa. A volte appassionata, a volte divertente. A volte poetica, a volte scocomerata.

      Esiste forse migliore compagnia?

      Tu conserva la tua energia, Daniela. Sei uno schiaffo in faccia all’entropia. E’ un onore e un piacere essere nello stesso bicchiere.

      E poi qui lo dico, e qui lo ribadisco: ho montato due anni fa i pannelli fotovoltaici, e pompano che è una meraviglia. Liberissimi di non crederci. Prima o poi, potrei organizzare visite guidate… 🙂

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      Pubblicato da Niarb | 11 settembre 2012, 1:17 am
    • la cosa dei detersivi eco mi fa venire in mente il gran casino che si fece con le miTTTiche lampadine “a risparmio energetico”. Le abbiamo cambiate tutti acriticamente nonostante personale esperto ci dicesse chiaramente che erano una boiata soprattutto nei corridoi e che alla lunga erano antieconomiche (inefficienti) ed antiecologiche nei materiali… ma la propaganda ha funzionato e probabilmente una interessante industria sta lavorando.
      Ma le abbiamo cambiate tanto quanto abbiamo fatto con gli schermi catodici in favore dei plasma/cristalli liquidi: consumano DI PIU’ e i colori fanno schifo e non esiste che siano più definiti … oltre al fatto che trasmettiamo stretchato materiale prodotto dai 100 ai 20 anni fa molto più di ogni altra cosa.
      Accettare acriticamente e in modo semplice: come fare le dame di carità mentre si è parte in causa nella generazione della povertà: risolvere il problema è più duro che metterci la pezza quando si può e ci fa sentire carini.

      Io comunque uso i detersivi eco! Li compra la mia morosa … e non c’è dentro l’antibiotico … in particolare il Winni 🙂
      Non si deve? :-S

      non sono informato!
      Mi stai dicendo che devo andare avanti a bicarbonato e aceto, forse?

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      Pubblicato da cavallogolooso | 11 settembre 2012, 5:08 PM
      • Ciao CG (cavallogolooso….UN PO’ lunghetto…alla mia età ci si stanca con niente). No continua a comprare i ditersivi ECO, lo faccio anche io, solo che trattasi di azione da….colibrì, ovvero inconsistente ai fini generali.
        Ai fini generali occorre che la gente superi il BIAS DI CONFERMA e pensi in autonomia, magari esercitando le lettura (e non solo la visione di video Ipod Ipad Iphone ahi che fessi), e capisca che la propaganda consumistica ti prende per il c.u.l.o. Ok, troppo sintetico.Vediamo una cosa si può fare oltre al bicarbonato e all’aceto: NON COMPRARE SE NON NECESSARIO.
        Sarebbe un bel passo avanti.
        E io piuttosto che fare la simpatica (impossible con un caratteraccio diretto e scontrosetto) faccio direttamente la s.t.r.o.n.z.a. Un filtro che riduce enormemente i tempi. La simpatia la lascio a chi prende in giro.

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        Pubblicato da dani2005dani | 11 settembre 2012, 7:45 PM
  7. Carissimo Niarb anche io monterò pannelli FV e se poi riusciamo, io e mio marito, a comprare un’auto elettrica decente avremo il rifornimento casalingo…Risparmio su tutto insomma. Autoproduzione e magari vendita al vicino rompipalle (Ehi…Anacleto, disturbatore di professione…vuoi il mio tagliaerba elettrico ricarico?…si? ok 5 euri all’ora), cucinerò solo al forno, quiche, tarte tatin, paste, lasagne, verdurine e fruttina, giusto per non dover ciuppar eun microgrammo di gas TIE’. Mi sentirò ricca e meno puzzolente. A quando il tour nel castello di 45 stanze con un parco gigantesco e CHISSA’ quanti pannelli fotovoltaici?

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    Pubblicato da Daniela | 11 settembre 2012, 9:38 am
    • Anche presto. L’unica cosa è che vorrei lasciar passare la bella stagione perché siamo molto impegnati con il Festival della Diossina, quarta edizione. Acquistiamo plastica da riciclare dal meridione, e nel corso di simpatiche seratone stile rave party le incendiamo con la nafta, e poi giochiamo a spegnere le pire con deodoranti spray importati di straforo dal Vitenam del Nord. In caso tu fossi interessata, restano pochissimi biglietti.

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      Pubblicato da Niarb | 11 settembre 2012, 10:02 am
      • A me NON PIACE la bella stagione (caldo eccessivo, siccità, ozono e puzza), mi PIACCIONO LE TEMPESTE e quindi, in perfetto stile Frankenstein Junior, se il lupo ULULA’ il tuo castello è ULULI’…e LI’ con pioggia fulmini e tempeste depurative arrivo volentieri a cavallo di un’auto elettrica. 🙂
        Non prima. I rave mi disgustano, sono un po’ snob… (sine nobilitate…ah aha ha che credevi?). 😉

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        Pubblicato da dani2005dani | 11 settembre 2012, 11:03 am

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