L’ho già detto. Gli ossi neri (od ossimori, come li chiama qualcuno) mi affascinano come poche altre cose. Sono tra i reperti più curiosi dei secoli passati, e ad ogni giro di picchiotrivella ne spuntano fuori sempre di nuovi.
Ho già parlato degli ossi neri più clamorosi usati nella vita quotidiana del XXI secolo (qui), e dei rocamboleschi ossi neri del gergo militare (qui, qui e qui). E proprio a questa categoria, oggi, non posso esimermi dall’aggiungere un nuovo esemplare, particolarmente spettacolare: le armi non letali.
Questi ossi neri, per la verità, fanno un po’ razza per conto proprio. Perché, di primo acchito, potrebbe sfuggire la loro natura ossimorica. Dopotutto, moltissimi oggetti che non sono stati concepiti per essere armi possono essere usati per far del male, fino a uccidere. Per esempio un martello, un coltello o un ombrello.
E prima che a qualcuno venga in mente di chiedermelo NO, la rima in “ello” non è un requisito fondamentale.
Anche se, ora che ci penso, rientrano nella categoria anche il chiavistello, il matterello e il culatello (dubbi? provate a mangiarne a chili, e vedrete).
Tutt’altra cosa sono invece le armi non letali vere, cioè quegli ordigni costruiti appositamente da qualche mente malata in modo da non essere necessariamente mortali. Lo so, è un concetto di fronte al quale la mente vacilla. Eppure, credetemi, sono reali. Nei secoli XX e XXI si sviluppò un fiorentissimo mercato di questi strumenti surreali per assassini dal cuore tenero. Oggetti concepiti, studiati, prodotti e acquistati per fare solo un po’ di male, ma non troppo. Questo sì che è un raffinato ossimoro – oppure, se preferite, una forma di ipocrisia particolarmente odiosa.
Oggi ve ne propongo tre.
L’Active Denial System, o ADS. E’ il classico “raggio della morte”, tanto caro agli amanti della fantascienza dagli anni ’40 in poi. Un cannoncino montato al centro di un parabolone, che quando colpisce provoca l’insopportabile sensazione di andare a fuoco. Tutto sembra bruciare: occhi, pelle, capelli, organi interni. Se vi è mai capitato di chiudere per errore il gatto nel forno a microonde, potete chiedere a lui.
I costruttori dicono che l’arma non è realmente pericolosa, perché una volta colpiti basta allontanarsene velocemente. Certo che se quel pirlaccione che ne viene colpito dovesse essere bloccato, incastrato, legato, rinchiuso, ferito, claudicante, o magari semplicemente anziano… beh, allora sarebbero tutti cavoli suoi.
Se volete farvi quattro grasse risate, potete andarvi a leggere il panegirico dell’ADS che fa il Dipartimento di Stato americano, a questo indirizzo. Ci sono anche i risultati dei test su cavie umane, assolutamente da non perdere. Oppure, se siete di palato raffinato, potete andare alla fonte e leggervi la scheda tecnica pubblicata da un noto ente benefico privato, la Global Security Organization. Se la lettura dovesse scaldarvi i lombi, a quell’indirizzo potete anche iscrivervi alla loro delicata newsletter. Se poi avete in programma delle serate in compagnia ma ormai sapete a memoria tutte le risposte del Trivial Pursuit, potete scorrazzare su YouTube per gustarvi i video dimostrativi di militari scimuniti che si fanno ADSare per dimostrare che “non fa niente”. Dovete vedere le loro facce. Davvero da morire (in tutti i sensi).
Altro oggettino pregevole è il Proiettile ad Energia Pulsante, per gli amici PEP. Anche questo è un cannoncino, che spara però un raggio di plasma. Per “plasma” si intende in questa sede non quel liquido giallognolo componente naturale del nostro sangue. Si intende una radiazione laser che, a contatto con il bersaglio, fa crescere talmente tanto la temperatura superficiale da provocare la formazione di un grumo appunto di plasma. Il plasma esplode, e fa volar via il soggetto come in un cartone animato di Hanna & Barbera.
Ma non basta: la microesplosione genera anche l’emissione di una radiazione elettromagnetica che (guarda tu i casi della vita) ha esattamente la lunghezza d’onda giusta per interagire con il sistema nervoso centrale. E quindi trasmette la sensazione di essere contemporaneamente bruciati, congelati, spaccati a metà, trafitti da mille aghi, maciullati, divorati, sciolti nell’acido, e di avere nei pantaloni una sfilza di centravanti che si allenano a tirar rigori assestando raffiche di calci nelle balle.
Anche qui, non dovete fidarmi di me. Alla Global Security (http://www.globalsecurity.org/military/systems/ground/pep.htm) sono molto più precisi. Estrapolo dalla loro recensione una sola frase: “The good news is that it works”, “la buona notizia è che funziona”. La cattiva notizia è che non scherzano.
Infine, il PHaSR. Già il nome sembra una presa in giro – ve lo ricordate il “phaser”, l’arma di ordinanza del Comandante Kirk e della sua truppa nei telefilm di “Star Trek”?
Beh, quella era fantascienza. Questa invece è una cosa vera. Rispetto al phaser di Star Trek, questo ha una “e” in meno, ma in compenso un look molto più ridicolo (vedi foto). Il nome significa Personnel Halting and Stimulation Response rifle – “fucile che ferma la gente e stimola una risposta”. Mah. Una specie di Socrate incazzato, quindi.
Per dirla in modo tecnicamente accurato, il PHaSR è una pistolona sovradimensionata che spara un raggio laser con lunghezza d’onda studiata appositamente per mandare in tilt il nervo ottico e, di lì (già che c’è), il sistema nervoso tout-court. In pratica, acceca e rimbecillisce allo stesso tempo, come afferma con entusiasmo il sito dell’Aviazione Militare americana.
Per amor di puntiglio, questa chicchina sarebbe proibita da un trattato internazionale del 1995 sull’uso di armi laser accecanti (questo, ma di fatto è stata prodotta (e venduta, e usata) ben oltre quella data, e senza eccessivi patemi. Anzi, se volete comprarne una, andate qui e ve la vedrete consegnata in appena otto settimane, direttamente a casa vostra.
Uno dei tanti interrogativi che circondano questo tipo di armi è legato al fatto che sono tarate in fabbrica per accecare e mandare in stato di shock i nemici, che in linea di massima sono soldatoni grossi e robusti. Ma cosa succederebbe se dovessero essere usate contro bersagli normali, tipo donne, anziani e bambini? Mah, ci terremo il dubbio.
O forse no: l’arma è in dotazione alle squadre antisommossa della polizia degli Stati Uniti.
Auguri a voi, amici yankee.
L’elenco delle armi non letali non termina affatto qua. L’ingegno umano è davvero portentoso, quando si tratta di concepire idiozie. In particolare, idiozie pericolose.
Ma per oggi mi fermo qui, perché mi rendo conto che sto guardando le mie matite, il cavo del mouse e il tagliaunghie con occhi nuovi.
E quindi, non fatemi arrabbiare.
Seconda puntata: Armi non letali 2: il delirio colpisce ancora
Ciao. Bel blog. Già aggiunto nel mio blog roll.
Per commentare allego un link…
http://informazioneconsapevole.blogspot.it/2012/05/giochi-di-guerra-nel-belpaese.html
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Grazie Daniela, e benvenuta! Ho appena dato un’occhiata in corsa al tuo link e già fiuto sinergie interessanti! Purtroppo display e tastiera del telefonino, che sto usando in questo istante, vanno decisamente oltre le mie possibilità… A più tardi!
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Ciao. Spero che tu abbia dato anche un occhio al mio blog, oltre a quello linkato che era uno spunto interessante visti i contenuti del tuo post attuale. A presto!
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Ciao Daniela! Non vedo l’ora di essere davanti a un computer normale perché con questo bidone di cellulare navigare è impossibile. Tra qualche ora passerò dalle tue parti… non slegare i cani! 😉
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I miei cani leccano e danno la zampa a chiunque…tranquillo…;)
E grazie per la visita, graditissima.
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Dovresti aggiungere anche che buona parte delle armi del mondo (non so quelle citate da te) sono prodotte quassù, nella neutrale e pacifica Svezia.
Ovviamente, però, trattandasi di produzione locale, le armi svedesi sono ecologiche, biodegradabili, närproducerat e rispettose dei diritti umani e della parità uomo-donna
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Che meraviglia, la Svezia. Sempre tre spanne avanti.
Comunque il concetto di arma ecologica, biodegradabile e socially correct mi ha colpito come un sacco di cetrioli in mezzo al deserto: totalmente di sorpresa. Adesso che hai scagliato il sasso, però, non nascondere la mano… e spiegaci!! 🙂
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Il mio commento grondava sarcasmo 🙂
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Ma che sarcasmo e sarcasmo! Il tuo è uno spunto geniale, altro che. Apriamo ufficialmente un tavolo di lavoro per sviluppare il concetto di armi ecologiche, biodegradabili, a chilometri zero e non sessiste. Ci sono idee, là fuori?
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Il tiraballe Haarpbylla è un mini fucile termopsicobiodermochakratonico che agisce sulla psiche inconsapevole di una qualsiasi femmina di primate a tiro d’occhio di un primate maschio (Haarpbylla 2.4 anceh su gruppi, ma la raffica consente di intercettare fino a 100 femmine in 4,2 secondi con un effetto a cascata entusiasmante).
Il fucile è completamente in humus pressato per l’impugnatura e ricavato da fusione di rifiuti europei (no tasse importazione! no made in China!) per le parti più massicce, per la parte dell’intelligenza si serve di una rete neurale di mosche guidate da una versione GPL3 di findux – stabilito per legge che esse non provano dolore e non sono coscienti di sé – e se si rendesse necessario un “chi io? io non ne sapevo niente, ero solo da queste parti a curiosare ma mi pare abbiate ragione voi, sono dalla vostra, abbasso i tiranni!!” è compostabile al 100%.
L’effetto di una sgrillettata di Haarpbylla è quello di far immediatamente accorrere la primate in questione verso IL primate individuato (l’arma non è precisa ma come tutte le altre va usata contro la folla inerme di presunti sediziosi) e farle stringere le gonadi del malcapitato fissandolo intensamente mentre lei pensa che lui le abbia recato un’offesa sul genere “sei ingrassata molto di panza e hai la cellulite attorno alle borse degli occhi specialmente mentre hai vestiti che ti invecchiano”. L’effetto è direttamente proporzionale alla quantità di persone (sediziosi) presenti. Haarpbylla è democratico: qualsiasi femmina stringerà con forza un qualsiasi maschio a caso.
Haarpbylla è assolutamente non-letale ed efficace: ogni coppia stretto-stringente viene bloccata fino a che il pensiero di odio evapora dal soggetto stringente. Haarpbylla è anti-incriminante: mai più problemi con i dir… dir… um… non so. Con le rotture! Chi ha fatto male a chi? Lei! Io non c’entro! Ve l’avevo detto che le donne devono stare a casa a fare la calzetta eh. Io? No, io non ho detto niente. E’ stato lui, stringi forte!!!
Haarpbylla è quindi socially-proof: incentiva i già cordiali rapporti tra i sessi e rispetta le quote rosa al 100% con un rapporto stretto-stringente di 1:1 o al massimo in certi soggetti i 1:2 (uno per mano).
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zio ferguson! Hai già elencato quelle che volevo segnalarti. “Ottimo lavoro!” – mi è piaciuta molto quella di Socrate incazzato! ^___________^ eventualmente tieni d’occhio punto-informatico.it che di tanto in tanto segnala questo genere di chicche. Se tu nei hai altre, oltre all’articolo n.2, procedi per favore con l’articolo 3 e 4 ecc ecc
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🙂 🙂 🙂
“Il tiraballe Haarpbylla”: ehi, abbiamo un talento qui!
Stanco di far fotocopie nella tua stanzetta al ministero? 🙂 (citazione difficile)
Bene, bene. Allora alla fine queste armacce fetenti un effetto collaterale positivo ce l’hanno: stimolano la creatività. Cavallogolooso, prima vai a registrare il marchio “haarpbylla” perché ne vale la pena, poi vieni a trovarmi. C’è sempre tanto spazio, nella mia stanzetta imbottita…
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ti cedo tutti i diritti … sono arrugginito assai, più ti leggo e più mi viene il sorriso furbetto.
I miei neuroni si seccano al sole del lavoro-di-merda.
Quindi felice di aver contribuito, il marchio è tutto tuo, te lo cedo gratis! approfitta!
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Annuncio speciale: solo su questo sito, e per le prossime 48 ore soltanto, potrete ordinare il vostro Haarpbylla in esclusiva confezione regalo! Completo di tracolla, batterie di ricambio, cavo di alimentazione Car-omnifit, e custodia subacquea. Per i primi 10 acquirenti, incisione delle iniziali gratuita.
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Affrettatevi! Le scorte sono limitate!
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Solo se me lo vengono a montare due svedesi nudi uno biondo e uno moro…;)
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Sei fortunata! Per qualche motivo, questo blog è assai ben frequentato da afterfindusiani che risiedono in Svezia.
Forza gente, rispondiamo a questo accorato appello!!!
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…ostrega…io pensavo di scherzare…ritiro tutto…sennò il mio moro italiano (mio marito) mi appende al quadro svedese…;)
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“I sogni son desideri, chiusi in fondo al cuooor” (Cenerentola, 1950).
Moro, non portarla all’Ikea!
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udio….già andata all’IKEA anzi DUE IKEE abbiamo visitato (si, siamo imperdonabili), e HAI RAGIONE!
Mi sono buttata a corpo morto sue due svedesi…UNA SEDIA E UN DIVANO…(ops)…;)
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a me i pazzi piacciono tanto, ma proprio tanto…;)
gli avidi insensato meno, ma molto meno…>
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“Mi sono buttata a corpo morto sue due svedesi…UNA SEDIA E UN DIVANO…”
Urca. E loro come hanno reagito? Ti hanno denunciato all’ombudsman di competenza o si sono lasciati andare, magari pure scontati?
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