Italia bella

Non parlatemi di civiltà

Ma [espressione figurata, vedi sotto]

Rebus 3,4

allora ditelo, che volete farmi imbufalire!  Ditelo, che è tutta una presa per i fondelli!

Ho passato la vita a dissurgelare reliquie del passato.  Ho speso i miei anni migliori a cercare di ricostruire le tracce della gloriosa civiltà tricolore scomparsa sotto i ghiacci.
Anni e anni di lavoro e sacrifici per dedicarmi allo studio degli antichi padri, della loro cultura, dei loro principi, dei loro valori, dei loro insegnamenti.

Mi sono stupito commosso infiammato indignato sdegnato ispirato impegnato, tutto in nome di quelle belle parole: democrazia, diritto, libertà, giustizia, progresso… civiltà, per farla breve.  Mi sono spaccato la testa per cercare di capire gli antichi ideali, i princìpi, le ideologie, i dibattiti, le filosofie, le religioni, le passioni politiche, i credo.

E adesso?  Adesso cosa salta fuori, Dio Bonino di un Dio Bonino ?

Salta fuori che è tutta spazzatura. Tutta ipocrita spazzatura.
Dio Bonino!

Salta fuori (dal ghiaccio di questi anni) uno spezzone di telegiornale.  Un frammento databile ai primi mesi dell’anno 11 d.u.s. (dopo l’undici settembre).  Probabilmente marzo.  Un periodo caldissimo sul piano ideologico, ricco di fermenti e rivendicazioni, affollato di presunti salvatori della patria e arruffapopoli capaci di acrobazie retoriche spettacolari, pur di scuotere cuori e coscienze.  Un periodo in cui tutti quei bei termini lassù (civiltà, libertà, giustizia, democrazia & company) si sprecavano come i botti a capodanno.

E cosa mi salta fuori, da quello spezzone?  Un paio di fotogrammi.
Questi.

carceri 1

Cominciamo da questo.  Se non ho capito male, qui dice che nel ridente “Bel Paese” avevano costruito carceri per ospitare circa 46.000 persone.  Solo che, guarda te la sfortuna, di detenuti ce n’erano in effetti circa 67.000.  Che sarebbe a dire, quasi il 50% in più.

Il 50% in più??  E’ pazzesco.  50% non è un numerino.  E’ una mostruosità.

Ora, non mi interessa stabilire se fossero troppo rigide le leggi, troppo duri i giudici, o troppo mascalzoni i cittadini.  Non è questo il punto.
Il punto, molto semplicemente, è che se si decide di togliere dalla circolazione 67.000 persone, anche se ladri e assassini, bisogna come minimo fare un pensierino a dove metterle.  Non si può infilarle sotto al tappeto, non si può spararle su Plutone, e non si possono nemmeno rispolverare i metodi inventati dall’imbianchino crucco coi baffetti di un secolo prima.  Non si può, perché non è corretto.  Non è umano.  Non è civile.

Ma non è civile nemmeno pensare di poterli rinchiudere, stipati come vecchi CD, in stanzoni sporchi e malsani, con poca luce, poca aria, e nessuna dignità, in spazi concepiti per ospitarne niente meno che un terzo in meno.

E’ pazzesco, mostruoso, disumano.  O meglio: è pazzesco, mostruoso, maledettamente umano.

Non si può condannare gente per aver violato le leggi della società “civile”, per poi trattarla in modo contrario alle regole di quella stessa civiltà.
Non si può, perché è un controsenso.  Un ossimoro.  Un osso nero, potrei dire – e di ossi mori, modestamente, me ne intendo (vedi).

Non riesco a credere che una società che amava definirsi democratica, liberale e progredita potesse dimostrare di essere così biecamente incivile, barbarica e meschina.

E poi magari c’era qualcuno che si indignava per le condizioni degli animali negli zoo, nei circhi o nei canili, o che scatenava “battaglie civili” perché straziato dalle condizioni delle oche d’allevamento.

“Non star lì a cercare la pagliuzza nell’occhio di tuo fratello,” diceva un antico best seller “se nel tuo hai una trave”.  Immagine piuttosto trash, ma rende.

O menti illuminate del XXI secolo, era proprio così assurdo pensare di tirar su qualche altro carcere, o magari recuperare uno dei tanti costruiti, inaugurati e abbandonati?  Boh.  Chiamala civiltà.

 
E poi c’è il secondo fotogramma.  Un capolavoro, capace (dico davvero) di far dimenticare il primo.
Eccolo qui.
carceri 2

Vediamo se ho capito bene.  Di quei 67.000 individui ammassati come sardine, senza igiene, senza privacy, senza garanzia di incolumità personale, senza insomma tutte quelle cosucce che la Convenzione di Ginevra prevede anche per i criminali nazisti, c’erano niente meno che 27.000 persone in attesa di giudizio.

In ATTESA di giudizio.
Quindi non criminali, per definizione.  In attesa.
Magari colpevoli, magari no.
E non due o tre.  Ventisettemila.

27.000?  27.000.
Il QUARANTA percento degli occupanti delle carceri italiane (40%, forty percent, quarantam percentum) erano individui privati della libertà e dei più elementari diritti civili in barba ad ogni più elementare nozione di giustizia.  Ma legalmente.

V e n t i s e t t e m i l a.

Minchia sono tanti, v e n t i s e t t e m i l a.

Fate finta di essere un puntino.
Qui sotto

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ci sono mille puntini.

Provate a pensare ventisette volte tanto.
Provate a pensare di non aver mai fatto nulla di male, e un brutto giorno di vedervi sbattuti in galera.
Provate a pensare di dover spendere un pezzo della vostra vita (della vostra unica vita, mi suggeriscono dalla regia) in una scatola di fiammiferi sporca, affollata, pericolosa, malsana, lontani dalla vostra vita, dai vostri affetti, dai vostri sogni.  Vicini però in compenso ad assassini, maniaci, pazzi, malati.
E tutto questo senza nemmeno che qualcuno si sia preso la briga di dimostrare una vostra qualsivoglia colpa.
Kafkiano.  Anzi, Darioargentiano.

Una società (di quasiasi tipo, dimensione, orientamento politico o religioso, epoca o area del globo) che priva dei propri diritti una sola persona senza avere un motivo ben preciso e circostanziato non può essere in alcun modo definita civile.  In nessuna circostanza.  Neanche in guerra, o in carestia, o sotto attacco da parte degli alieni.  Una società che fa una cosa del genere è una società incivile, punto e basta.
Se poi è anche una società nella quale, oltretutto, si blatera e si farfuglia di democrazia, diritti e civiltà, è anche una civiltà ipocrita.
Una società in cui si fanno entrambe queste cose, e non una ma

v e n t i s e t t e m i l a

volte è una società 27.000 volte incivile e ipocrita.  Il che si può abbreviare in “ignobile”.

Tra l’altro, non so se avete notato l’ironia: 21.000 persone di troppo nelle carceri (primo fotogramma), e 27.000 persone che in carcere non ci dovrebbero proprio stare (secondo fotogramma).  Possibile che nessun giurista, giudice, magistrato, procuratore o politicante abbia mai colto il nesso?   Non sono due problemi diversi: è lo stesso problema.  In-Giustizia.  Risolvine uno, e porco d’un giuda avrai risolto anche l’altro.

 

Sono molto amareggiato.  Ora torno a scavare, e spero di trovare migliaia di migliaia di prove che la società civile del tempo (attivisti, sindacalisti, preti, mamme antirock, associazioni di categoria, boyscout, ordini professionali, società sportive, donatori di sangue, amici dei panda, ultras, suorine, volontari del 118, ambientalisti, celoduristi, cicloturisti), trovare prove, dicevo, che tutta questa gente si sia spesa anema e core per riparare a questa mostruosità.  Che siano scesi in piazza, che abbiano organizzato banchetti, sit-in, marce, cortei, lenzuolate, bicchierate, barricate, girotondi, picchetti, notti bianche e catene di santantonio per far cessare, immediatamente, questo abominio.
Spero davvero che l’abbiano fatto.  Non ne ho ancora trovato le tracce, ma devono averlo fatto.

 

Perché poi, tra l’altro, risolvere questo sconcio non sarebbe stata un’impresa impossibile – tipo, che so, svuotare l’oceano con una cannuccia, o scalare l’Everest in saltapicchio.
Sarebbe bastato fare due conti.

In quei tempi scellerati c’erano in Italia 1.292 tribunali (il record dell’Europa occidentale, complimenti).
26.989 detenuti in attesa di giudizio diviso 1.292 tribunali fa 20: se ciascun tribunale d’Italia si fosse preso in carico venti di questi casi (venti, non ventimila), il problema sarebbe stato risolto.

Ora, non credo si trattasse di ventisettemila casi Dreyfuss, intricati e ultracomplessi: con un piccolo sforzo, un paio cause al mese in più, in meno di un anno si sarebbe potuto cancellare questo abominio.

Troppo astratto parlare di tribunali?  Beh, in quegli anni c’erano in giro 6.445 giudici e 170.143 avvocati.  Sarebbero toccate 4 cause a ciascun giudice, e 0,16 a ciascun avvocato.  Il che significa che ad ogni causa si sarebbero potuti dedicare la bellezza di un giudice e 6 avvocati.  Con una squadra così, credo che la stragrande maggioranza di quei disgraziati avrebbe potuto godere di un regolare processo con regolare sentenza in tempi davvero minimi.  Quattro cause per giudice, niente di più.  Niente necessità di stanziamenti, di riforme, di leggi ad hoc.

Sarebbe bastato averne voglia.
Vergogna.

 


Fonti dei dati

. Cartelli informativi: dal Tg2 del 15 marzo 2012 (disponibile sulla mediateca Rai)

. Numero di tribunali in Italia: da dichiarazione del portavoce del ministro Brunetta all’agenzia ADN Kronos, 29 settembre 2009 (link)

. Numero di giudici ed avvocati in Italia: da “Le verità dell’Europa sui magistrati italiani”, dossier a cura dell’Associazione Nazionale Magistrati, dati della Commissione Europea della giustizia (2008), disponibile sul sito dell’ANM.

Il dossier fornisce le seguenti cifre (aggiornate al 2006): numero di avvocati 170.143, pari 290 avvocati per 100.000 abitanti (secondi solo alla Grecia, complimenti).
Numero di avvocati per ciascun giudice: 26,4 (record europeo, che gioia). Di conseguenza i giudici dovevano essere 170.143 : 26,4 = 6.445.

Discussione

8 pensieri su “Non parlatemi di civiltà

  1. Pannella si lamenta di questi dati da tanto, tanto tempo.
    Ultimamente ha rischiato di morire di fame e di sete e non è proprio giovanissimo.
    Qualcuno ha detto: “Ma cosa gliene frega a lui dei carcerati, se sono lì qualcosa devono avere pur combinato”.
    Vero, quasi sempre, ci sono anche degli innocenti, come giustamente rilevi nel tuo post.

    Nei farfugliamenti di troppi tribunali e troppi giudici e giudizi, qualcuno, solo perchè è solo e non ricco e non famoso e non rompino, si incastra in una cella troppo piena, magari di “veri” delinquenti.

    Eppure è dimostrato che quando esistono cooperative che si occupano dei detenuti e che riescono a reintegrarli nel mondo del lavoro dandogli un mestiere o una competenza, ebbene questi detenuti hanno una percentuale quasi vicina al 100% di NON DELINQUENZA, ovvero non ci ricascano.

    Ovvio non sto parlando di Riina, dura insegnarli a fare il parrucchiere o il giardiniere…ma in genere, è bassissima è invece la percentuale di chi torna a commettere crimini se durante la detenzione ha potuto seguire corsi di formazione o addiritura lavorare.

    Adesso l’Europa ci “sgrida”, un piccola sgridatina di 100.000 euro.

    Ma è solo l’inizio, il disinteresse verso questo argomento potrebbe diventare interesse se a forza di pagare sanzioni si alza il rapporto debito / PIL…mentre si poteva costruire carceri migliori, dando lavoro ai formatori e a chi era detenuto.

    Troppi giudici e troppi azzeccagarbugli che non azzeccano nulla…e tutti in parlamento a fare leggi per certi signori anziani e stronzi di Arcore anzichè occuparsi dell’Italia.

    Da cui stanno precipitosamente fuggendo cinesi e altri immigrati.

    A breve rimarremo noi, giovani ultracinquantenni a lavorare fino a oltre settantanni…ci sarà da ridere…e da piangere per chi ha meno di ventanni che avrà meno, molto meno di ciò che mediamente ha ricevuto uno delle generazioni dai 40 in su…

    E la crescita?
    Perdincibaccolina?
    Di cosa?
    Dell’inquinamento? Dell’idiozia? Del consumo di risorse?

    In una fase così difficile chi se ne frega di detenuti, canili e gattili e zoo…peccato che prima si inizia a dire “chissenefrega è un cane/gatto/pantegana” poi “chissenefrega è un nero/cinese/detenuto”…prima o poi in quell’abisso di chissenefrega entreremo tutti…Amare le creature viventi, tutte, significa rispetto della vita di tutti.

    Ma in un mondo virtuale di socialnetwork, bimbiminkia e aifone ultimo modello come glielo spieghi?
    Solo la REALTA’ dura, dei fatti, del riscaldamento climatico, del declino dei servizi, della carenza di risorse, sarà la risposta.

    MA TROPPO TARDI.

    Danielanerissima

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    Pubblicato da dani2005dani | 9 gennaio 2013, 11:47 am
    • E’ proprio così.Le disgrazie non vengono mai sole, dicono i nonni. In realtà è molto peggio: le disgrazie tumoreggiano: si generano a vicenda, come la fissione dei nuclei pesanti, o gli sbadigli.

      Io facevo notare come il sovraffollamento delle carceri e i detenuti in attesa di giudizio non siano due vergogne distinte, ma due aspetti di uno stesso problema.

      Tu spingi l’osservazione più in là, e giustamente individui altre connessioni. Col che diventa sempre più importante prendere il coraggio a quattro mani e spezzare questo circolo diabolico di indifferenza che ci avvolge come una palude di sabbie mobili. Ce la faremo?

      E, naturalmente, massimo rispetto e profonda riconoscenza per Pannella e per tutti quegli eroi che non stanno a teorizzare come me, e che a cambiare le cose ci provano davvero. 😉

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      Pubblicato da Niarb | 10 gennaio 2013, 1:49 am
  2. Anche io stimo molto Pannella. Ha un grande difetto che è egocentrico e vanitoso e quindi delle volte ha distrutto anzichè costruire (spesso accade a chi è così personalistico), ma spesso le sue battaglie hanno contribuito a fare dell’Italia uno Stato moderno (il divorzio con il GRANDE FORTUNA, parlamentare FRIULANO, e poi l’aborto).
    Anche questa battaglia è una battaglia di civiltà, ma sembra prendere meno piede nella testa delle persone.
    Forse quando pagheremo un sacco di soldi in sanzioni…forse…

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    Pubblicato da dani2005dani | 10 gennaio 2013, 10:35 am
    • Mamma mia, forse hai ragione! Forse servono delle sanzioni per risvegliare il nostro senso… civico? Suona male. Diciamo “la nostra umanità”. Per attivare il cervello, deve toccarci il cuore.
      E il cuore, alla faccia di quanto illustrano gli atlanti anatomici, è esattamente lì. Dietro al portafoglio.

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      Pubblicato da Niarb | 12 gennaio 2013, 11:02 am
  3. Congratulazioni al Benvenuto Cellini della tastiera che ha scritto l’articolo. Azzeccato in pieno. Però, se mi é permesso un commento, direi che la situazione é molto più complessa, perfettamente ramificata e certamente voluta.
    Complessa perché il potere giudiziario non ha responsabilità e quindi diviene illimitato.
    Ramificata perché si riscontra, con proporzioni simili, in tutti i paesi d’Europa. Tanto per dire, in Francia ogni anno vengono appioppati 500 anni di carcere preventivo a persone che risultano poi innocenti.
    Voluta perché mantiene il cittadino in una condizione di “libertà provvisoria” che lo rende estremamente vulnerabile.
    Per quanto riguarda Pannella, avrei preferito si fosse occupato di coloro che stavano in carcere senza processo. Come dice giustamente NIARB, mettendo fuori gli innocenti si sarebbero inevitabilmente migliorate le condizioni dei colpevoli. Non mi pare l’abbia fatto, ma questo é un’altro discorso.

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    Pubblicato da VIMAN | 13 aprile 2013, 11:56 PM
    • Complessa, ramificata, voluta.
      Tre rasoiate, Viman. Perfettamente centrate, e non so quale più spaventosa delle altre.

      Mi piacerebbe capire se uno dei tre poteri dello Stato, uno solo, da solo, potrebbe davvero fare qualcosa per far cessare questo abominio. Ma temo che tu abbia ragione: “complessa” ha a che fare con il potere giudiziario, “ramificata” con quello legislativo (se fanno così anche gli altri…), e “voluta” quello esecutivo.
      E se serve davvero uno sforzo di tutti e tre insieme… allora meglio lasciar perdere.

      Meglio imparare a preparar torte, e tenere una lima nel cassetto delle posate.

      P.S. Grazie per il Benvenuto Cellini! Complimento molto gradito e soprattutto molto in tema, visto che fu carcerato nella prigione papale di Castel sant’Angelo – anche se poi evase! 😉

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      Pubblicato da Niarb | 14 aprile 2013, 1:14 am
  4. Per altri commenti molto interessanti, clicca qui.

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    Pubblicato da Niarb | 21 ottobre 2013, 11:13 PM

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  1. Pingback: Carceri sovraffollate – reloaded | afterfindus - 20 ottobre 2013

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